Domenica 17: colletta per la Terrasanta
Il vescovo Giuseppe Pellegrini ha indetto per domenica 17 marzo (V di Quaresima) una colletta, da tenersi in tutte le chiese della diocesi, quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni colpite dal conflitto in Terra Santa.
l vescovo Giuseppe Pellegrini ha indetto per domenica 17 marzo (V di Quaresima) una colletta, da tenersi in tutte le chiese della diocesi, quale segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni colpite dal conflitto in Terra Santa.
La situazione
Più di 30.000 i morti palestinesi (di cui il 70% donne e bambini), più di 1.200 i morti israeliani (la grande maggioranza civili, di cui almeno 33 bambini), 123 i morti libanesi colpiti da artiglieria israeliana (tra cui almeno 21 civili). Decine di migliaia i feriti, e quasi due milioni le persone sfollate nei/dai territori palestinesi, di cui 1,9 a Gaza, almeno mille in Cisgiordania e Gerusalemme Est, a causa di violenze e restrizioni, e più di 75.000 i libanesi, spostatisi dalla parte meridionale al confine con Israele.
La crisi umanitaria a Gaza è fuori controllo, con condizioni terribili per la quasi totalità della popolazione. Circa 1,9 milioni di persone a Gaza, ovvero quasi l’85% della popolazione, sono sfollate. Di queste circa 1,2 milioni sono accolte presso 151 centri delle Nazioni Unite (UNRWA).
I centri di accoglienza sono sovraffollati e in condizioni igienico-sanitarie deplorevoli. Decine di migliaia di sfollati interni, arrivati a Rafah dal 3 dicembre, hanno continuato ad affrontare condizioni di estremo sovraffollamento e di grave disagio all’interno e all’esterno dei centri di accoglienza. Aspettano per ore ammassati intorno ai centri di distribuzione degli aiuti, con un disperato bisogno di cibo, acqua, riparo, salute e protezione. In assenza di un numero adeguato di latrine, è diffusa la defecazione all’aperto; ciò aumenta i rischi di epidemie, soprattutto durante le piogge. Incalcolabile il numero degli edifici distrutti dai bombardamenti, tra cui 372 scuole, 30 ospedali, 53 centri sanitari, ma anche 3 chiese e 138 moschee.
Si stima che più del 60% delle abitazioni della Striscia sia stato distrutto o danneggiato. Sono ad alto rischio almeno 1.000 pazienti con insufficienza renale, 2.000 malati di cancro, vari neonati in incubatrici.
Oltre il 90 % della popolazione, circa 2,2 milioni di persone, dispone di una quantità di cibo insufficiente. La grave carenza di gas da cucina ha portato a una forte dipendenza da fonti meno pulite come legna da ardere, residui di legno e combustione dei rifiuti, aumentando il rischio di malattie respiratorie.
Gli interventi Caritas
Le offerte raccolte in diocesi saranno affidate a Caritas Italiana e renderanno possibile una progettazione unitaria degli interventi anche grazie al coordinamento con la rete delle Caritas internazionali impegnate sul campo.
"Caritas Italiana - spiega il direttore nazionale, don Marco Pagniello - è in costante contatto con la Chiesa locale: dopo aver sostenuto, nella fase iniziale dell’emergenza, gli interventi di Caritas Gerusalemme, continua a seguire l’evolversi della situazione, accompagnando le Chiese locali nell’organizzazione delle diverse iniziative per far fronte ai bisogni dei più poveri e favorire un clima di pace e riconciliazione".
Caritas Italiana ha assicurato il suo sostegno tecnico e finanziario agli operatori di Caritas Gerusalemme che ormai da cinque mesi assistono la popolazione sia a Gaza City sia a Rafah e Khan Yunis.
A Gaza in questa fase l’aiuto è concentrato nell’assistenza medica e psicologica (soprattutto ai bambini) e nella distribuzione di generi di prima necessità, attraverso i centri operativi Caritas allestiti a Gaza City e a Rafah.
Sono riprese le attività di animazione e riabilitazione psicologica per bambini, dopo l’interruzione dovuta all’epidemia di Epatite B.
"Caritas Gerusalemme è una delle tre organizzazioni umanitarie ancora attive nel Nord della Striscia di Gaza", ha raccontato Anton Asfar, segretario generale di Caritas Gerusalemme "Fino ad oggi, nonostante le enormi difficoltà e i lutti che abbiamo subito, siamo riusciti a fornire l’assistenza di base alle 830 persone accolte nelle due parrocchie di Gaza City, ma a breve finiremo le scorte e senza un cessate il fuoco non ci sarà più da mangiare, è una situazione gravissima".
Si è ipotizzato anche un piano di interventi di lungo periodo, che oltre all’assistenza umanitaria dovrà garantire un percorso di riabilitazione economica e sociale, sia a Gaza che in Cisgiordania, senza dimenticare le situazioni di marginalità in Israele. Si lavora a un piano di interventi di pace e riconciliazione tra la popolazione israeliana e palestinese, entrambe vittime da troppo tempo di una violenza che non ammette giustificazioni.
Via Crucis il 17
In diocesi, sempre domenica 17 marzo, si terrà la Via Crucis della Pace, con il cammino che avrà inizio alle 140 da Piazza Trieste a Malnisio, con tappa nella chiesa di S. Maria Maggiore di Giais alle 15.
Martina Ghersetti
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