Pordenone Docs Fest: film e tavola sul linguaggio inclusivo
Oggi alle 17 la proiezione in anteprima nazionale di “White Balls On Walls” e la successiva tavola rotonda (18.30) sul linguaggio inclusivo. In serata l'anteprima assoluta di “Ulderica. Frute di mont”
Può il mondo della cultura rappresentare tutte le diversità? Che linguaggio usare per essere inclusivi? Parte da queste domande la tavola rotonda, che prende spunto dalla visione alle 17:00 in anteprima nazionale di “White Balls On Walls”, domani a Cinemazero, nell'ambito della XVI edizione del Pordenone Docs Fest. La tavola rotonda, a ingresso libero, inizia alle 18:30, con la scrittrice Giulia Blasi, autrice, tra l'altro, del saggio "Manuale per ragazze rivoluzionarie", Charl Landvreugd, artista e curatore del museo Stedelijk di Amsterdam, la giornalista Paola Dalle Molle, fra le promotrici di Carta di Pordenone, Stefano Ondelli, professore di Linguistica all’Università di Trieste, Barbara Tuzzolino, curatrice delle Linee guida per una comunicazione rispettosa delle differenze di genere ai Musei Reali di Torino. Modera Chiara Lico, conduttrice del TG2. La tavola rotonda, in collaborazione con l'Associazione Videoteche e Mediateche Italiane e l'Associazione Italiana Biblioteche, sezione Friuli Venezia Giulia, è preceduta, alle 17 dalla proiezione del documentario in anteprima nazionale "White Balls On Walls", di Sarah Vos, che racconta il dietro le quinte del museo Stedelijk di Amsterdam: una nuova prospettiva sulla storia dell'arte, ma anche il tentativo di molte istituzioni storico-culturali di essere inclusive.
La seconda giornata del Pordenone Docs Fest prosegue, alle 20:45, con il documentario “Ulderica. Frute di mont”, del regista friulano Stefano Giacomuzzi, sulla storia della fotografa che da quarant'anni immortala con i suoi scatti la Carnia e il Friuli, Ulderica da Pozzo,in anteprima assoluta a Cinemazero. Il film è prodotto da Agherose, grazie al sostegno del Fondo Regionale dell'Audiovisivo del FVG e con il patrocinio dell'ARLeF - Agenzia Regionale per la Lingua Friulana. A seguire, con il documentario “Steel life”, alla sua prima visione in Italia, gli spettatori partiranno per un viaggio lento, visivamente ammaliante alla scoperta dei grandi spazi del Perù, tra paesaggi splendidi e la disillusione degli abitanti del luogo, costretti a migrare per lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Ilviaggiosegue la ferrovia che attraversa il Paese, durante le celebrazioni della festa dell'Indipendenza, da Cerro de Pasco, una delle città più alte del mondo, a 4.380 m di altitudine, fino al porto di Callao, sulla costa dell'Oceano Pacifico. Interviene il regista Manuel Bauer, peruviano di stanza a Madrid, al suo film d’esordio.
Non solo prime visioni: il festival da quest'anno presenta la nuova sezione: Italian Doc, Future!, dedicata a film recenti di registe e registi italiani selezionati per la loro originalità, opere che, a qualche tempo dalla loro prima proiezione, vengono riproposte, per aumentarne la visibilità mediatica e costruire nuovi percorsi, rinnovando l’attenzione degli spettatori e del mondo Industry, dagli esercenti agli altri addetti della filiera (festival programmer, broadcaster, distributori...), in folta delegazione sempre presenti a Pordenone. Alle 15 il collettivo artistico milanese Santabelva presenta “Corpo dei giorni”, un film che gli autori definiscono come un errore di calcolo: «Pensavamo di esplorare un punto di vista particolare sul senso sociale del primo lockdown: quello di un vecchio ergastolano improvvisamente cacciato fuori di galera, mentre i liberi si ritrovavano chiusi dentro casa. Abbiamo incontrato, invece, temi enormi, più grandi dei limiti fisici e narrativi della pandemia».
Tra gli appuntamenti mattutini del festival, alle 10 la proiezione del documentario di Sophie Chiarello "Il cerchio", con intervento della regista, è dedicata a "Cinemamme e cinepapà", i neogenitori amanti del cinema, che si ritrovano in sala con i bambini, senza stravolgere i ritmi dei figli nei primi momenti di vita. Alle 10:30 è in programma per le scuole "My name is Charity", di Floriane Devigne, il racconto di una giovane donna nigeriana dall'incubo dello sfruttamento della tratta verso una nuova vita. Intervengono la regista e le referenti per il progetto regionale "il FVG in rete contro la tratta": Chiara Valerio, per Nuovi Vicini di Pordenone, Anita Garibalde e Barbara Vidacovic per il Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute di Trieste.
Inizia domani anche la prima edizione di Nord/Est/Doc/Camp, il nuovo laboratorio di accompagnamento e consulenza per documentari in fase di ultimazione, prodotti nel nord-est, promosso da Pordenone Docs Fest con Trento Film Festival ed Euganea Film Festival, grazie al sostegno delle Film Commission e dei Fondi audiovisivi del Friuli Venezia Giulia, del Veneto, del Trentino e dell’Alto Adige. Quattro i progetti selezionati: "Lazzarone"di Francesco Mattuzzi (produzione Planck Films, Rovereto), "Lisca Bianca - Nata libera"di Giuseppe Galante e Giorgia Sciabbica (produzione Ginko Film, Venezia), "The Other Side of the Pipe"di Marko Kumer (produzione Incipit Film, Udine), e "Vista mare"di Julia Gutweniger e Florian Kofler (produzione Albolina Film, Bolzano). I film, nella loro ultima fase produttiva, intraprenderanno il programma di incontri e workshop in cui autori e produttori potranno confrontarsi con esperti del settore, per elaborare strategie e soluzioni efficaci, al fine di esprimere il massimo potenziale dai film in lavorazione.
Il programma pomeridiano in Sala Pasolini prevede, alle 16, "Inside Gola Profonda", film di Fenton Bailey e Randy Barbato, del 2004, ripercorre la storia del film hard che nel 1972 divenne un’icona della rivoluzione sessuale: 25mila dollari di budget, 6 giorni di riprese, 600 milioni di dollari di incasso. Questi i numeri di Deep Throat – La vera gola profonda di Gerard Damiano, il più famoso film hard di tutti i tempi. Distribuito quando i movimenti per la liberazione sessuale e per l’uguaglianza di genere stavano raggiungendo il loro culmine, il film diventò un grimaldello di quella battaglia. La pellicola, dai contenuti espliciti, raccolse folle di spettatori nelle sale e divenne un fenomeno culturale. "Inside Gola Profonda" ne racconta le vicende produttive, gli aneddoti e soprattutto il clamoroso impatto sulla società del tempo.
A seguire, in Sala Pasolini continua la retrospettiva Donne con la macchina da presa, curata dallo storico e critico del cinema Federico Rossin. Alle 17:45 "Marisa della Magliana" di Maricla Boggio, è il ritratto di una ragazza madre che lotta per il diritto alla casa e talvolta ospita qualche ragazza incinta respinta dalla famiglia. Viene definito “il primo telefilm femminista”, ora in versione restaurata da Rai Teche. A seguire, "Donne da slegare" di Armenia Balducci, Maria Paola Maino e Marlisa Trombetta affronta il tema della condizione della donna casalinga.
Alle 19.30, di fronte a Cinemazero, il momento dell'aperitivo sarà accompagnato dalla musica del Defend Scacco jazz duet, di Efrem Scacco alla chitarra e Silvia Defend alla voce.
L'evento è in collaborazione con Birra Galassia e associazione InSoffitta.
Tutto il programma: www.pordenonedocsfest.it
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