Dedica chiude un'edizione premiata da 7mila spettatori
"Un bilancio più che positivo" dichiara il presidente di Thesis, Antonino Frusteri. L'edizione 2022 a marzo
Si è chiusa sabato 23 sera con il concerto dei Radio Zastava, nella sala Capitol di Pordenone, la 27.edizione del festival Dedica organizzato dall’associazione culturale Thesis, in via eccezionale collocato nel mese d’autunno, faticosamente pensato, ripensato, infine rinviato a causa dell’emergenza pandemica e preceduto da una lunga serie di anteprime diluite – per gli stessi motivi - in diversi mesi. Uno sforzo straordinario, sfociato in otto giorni intensi di incontri, libri, teatro, cinema, musica e mostre che hanno condotto il pubblico nell’opera del protagonista, lo scrittore, giornalista e viaggiatore triestino Paolo Rumiz. Un percorso declinato in sedici eventi (compreso un “post” in programma giovedì 28 ottobre all’Università di Udine con Rumiz per l’incontro “Il viaggiatore di frontiera”, alle 17 , Palazzo Garzolini Toppo Wassermann), diversi sold-out e con un teatro Verdi finalmente di nuovo gremito per l’inaugurazione. Qualche dato: oltre 7 mila le presenze agli eventi di ottobre e alle anteprime, 1700 gli studenti (ragazzi e bambini) coinvolti, 130 mila le persone che hanno visto un contenuto di Dedica sui social (Facebook Twitter, Instagram, Youtube), 7 mila gli accessi al sito web nel periodo del festival.
“E’ un bilancio più che positivo – dichiara il presidente dell’associazione Thesis Antonino Frusteri – al di là degli ottimi numeri, soprattutto in un periodo ancora difficile, fra i timori che persistono nella gente, l’obbligo di green pass per accedere agli eventi... Quindi siamo più che soddisfatti sia delle presenze sia dei continui apprezzamenti ricevuti”. Gli fa eco il curatore artistico del festival, Claudio Cattaruzza. “Il pubblico, finalmente di nuovo in presenza, ha avuto modo di scoprire da vicino uno scrittore che molti conoscevano di più come autore di reportage e libri di viaggio, ma non, forse, per la profondità e la poeticità dei temi trattati . E senza nulla togliere alle edizioni precedenti forse è davvero stata la Dedica più bella, come ci hanno detto in tanti: dopo che è stata pensata e costruita in un contesto ancora turbolento, ha riempito i cuori di gioia vedere così tanta gente, è un segnale di ripresa importante dell’offerta culturale. Molto ha fatto, in tutto ciò, la generosità di Paolo Rumiz, si è speso con passione davvero in ogni contesto e con tutti”
“Ho sentito un’attenzione palpabile – ha dichiarato Rumiz – che mi ha obbligato a dare il massimo sempre, ma pur avendo speso tanta energia ho avuto una continua ricarica da parte del pubblico e degli organizzatori. Mi congedo dal festival con la netta percezione che mi trovo di fronte a un lungo e meticoloso lavoro che ha formato una generazione di lettori, giovani compresi. E questo – ancora Rumiz - mi ha lasciato stupefatto: la sensibilità dimostrata dai ragazzi che ho incontrato a Dedica ci dice quale straordinario capitale umano rischiamo di bittare via intontendoli di cose decerebrate. Ho avuto infine la conferma che la provincia italiana sa dare molto di più delle grandi città. Né a Roma né a Milano avrei percepito una simile densità di presenze e attenzione, tanto meno a Trieste, la mia città – ha concluso - che è conosciuta nel mondo per i suoi scrittori ma non ha un evento letterario all’altezza”
Nel 2022 tornerà nella sua tradizionale collocazione. E’ già stata decisa la data, dal 5 al 12 marzo, e il protagonista sarà un autore straniero, “nell’ottica, come sempre – precisa Cattaruzza - di aprire al pubblico nuovi orizzonti”
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