Spilimbergo: 16 nuove statue per il presepe di mosaico
Il presepio di mosaico, che rimarrà esposto a Spilimbergo ad illuminare la piazza Duomo fino al 5 febbraio 2023, presenta 30 figure a grandezza naturale di 7 gruppi tematici rivestite su entrambi i lati in mosaico di ori e smalti opachi e trasparenti di vetro veneziano colorato. Ben 16 sono quelle nuove: 3 profeti, 4 evangelisti, 9 angeli musicanti appesi a 6 metri di altezza
il presepio di mosaico, che rimarrà esposto a Spilimbergo ad illuminare la piazza Duomo fino al 5 febbraio 2023, presenta 30 figure a grandezza naturale di 7 gruppi tematici rivestite su entrambi i lati in mosaico di ori e smalti opachi e trasparenti di vetro veneziano colorato.
L’artificio e l’espressività del mosaico permette in modo straordinario di mostrare al meglio l’essenza della sacralità, fa elevare la mente e lo spirito, e suggerisce la bellezza che è linguaggio di Dio e aspirazione ultima dell’uomo. Questo presepio, unico e concettualmente nuovo, ha riferimenti cinquecenteschi ma tende ad una classicità atemporale, rinnova una storica identità culturale dello spilimberghese e realizza una scenografia meravigliosa.
Le 16 nuove figure di quest’anno, sempre in mosaico fronte e retro che si fa dunque scultura suggerendo i volumi, includono i tre profeti del Natale: Michea, Isaia, Geremia, vestiti di colori azzurro chiari e trattati nel modo del mosaico più antico, romano/bizantino. Essi tengono in mano rotoli di pergamena con chiaro riferimento all’Antico Testamento.
Poi ci sono i quattro evangelisti: Matteo, Marco, Luca, Giovanni, con in mano i libri che ne consentono il riconoscimento grazie ai simboli stilizzati in copertina. Ciascuno ha vesti bicrome per esaltare la raffigurazione, un panneggio a sfumature di due colori forti e intensi perché forte e intensa di verità è la loro testimonianza su ciò che la nascita di Gesù comporta per ogni uomo, mentre la texture musiva, solo in apparenza semplicissima, dà il senso di trama del tessuto.
Nove sono gli angeli musicanti, perché nove sono le schiere angeliche divise in tre gerarchie: la prima con Serafini, Cherubini, Troni, che stanno al cospetto di Dio, apprendono le ragioni delle cose in Dio stesso e perciò considerano il fine delle cose; la seconda con Dominazioni, Virtù, Potestà, che vagliano le cause universali delle cose da fare e le dispongono governando il mondo; la terza con Principati, Arcangeli, Angeli, che guardano gli effetti particolari, applicano le disposizioni agli effetti ed eseguono le opere accompagnando l’uomo nel quotidiano cammino. Rappresentano la moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio come scrive l’evangelista Luca. Oggi più che mai è di aiuto ricordare quel "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama". E gli angeli non potevano che essere in alto: classici ma contemporanei, con vesti semplici ma preziose, con ori colorati e smalti trasparenti che ne accentuano la luminosità, suonatori perché non c’è festa senza musica e molti sono gli strumenti musicali citati nella bibbia, a fiato, corde o percussione, sempre per la lode e la festa.
Una sfida vinta è stato progettarli con strutture il meno possibile impattanti e sospenderli nel vuoto a sei metri da terra. E’ una prima volta nella storia dell’arte e del mosaico senza un’architettura in muratura di supporto, pareti o cupole, come per quelli affrescati da Luca Signorelli a Loreto ed Orvieto o da Gaudenzio Ferrari a Saronno.
Così il presepe di mosaico di Spilimbergo si afferma nuova e straordinaria opera d’arte, una realizzazione corale e identitaria, complessa e laboriosa già a partire dalla definizione delle coerenze fronte-retro nei cartoni esecutivi, con 35 mosaicisti e 36 aziende che hanno collaborato per le molte fasi di lavorazione, rese possibili anche grazie al sostegno della nostra Regione. Le figure esposte nutrono di luce occhi e mente, sono affascinanti in ogni momento del giorno ma anche della notte quando sono illuminate in modo studiato per creare meraviglia.
Merita recarsi di persona a guardare le singole figure e godere dello spettacolo d’arte e di meraviglia di questa straordinaria e gioiosa scena natalizia, per scaldarsi il cuore d’incanto e poesia.
Alessandro Serena
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