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Presidente Fisc a difesa e sostegno dei settimanli diocesani

Il presidente Fisc don Adriano Bianchi: “La nostra comunicazione è a servizio della comunità e senza una comunicazione buona la comunità non cresce”.

Parole chiave: Fisc (20), Settimanali diocesani (6)
Presidente Fisc a difesa e sostegno dei settimanli diocesani

  Si è tenuto a Faenza (16 e 17 maggio) e Forlì (sabato 18 maggio) il convegno dei settimanali diocesani aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici). Dopo una giornata (giovedì 16) dedicata alla assemblea nazionale straordinaria Fisc centrata su alcune modifiche dello statuto (ospiti del Convitto delle Suore Domenicane di Fogliano, frazione di Briseghella), l’attenzione è stata rivolta al tema: "Colori d’Europa. Le sfide del terzo millennio".
Nella due giorni si sono succeduti una serie di interventi dedicati alla costruzione e alla comunicazione dell’Europa di oggi; interessanti anche le testimonianze di giovani dell’Erasmus: sia italiani che sono stati in vari stati europei, sia stranieri attualmente in Italia perché aderenti a vari progetti di scambi internazionali.

I settimanali oggi. “Come settimanali diocesani raccontiamo i nostri territori, le sfide amministrative. Siamo comunità nella grande comunità europea, nel grande sogno europeo”. Lo ha affermato don Adriano Bianchi, presidente nazionale della Fisc, all’apertura dell’ultima giornata del convegno nazionale “Colori d’Europa, le sfide del terzo millennio” a Forlì.
“Percepiamo come lo spirito che anima la vita dei nostri settimanali con il racconto delle Chiese e della gente abita ogni territorio del Paese”, ha osservato don Bianchi, sottolineando che “se anche abbiamo pochi mezzi cerchiamo di farli fruttare al meglio, grazie a persone che credono in questa presenza”.
Presenza indispensabile perché: “La nostra comunicazione è a servizio della comunità e senza una comunicazione buona la comunità non cresce”.
La fisionomia del settimanali è stata così delineata: radici ben piantate nei territori e sguardo aperto all’Europa e al mondo. I settimanali diocesani, voci che in tutta Italia raccontano realtà ecclesiale e comunità civile, vivono un momento di passaggio sul versante ecclesiale. Le diocesi continuano il percorso di ripensamento della loro comunicazione. Non sempre gli esiti sono positivi per i settimanali diocesani, ma a volte portano anche a dei rilanci e a un’integrazione maggiore nella comunicazione diocesana". Quindi riguardo al web: "Il cambiamento è una sfida da accettare, ma pensare che passare all’online sia la soluzione di tutti i problemi, dimenticando un certo tipo di tradizione, è un atteggiamento sbagliato. Il cartaceo ha ancora una sua importanza, smantellarlo d’improvviso significa far mancare il radicamento e il contatto con le persone".

A Forlì. L’occasione del convegno ha portato i settimanali diocesani ad essere in quel di Forlì-Bertinoro, diocesi di cui è vescovo il "nostro" don Livio Corazza, già parroco della cattedrale a Concordia. “Il nostro futuro è unito a quello dell’Europa”. Ha ricordato mons. Livio Corazza, vescovo di Forlì-Bertinoro, nel messaggio ai partecipanti al convengo. A leggerlo ai presenti, nella sala don Bosco, è stato don Giovanni Amati, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali.

Doppio anniversario. Il convegno ha avuto all’ordine del giorno anche festeggiare due importanti traguardi dei settimanali delle due diocesi coinvolte: i 120 anni del settimanale “Il Piccolo” di Faenza e i 100 anni del settimanale “Il Momento” di Forlì-Bertinoro.
A tal proposito mons. Livio Corazza ha ricordato le “sfide che i settimanali di ispirazione cattolica hanno dovuto affrontare in questi anni, vincendo la battaglia di coniugare il messaggio evangelico con la vita di tutti i gironi, dando voce alla vita delle comunità ecclesiali, intercettando i cammini di futuro di speranza, soprattutto dei più poveri ed emarginati”.
“Se è importante il passato, ci interessa il futuro dei settimanali e delle nostre comunità”, ha proseguito il vescovo, augurandosi che “ci siano le condizioni opportune da un punto di vista ecclesiale, sociale, legislativo e politico perché queste voci, queste agorà, queste piazze moderne sappiano interagire per quanto riguarda le pubblicazioni sia su carta sia nei social network, perché abbiamo bisogno davvero di trovare sempre nuova ispirazione” (SIR)

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