Cultura e Spettacoli
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Casarsa: torna “Lùsignis” nei borghi di Pasolini dal 2 al 20 novembre

Inaugura la rassegna “Il Fòuc e il seli di San Floreàn” martedì 2 novembre, anniversario della morte di Pasolini, ore 20.30, nella Chiesa di San Floriano

Parole chiave: Lusignis (1), Pier Paolo Pasolini (16), Casarsa (56)
Casarsa: torna “Lùsignis” nei borghi di Pasolini dal 2 al 20 novembre

Ritorna “Lùsignis” nei borghi di Pasolini dal 2 al 20 novembre, in un’edizione che segue il filo conduttore dell’idea di “impermanenza”. Nuova tappa del percorso culturale e artistico nei luoghi e nei pensieri pasoliniani, in una rassegna che prende il nome dalle lucciole, di cui il poeta, nel 1975, denunciava la scomparsa, sintomo di un drammatico fenomeno ecologico e metafora di un modello distorto di sviluppo economico-sociale che arriva fino a noi.
A inaugurare la rassegna nei borghi ricchi di memoria e bellezza saranno il fuoco e la cenere, simbolo della trasformazione che, attraverso la decomposizione della materia, attua la rigenerazione. “Il Fòuc e il seli di San Floreàn” è il titolo della serata di apertura di “Lùsignis”, martedì 2 novembre, anniversario della morte di Pasolini.Alle 20.30, nella Chiesa di San Floriano, risalente al XV secolo, a San Giovanni di Casarsa, si svolgerà la conversazione con l’antropologo culturale Gian Paolo Gri e la presentazione dell’installazione dell’artista Maria Elisabetta Novello.
Così Gri commenta la simbologia del fuoco: «Luce, calore, energia, socialità, immaginazione; fascino e timore. Il timore che ha creato anche la figura e il culto di San Floriano con la sua meravigliosa secchia capace di spegnere gli incendi di stalle, case, paesi. Dopo di lui il fuoco vivo è progressivamente uscito dall’esperienza delle ultime generazioni. Ai fòucs i Colonos avevano dedicato “In file” del 2003; ora a quel tema ritorna anche Lùsignis, riprendendo la tradizione popolare: il fuoco domestico, l’area del focolare, i fuochi comunitari. Lo fa muovendo dalle benedizioni e dalle immaginazioni che il fuoco, consumandosi, sparge intorno a sé: con il fumo e las lausìgnes che salgono in alto, con i carboni e la cenere che restano sul focolare. Nel simbolismo del fuoco nulla va sprecato; hanno vita nuova anche i residui».

La chiesa di San Floriano, risalente XV secolo, conserva tra i tanti affreschi l’unico ciclo organico di dipinti esistente in Friuli dedicato alla vita di S. Floriano (Cristoforo Diana, 1590).

La chiesa e l’installazione di Maria Elisabetta Novello saranno visitabili nelle giornate di:
Sabato 6 novembre dalle 14.00 alle 17.00
Domenica 7 novembre dalle 14.00 alle 17.00
Sabato 20 novembre dalle 14.00 alle 17.00

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