Attualità
stampa

Libano, dopo l’esplosione, scoppia la protesta della gente

 Dalla Cei subito un milione di euro per garantire un primo soccorso alla popolazione

Libano, dopo l’esplosione, scoppia la protesta della gente

Il sabato della rabbia. A quattro giorni dalla terribile esplosione al porto di Beirut che ha ucciso almeno 158 persone e ferito altre 6.000, i libanesi sono scesi in piazza per dare voce a tutta la loro rabbia. Dalle 15 del pomeriggio di sabato 8 agosto, centinaia di cittadini si sono radunati nel centro della città. Place des Martyrs, simbolo della protesta popolare, è tornata ad essere il punto di riferimento dei libanesi per una manifestazione di popolo che ha avuto come slogan principale “Il giorno del giudizio”.
I dimostranti chiedono che sia fatta giustizia e siano identificati tutti i responsabili della tragedia. Ma la rabbia è soprattutto contro una classe politica che il Libano oggi giudica inetta e corrotta. In piazza i dimostranti hanno montato delle ghigliottine, come simbolo di un popolo che ha ormai condannato l’intera classe politica libanese. La folla ha cominciato a scandire “Thawra! Thawra!” che significa “rivoluzione”.
Su twitter, sia l’esercito libanese sia le forze dell’ordine hanno invitato i manifestanti a protestare in maniera pacifica, comprendendo “la grandezza del dolore nei cuori dei libanesi e la difficoltà del momento”. Ma purtroppo, già fin della prime ore della manifestazione, ci sono stati scontri e le forze dell’ordine hanno cominciato a lanciare gas lacrimogeni sui manifestanti. Sebbene il bilancio sia ancora provvisorio, la Croce rossa libanese parla di 55 feriti portati in ospedale e di 117 interventi sul posto. Alcuni manifestanti sono poi riusciti ad entrare nella sede del Ministero dell’Economia, hanno rimosso la foto del presidente della Repubblica Michel Aoun e l’hanno gettata dalla finistra.
Di fronte alla pressione delle strade, il primo ministro Hassane Diab ha annunciato che avrebbe proposto elezioni anticipate.
Lunedì 10 agosto è arrivata la notizia delle dimissioni del Governo proprio a causa delle violente proteste conseguenti all’esplosioni della settimana scorsa.

La Cei dona 1 milione

La Presidenza della Conferenza episcopale italiana ha deciso lo stanziamento di 1 milione di euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, in soccorso delle popolazioni del Libano colpite dalla terribile esplosione del 4 agosto scorso.
“Secondo un bilancio provvisorio, oltre alle vittime e ai feriti, vi sarebbero centinaia di migliaia di sfollati e ingenti danni alle abitazioni e alle infrastrutture – ricorda una nota della Cei -. I bisogni più urgenti sono l’assistenza sanitaria per i feriti, cibo, acqua, alloggio per gli sfollati, sostegno psico-sociale per i soggetti più vulnerabili”. Non solo: “La catastrofe colpisce un Paese già piegato da una pesante crisi finanziaria, economica e sociale, acuitasi nell’ultimo anno, che ha ridotto in povertà moltissime famiglie con più di un quarto della popolazione che vive con meno di 5 dollari al giorno”.
“La Chiesa italiana – prosegue la nota – esprime cordoglio e vicinanza alla popolazione libanese e assicura la propria preghiera per le vittime, i loro familiari e i feriti: il Signore possa lenire le sofferenze di questo momento. Prega anche perché il Paese, con l’impegno delle autorità politiche e religiose e della società tutta, possa superare le sofferenze di queste giornate”.
Lo stanziamento della Presidenza Cei, precisa la nota, “è destinato al sostegno dei piani di intervento d’emergenza di Caritas Libano, tramite Caritas Italiana, per i prossimi 12 mesi”. In coordinamento con le agenzie umanitarie presenti, “la Caritas sta già fornendo cibo, farmaci, assistenza medica, beni di prima necessità, kit igienico sanitari, e prevede di continuare tali azioni per i prossimi mesi”. Inoltre, “sosterrà gli interventi per la riparazione delle abitazioni, le azioni di riabilitazione, l’accompagnamento e il sostegno al reddito per le fasce più povere e vulnerabili della popolazione, anche grazie ad un’ampia mobilitazione del volontariato locale”.

Libano, dopo l’esplosione, scoppia la protesta della gente
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento