Folkest: si prepara alla edizione 2022
selezioni del Premio Alberto Cesa, in palio una tournée e incontri di formazione, per diventare i grandi artisti di domani
Il Festival Folkest, l’International Folk Festival, oltre a essere già al lavoro in vista della prossima edizione, la numero 44, è partito anche con le selezioni nazionali della 18ma edizione del Premio Alberto Cesa che quest’anno ha raccolto circa duecento iscrizioni tra gruppi e singoli artisti e che si dipana su sei selezioni dal vivo - tra Arezzo, Loano, San Pietro in Cariano, Udine, San Donato Val di Comino - dove in ciascuna delle piazze vengono chiamati a esibirsi tre tra i selezionati che hanno partecipato al bando e solamente il primo classificato di ciascuna serata suonerà durante la fase finale a Spilimbergo, nel corso delle serate centrali di Folkest che si svolge in Friuli durante il mese di luglio.
Alberto Cesa, voce e ghironda di Cantovivo, uno dei gruppi pionieri della musica che quarant’anni fa ha fatto capire che delle radici non ci si deve vergognare, che cantare in dialetto non è stare ai margini, ma possedere una lingua magica. Agli albori degli anni Ottanta, fece una cosa che allora non si usava: scrivere (in incognito) testo e musica di una canzone tradizionale piemontese, La bela Mariansun, e con questa prendere simpaticamente in giro l’allora paludato mondo della ricerca etnomusicale, lasciando molti di stucco quando rivelava la recentissima composizione di quel testo e quella melodia.
Come ogni anno parte da Arezzo (e passerà anche per Udine) la carovana del Premio Alberto Cesa, il concorso alla ricerca di significativi artisti che si esibiranno in occasione di Folkest 2022. giocandosi anche l’importante assegnazione destinata al vincitore dal Nuovo Imaie per la realizzazione di una tournée. Oltre a ciò, tutti gli artisti che giungeranno alla fase di finale di Spilimbergo, cuore della manifestazione, avranno l’opportunità di partecipare ad alcuni incontri di formazione professionale con esperti provenienti da vari Paesi europei. Della serie “diventate voi i grandi artisti, quelli che di solito chiamiamo a Folkest!”
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