Pordenonelegge: l'edizione 2020 ci sarà
Il presidente della Fondazione Giovanni Pavan: "S', avremo il festival. Non sarà la pordenonelegge che tutti siamo abituati a vedere sia per la quantità di appuntamenti sia per le possibilità di assistervi. Non sarà però inferiore la qualità. Sarà un’edizione diversa perché...." (continua)
a ripresa settembrina delle varie attività ci ha abituati all’impatto di "pordenonelegge.it" sulla città. È possibile pensare a un settembre senza "la festa del libro con gli autori"?
La 21/ma edizione era in programma dal 16 al 20 settembre prossimi, ma la domanda è doverosa dopo che la pandemia ha cambiato le carte in tavola per tutti: si farà?
Lo abbiamo chiesto al presidente della Fondazione Pordenonelegge, Giovanni Pavan, che opera dal 2013 gestendo il festival e altre iniziative.
Presidente Pavan, quest’anno avremo il festival?
Certamente sì! O almeno questa è la nostra volontà e per questo stiamo lavorando, ovviamente sperando che tutto vada bene. Altrettanto certamente, però, non sarà la pordenonelegge che tutti siamo abituati a vedere sia per la quantità di appuntamenti sia per le possibilità di assistervi. Non sarà però inferiore la qualità. Sarà un’edizione diversa perché accanto ad appuntamenti e incontri "sul posto" e "dal vivo" ce ne saranno forzatamente altri attraverso la rete.
Scusi, ma facciamo delle ipotesi: per settembre il teatro e le altre sale saranno aperti ma con grandi limitazioni di accesso; limitazioni anche per gli spazi aperti e, si suppone, anche per i tendoni. Come pensate di accontentare tutto il pubblico?
Sarà per forza un anno di transizione e richiederà la buona volontà e la pazienza da parte di tutti. In teatro possono entrare solo 200 persone? Bene, 200 Amici di Pordenonelegge entreranno, gli altri avranno la possibilità di seguire grazie alle "nuove tecnologie".
Però, se facessimo il festival solo via web, ne sarebbe snaturata la sua caratteristica che è quella del contatto con gli autori e dell’incontro fra la gente.
Ma non avete neanche preso in considerazione l’ipotesi di un anno sabbatico?
Ci abbiamo pensato, ma abbiamo anche pensato che per settembre c’è ancora tempo. Un anno di sosta avrebbe tolto continuità all’iniziativa: per questo preferiamo adottare forme diverse ma fare egualmente il festival. Ci spiacerebbe doverlo fare solo in rete perché come detto pordenonelegge è per sua natura momento di incontro e poi è importante che la manifestazione confermi la centralità della città, che è e rimane il fulcro del festival. Stiamo confrontandoci anche con le autorità preposte per trovare assieme le forme migliori di fruizione: sarà un esperimento per tutti.
Per sua natura pordenonelegge attende ospiti da tutto il mondo, oltre che dall’Italia: si può supporre che a settembre persisteranno ancora difficoltà di spostamento…
Per gli autori stranieri bisognerà per forza pensare a incontri via web; gli italiani speriamo che a settembre possano muoversi e quindi che possano arrivare a Pordenone, pur nel rispetto di tutte le norme. L’importante è non perdere i contatti, sia con gli autori che con le case editrici; a livello locale, poi, abbiamo un patrimonio di amicizie e collaborazioni da coltivare con librerie, alberghi, ristoranti, volontari, fra cui i nostri Angeli.
La Fondazione non è solo pordenonelegge, però, ma molto altro in città e in altri centri.
Abbiamo e gestiamo iniziative in continuità. Abbiamo rapporti con altre città del Friuli Venezia Giulia (ad esempio a Monfalcone e a Lignano), la Regione stessa e Promoturismo Fvg ci affidano compiti di collaborazione, di formazione e di guida di altre realtà.
Ora stiamo studiando con Lignano come fare per il Premio Hemingway: per tutti dovrà passare l’idea che dovrà esserci meno realtà e più rete!
Anche la Fondazione avrà problemi con le risorse economiche e con i contributi…
La situazione economica della Fondazione è monitorata costantemente: le iniziative le concretizziamo solo se ci sono risorse disponibili. Quindi faremo pordenonelegge sulla base delle disponibilità. Per quanto riguarda Regione e Comune ho visto che non c’è chiusura, ma volontà di andare avanti, anche se è chiaro a tutti che in questo momento le risorse pubbliche, che saranno ridotte, dovranno essere destinate ai settori più in affanno. Ma il nostro patrimonio vero sono gli Amici di pordenonelegge: dobbiamo conservare e incrementare il rapporto, anche se gli Amici dovranno abituarsi - almeno per ora - a un diverso tipo di rapporto. E poi la nostra forza è l’interesse che i giovani ci dimostrano e non parlo solo degli Angeli, che sono preziosi.
L’auspicio è che da parte di tutti - pordenonesi e non - ci sia la voglia di stare vicini al loro festival e di fare qualcosa tutti assieme.
Nico Nanni
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