Un terzo degli studenti ha provato la cannabis Il 16% la usa in modo regolare
Relazioni sulle tossicodipendenze in Italia: aumenta la consapevolezza sui rischi
E' stata pubblicata la “Relazione sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia per il 2019”, annualmente presentata al Parlamento dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. E’ il documento ufficiale governativo contenente i dati dell’anno precedente aggiornati al 31 dicembre e viene redatta con l’obiettivo di “favorire una facile comprensione dei complessi sviluppi e dell’impatto della diffusione delle sostanze stupefacenti sulla salute pubblica del nostro Paese”.
Dalla relazione apprendiamo che continua a crescere il mercato della cocaina e la sua elevata disponibilità, causa di una maggiore incidenza nei ricoveri e nei decessi. Si calcola che nel 2019 siano stati spesi 16 miliardi di euro da parte dei consumatori per l’acquisto di sostanze stupefacenti e che il 31% riguarda la cocaina.
I quantitativi di cocaina sequestrati sono quasi triplicati raggiungendo nel 2019 le 8,3 tonnellate. Anche la domanda è aumentata negli anni: secondo le ultime stime disponibili, dei quasi 16 miliardi di euro spesi per l’acquisto di sostanze stupefacenti circa il 31%, corrispondente a poco meno di 5 miliardi di euro, ha riguardato proprio cocaina. La fetta di mercato attribuibile a questa sostanza risulta dunque essere in costante e rapida crescita, grazie anche alla posizione strategica che il nostro Paese occupa nello svolgimento delle attività criminali a essa collegate.
Le persone segnalate alle Prefetture -UTG per detenzione di sostanze stupefacenti o psicotrope per uso personale sono state 38.511, dato in diminuzione dal 2017. L’età media dei segnalati è di circa 24 anni e l’11% è minorenne. Il 79% delle sostanze segnalate riguarda i cannabinoidi, il 16% cocaina/crack e quasi il 5% gli oppiacei.
Nel 2019 le persone denunciate per reati penali droga-correlati sono state 34.914, con una diminuzione dal 2017 da attribuirsi al decremento delle denunce per reati correlati al traffico di cannabinoidi. Stabili le denunce per eroina e droghe sintetiche e in aumento quelle per cocaina e altre sostanze.
I procedimenti penali pendenti per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti sono stati 86.280, dato in crescita negli ultimi 4 anni. I condannati per i reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti e/o associazione, nel 2019 sono stati 14.356, quasi un terzo (27%) dei quali era recidivo.
Oltre un terzo della popolazione carceraria è rappresentato dai detenuti con reati droga-correlati (dato in crescita dal 2015) che alla fine del 2019 risultavano 21.213. Il 95% ha commesso un reato di produzione, traffico e detenzione di sostanze.
I soggetti in carico ai Servizi Sociali della Giustizia Minorile per reati droga-correlati sono stati 4.205, un terzo dei quali (1.274), dato stabile, in carico per la prima volta durante l’anno.
Continua il trend in aumento dei decessi per overdose che raggiunge i livelli del decennio precedente con oltre un decesso al giorno. Nel 2019 sono stati registrati 373 casi (+11%).
Anche per quanto riguarda le ospedalizzazioni direttamente droga-correlate, che nel 2019 sono state 7.480, in aumento soprattutto tra i giovani e gli adulti under 45, circa la metà dei casi è dovuta all’uso di sostanze miste o non specificate. È per la cocaina che si rileva l’incremento maggiore: sono infatti triplicati nell’ultimo decennio i ricoveri direttamente correlati a questa sostanza.
E’ preoccupante notare che “mentre a contribuire ad aumentare anche le degenze che annoverano l’uso di sostanze tra le cause del ricovero, alla cocaina si aggiunge la cannabis”.
La relazione si sofferma anche sulla diffusione delle NSP – cioè delle Nuove Sostanze Psicoattive, sintetiche e di poliutilizzo, che sono in costante espansione, specie fra i giovani.
Restano stabili i consumi fra i giovanissimi: oltre un terzo degli studenti dichiara di aver provato cannabis nella vita e il 16% di farne un uso corrente. Nella maggioranza dei casi si tratta di un uso esclusivo, non associato ad altre sostanze illecite.
La relazione, malgrado la sua importanza, non ha trovato eco nei mezzi di comunicazione né nel mondo politico, a dimostrazione dell’assuefazione della società all’uso della droga ed alle sue conseguenze.
E’, invece, una buona notizia sapere che “aumenta la consapevolezza dei rischi correlati al suo utilizzo tra gli studenti che hanno avuto modo di partecipare a interventi di prevenzione sull’uso di sostanze psicoattive. Risulta inoltre in aumento la percentuale di studenti che ha partecipato a tali attività e ne ha successivamente rifiutato l’uso, pur avendo avuto l’opportunità di utilizzare cannabis”.
Constatiamo, allora, come sia ancora una volta la scuola ad assumere un compito che va al di là del semplice insegnamento, per svolgere una valida opera di contrasto all’uso delle droghe, e ci auguriamo che possa continuare in questo suo essenziale impegno.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento