19 agosto 1954: moriva Alcide De Gasperi, statista d'Italia, padre d'Europa
Il Popolo" del 22 agosto 1954 annuncia in prima pagina: "E’ morto l’on. Alcide De Gasperi restauratore dell’Italia - Il decesso avvenuto per paralisi cardiaca a Sella di Valsugana - Vivo cordoglio nella nazione - L’uomo politico e il cristiano"
Il Popolo" del 22 agosto 1954 annuncia in prima pagina: "E’ morto l’on. Alcide De Gasperi restauratore dell’Italia - Il decesso avvenuto per paralisi cardiaca a Sella di Valsugana - Vivo cordoglio nella nazione - L’uomo politico e il cristiano": L’articolo impostato su tre colonne e privo di firma come all’epoca si usava, probabilmente firmato dal direttore don Antonio Giacinto, è corredato da una fotografia di De Gasperi con i suoi mitici occhiali dalla montatura chiara. Giacca, camicia bianca e cravatta scura.
Un volto che gli italiani non dimenticheranno mai, quello dell’uomo della pace, uno dei padri dell’Europa. "Il Popolo" scrisse sempre di De Gasperi.
Nei mesi precedenti la morte improvvisa in un articolo de "Il Popolo" del 16 maggio 1954 il settimanale scrive di De Gasperi eletto Presidente della C.E.C.A. a Strasburgo, organismo internazionale che ha messo in comune il commercio del carbone e dell’acciaio con ottimi risultati.
De Gasperi ex presidente del Consiglio eletto all’unanimità per acclamazione, riconosciuto come uno dei maggiori statisti d’Europa".
"Il Popolo" del 25 luglio annuncia De Gasperi Presidente e Fanfani Segretario della Democrazia Cristiana. Il partito è unito nelle fedeltà democratica, nella lotta per la libertà e per servire il popolo". "Il Popolo" dell’8 agosto 1954 porta in prima pagina la notizia della prossima soluzione provvisoria della situazione di Trieste". Il settimanale non esce in data 15 agosto per le ferie di giornalisti e tipografi. Esce il 22 agosto con la notizia della morte di De Gasperi.
DA IL POPOLO DEL 22 AGOSTO 1954
La notizia diramata dalla radio che nella notte sul 19 agosto nella sua residenza estiva di Selva Valsugana, si era spento improvvisamente per paralisi cardiaca l’on. Alcide De Gasperi, ha suscitato in Italia vivissimo compianto, un cordoglio sentito e diffuso, non solo tra i cattolici, ma tra tutti gli onesti e i consapevoli, i quali riconoscevano in lui un uomo di forte tempra, un cristiano convinto e coerente, un politico di alte doti e di ampi orizzonti, un vindice della libertà, un grande artefice della ricostruzione della Patria. Il partito della Democrazia Cristiana ha perduto in Alcide De Gasperi il suo restauratore, la sua guida sapiente, il suo maestro illuminato.
De Gasperi era nato da modestissima famiglia a Pieve Tesino (Trento) il 3 aprile 1881. Percorse gli studi secondari a Trento e quelli universitari a Vienna, dove conseguì la laurea in filosofia. Insieme con Cesare Battisti partecipò alle agitazioni irredentistiche e fu perciò severamente punito dalle autorità austriache; come rappresentante di Trento al parlamento austriaco, difese strenuamente l’italianità della sua terra, noncurante delle conseguenze alle quali si esponeva e di cui doveva poi portare il peso. Assunse nel 1921 la direzione del giornale "Nuovo Trentino" che divenne bandiera di italianità, di democrazia, di libertà, ideali che dominarono costantemente gli atteggiamenti e le opere di De Gas peri.
Dal 1921 al 1924 fu deputato del Partito Popolare Italiano e presidente del gruppo parlamentare di tale partito;dal 1924 al 1926 fu segretario del P.P.I., successore di Luigi Sturzo.
Condannato nel 1926 per antifascismo, divenne assistente e poi Segretario della Biblioteca Vaticana e in questo posto trascorse quattordici anni nel silenzio e nello studio; sono di questo periodo volumi che egli pubblicò sotto gli pseudonimi di Mario Zanatta e Jaspar, non essendogli concesso dalle autorità fasciste di firmarli col suo vero nome. Partecipò al movimento clandestino e per molti mesi rimase chiuso nel Seminario del Laterano, dove insieme con altri uomini politici preparò i nuovi ordinamenti dello Stato democratico.
Ministro senza portafogli nel 1944, nello stesso anno e in quello successivo fu Ministro degli Esteri; dal ’45 fu anche Presidente del Consiglio e Ministro per l’Africa Italiana.
