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Assunta: colei che ha generato il Figlio è accolta in cielo

Se interroghiamo la storia circa ciò che le tradizioni dicono sull’Assunzione di Maria, constatiamo che tutte sono convergenti verso la verità dell’Assunzione.

Parole chiave: Assunta (6), Diocesi (193), Vangelo (131), De Zan (48)
Assunta: colei che ha generato  il Figlio è accolta in cielo

Se interroghiamo la storia circa ciò che le tradizioni dicono sull’Assunzione di Maria, constatiamo che tutte sono convergenti verso la verità dell’Assunzione.

Ci sono, invece, diverse discordanze sull’età di Maria, sulla sua morte e sulla sua presunta tomba.

 

LE ORIGINI

Alcuni autori antichi, basandosi sulla Cronaca di Eusebio (è stato scoperto che il passo in questione è, purtroppo, un’interpolazione), hanno pensato che Maria fosse morta nel 48 d.C. Poiché Maria sarebbe diventata Madre all’età di quindici anni circa, la sua morte dovrebbe essere avvenuta all’età di sessantatré anni.

Per altri autori, Maria sarebbe diventata Madre poco più che ventenne. Tenendo come valido il 48 d.C., deducono che Maria fosse morta all’età di sessantanove anni, circa.

Sulla morte di Maria la devozione popolare fece circolare questo racconto. Maria andava, di solito, a pregare sul monte degli Ulivi. Un giorno, circa due anni dopo l’Ascensione di Gesù, le apparve l’arcangelo Gabriele che le preannunciò la morte: passati tre giorni sarebbe stata riunita al suo Figlio. Come segno che l’avvenimento sarebbe realmente accaduto Gabriele consegnò a Maria un ramo di palma, segno del suo vicino trionfo in cielo. Contemporaneamente vennero avvertiti anche gli Apostoli e S. Paolo, per predisporre i riti funebri.

Dopo la sepoltura, S. Pietro chiese al Signore di non aspettare la fine del mondo per far risorgere sua Madre. E il Signore acconsentì.

La teologia, però, si è sempre interrogata se Maria fosse morta e poi venisse assunta in cielo oppure se, senza morire, fosse stata assunta direttamente in cielo.

Circa la sepoltura, i luoghi che si arrogano l’onore di ospitare il sepolcro di Maria sono fondamentalmente due: Efeso e Gerusalemme.

La tradizione legata ad Efeso si fonda sul fatto che Maria fosse affidata da Gesù al discepolo che Gesù amava. Poiché Giovanni, per varie vicissitudini, avrebbe testimoniato la sua fede nella zona efesina, sarebbe plausibile il sepolcro di Maria a Efeso.

La tradizione legata a Gerusalemme si fonda su una chiesa del sec. VI, dedicata alla Santissima Vergine Maria. Il suo sepolcro sarebbe stato vicino al Monte degli Ulivi e il 15 Agosto era considerata la data del transito di Maria dalla terra al cielo (forse era la data della dedicazione della chiesa).

Nel sec. VII l’imperatore Maurizio estese questa devozione locale a tutto l’impero bizantino. Chiamò la festa "giorno della nascita di Maria al cielo", "dormizione di Maria" o "festa del Transito di Maria al cielo".

Pio XII, nel 1950, proclamò come dogma l’Assunzione di Maria senza sciogliere l’enigma sulla morte di Maria (Maria è morta o no, prima dell’Assunzione?).

San Giovanni Paolo II manifestò la sua propensione per la tesi sulla morte di Maria, a somiglianza di suo Figlio.

 

MESSA DELLA VIGILIA

L’incipit originale del vangelo ("Mentre diceva questo…") è sostituito dal nuovo incipit liturgico ("In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle…"). Il testo (Lc 11,27-28) presenta una delle diverse beatitudini pronunciate da Gesù: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano". La tematica è identica a quella presente in Mt 7,24-27 (chi ascolta la Parola e la mette in pratica è come la casa fondata sulla roccia). Le parole di Gesù, attuate nella vita, sono parole di vita eterna per tutti.

La Liturgia con questa scelta intende dire che Maria è legata a Gesù non solo perché è sua madre, ma anche perché è stata la prima che ha accolto la Parola e l’ha osservata. Maria ha accolto la Parola (Gesù stesso) e l’ha portata dentro di sé come l’arca dell’alleanza (cfr la prima lettura, 1 Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2) portava dentro di sé la Parola (le due tavole dei comandamenti), il sacerdozio (il bastone di Aronne) e l’amore provvidente di Dio (la manna).

Maria, poi, è il primo frutto della redenzione. La morte e la risurrezione di Gesù hanno trovato il primo compimento nella Vergine. In lei si è dimostrata reale e vera l’affermazione dell’inno cristologico di 1Cor 15,54b-57 (seconda lettura): "la morte è stata inghiottita nella vittoria".

 

MESSA DEL GIORNO

La Liturgia non ha ritoccato il testo evangelico di Lc 1,39-56 (visita a Elisabetta e Magnificat). L’angelo aveva dato a Maria il segno di Elisabetta per dimostrare che tutto è possibile a Dio. Maria va e verifica il segno. A questo punto Maria esprime tutta la sua riconoscenza per la propria maternità messianica e libera la sua gioia e la sua fede operosa nel canto del Magnificat. Il canto mariano mostra come i segni di Dio siano presenti in ogni momento della storia della salvezza. Meglio dire: i segni stessi sono parte integrante di questa storia di salvezza.

Gli esegeti ci dicono che il Magnificat era una preghiera della Chiesa nascente che Luca mise in bocca a Maria perché le caratteristiche della chiesa sono le caratteristiche di Maria. Ciò che si dice della chiesa si può dire di Maria e viceversa. Questo concetto teologico ha spinto la Liturgia a scegliere come prima lettura Ap 11,19a; 12,1-6a.10ab. La donna rivestita di sole, infatti, nella teologia apocalittica è la Chiesa, ma i Padri l’hanno riletta come simbolo mariano.

Maria, inoltre, è la manifestazione prima e più alta della sovranità del Risorto (cf la seconda lettura, 1Cor 15,20-27a). La risurrezione di Gesù è attiva ed efficace. L’Assunzione di Maria ne è la prova. Inoltre, l’Assunzione è la testimonianza che l’escatologia è già presente nella storia perché è già iniziata.

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