Alla Presidenza del Consiglio fu confermato dopo le elezioni del 18 aprile 1948 e in questa alta carica esplicò un’azione vastissima, paziente, tenace e fiduciosa per reinserire l’Italia dignitosamente nel consesso delle nazioni libere e per potenziare la sua ricostruzione morale ed economica, nello spirito delle tradizioni cristiane del nostro popolo.
Europeista convinto, fu designato per acclamazione Presidente del Consiglio d’Europa e tale ufficio anche attualmente mantenne. (A tale proposito vogliamo ricordare che nelle votazioni di luglio 2024 che hanno visto Roberta Metsola per la seconda volta alla Presidenza dell’assemblea di Strasburgo, la stessa, subentrata alla presidenza alla morte prematura presso il CRO di Aviano del nostro David Sassoli, ha tenuto un discorso ricco di Italia, ricordando Sassoli, i magistrati Falcone e Borsellino, e Alcide De Gasperi. .Ndr)
Non mancarono a De Gasperi le sofferenze, le incomprensioni e le lotte: egli però tutto sostenne con serenità e con fortezza, animato dalla sua grande Fede e dalle sue profonde convinzioni di cristiano.
Ci chiniamo riverenti alla memoria di questo uomo, al quale tutta l’Italia deve essere grata e allo spirito eletto di lui auspichiamo e preghiamo il premio eterno promesso da Dio ai servi buoni e fedeli".
I FUNERALI
e esequie: non diremo della partecipazione di uomini di stato e di governo al lutto dell’Italia per la scomparsa dell’on. De Gasperi: è stato un vero plebiscito di elogi e di riconoscimenti e la stampa libera ha reso omaggio solenne all a memoria dello scomparso.
Diremo piuttosto dell’omaggio della gente del popolo, degli operai e dei contadini, i quali vedevano in lui il vindice della libertà, il restauratore dell’ordne civile, il cristiano proteso all’attuazione di quella giustizia sociale e di quel progresso, di cui è i.spiratore il ’Vangelo, il libro divino che De Gasperi aveva preso quale norma di vita e di azione.
A Sella di Valsugana i montanari sono stati i primi a inginocchiarsi davanti alla salma a recarle i loro fiori; poi è venuta la volta di Trento, dove la salma è stata vegliata per due notti e accolta nella Cattedrale, ha ricevuto un nuovo solenne tributo di onore, mentre si innalzavano a Dio preghiere, segno di riconoscenza e invocazione della pace suprema; poi ancora il pellegrinaggio, fu detto giustamente: il trionfo, lungo l’Italia, con le soste a Verona, Vicenza, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Firenze, Arezzo, Orte, dove le popolazioni con le autorità civili, religiose, militari e le organizzazioni sindacali e politiche, si sono chinate riverenti al passaggio della bara ed hanno elevato preghiere. La salma, giunta a Roma, è stata recata, in forma privata, nella chiesa del Gesù, dove si è portato a renderle omaggio anche S. E. Mons. Montini, Prosegretario di Stato di Sua Santità.
Alla Messa di requiem, celebrata dall’Arcivescovo dell’Esercito S. E. mons. Pìntonello presenti il Card. Vicario Mioara, e il Decano del Sacro Collegio, Tisserant, hanno assistito il Presidente della Repubblica, on. E inaudi, i Presidenti del Senato e della Camera, i membri del Governo col Presidente on. Scelba, il Corpo diplomatico con il decano Mons. Fletta, Nunzio Apostolico In Italia, numerosissimi parlamentari di quasi tutti i partiti (assenti quelli del M S I), le rappresentanze delle tre .organizzazioni sindacali, dell’Azione Cattolica con il Presidente generale prof. Gedda, inviati straordinari dall’estero, della Comunità europea del carbone e acciaio, ecc. ecc. La rappresentanza del partito comunista, della quale facevano parte gli onn. Pajetta e Sereni, ha preferito rimanere fuori del tempio, nel quale è entrata a cerimonia finita. L’assoluzione al tumulo è stata impartita dal. Cardinale Micara. Un corteo lungo due chilometri si è poi snodato dal Gesù sino a piazza dell’Esedra; la bara era stata collocata su una berlina funebre trainata da tre pariglie di cavalli.
Il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, i dirigenti della Democrazia Cristiana, insieme con la vedova dell’Estinto, signora Francesca e le figlie erano ad attendere la salma nella basilica di S. Lorenzo al Verano, dove il Ministro Generale dei Cappuccini le ha impartito la benedizione, prima che venisse accompagnata, per la tumulazione provvisoria, nella cripta. Essa infatti verrà deposta, in apposito monumento nella navata destra della basilica e ciò per particolarissimo consenso del S. Padre. L’on. Fanfani ha poi ringraziato i presenti e ha affermato che gli esempi e gli insegnamenti del grande Statista cristiano rimarranno quale preziosa eredità, a guida e a conforto di quanti continueranno l’opera da lui condotta con tanto spirito di fede e tanto amore.
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