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Francia: appello dei leader religiosi: "La violenza non è mai la strada giusta"

In una Francia bloccata da una violenza scoppiata dopo l'uccisione del giovane diciassettenne che guidava senza patente i leader religiosi lanciano un appello: Iman, chiesa ortodossa, chiesa cristiaba, unione buddista, tutti uniti perché la furia distruttrice si plachi

Parole chiave: Rivolte (1), Francia (5), Violenza (25), Macron (4)
Francia: appello dei leader religiosi: "La violenza non è mai la strada giusta"

Leader religiosi di Francia “impegnati da tempo nella concordia e nella fraternità, in questi tempi difficili per i quartieri delle nostre città e per il nostro Paese”, lanciano insieme un appello “al dialogo e alla pace”. In una dichiarazione comune firmata dai religiosi e dai vescovi cattolici di Francia, dal rettore della Grande Moschea di Parigi, dal rabbino capo di Francia Haïm Korsia, dal presidente del Cfcm Mohammed Moussaoui, dal presidente dell’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia, dal pastore Christian Krieger, presidente della Federazione protestante di Francia e dal presidente dell’Unione buddista di Francia, i leader religiosi esprimono vicinanza nel dolore alla famiglia di Nahel e assicurano le loro preghiere “specialmente per sua madre. Sentiamo la sofferenza e la rabbia che viene espressa. Affermiamo anche con una sola voce che la violenza non è mai una buona strada”, scrivono i religiosi. “Deploriamo profondamente la distruzione di scuole, negozi, municipi, mezzi di trasporto”, proseguono. “I primi a subirne le conseguenze sono proprio gli abitanti, le famiglie e i bambini di questi quartieri. In questi tempi difficili, chiediamo la salvaguardia e il consolidamento del necessario legame di fiducia tra la popolazione e le forze dell’ordine che tanto hanno dato durante le prove che il nostro Paese ha attraversato. Incoraggiamo i nostri governanti e gli eletti della Nazione a lavorare insieme, con responsabilità, per realizzare la giustizia e la pace. Possano tutti i credenti oggi più che mai essere servitori della pace e del bene comune. Siamo tutti insieme disponibili a contribuire ad esso”.
Purtroppo, in tutto il paese, non solo a Parigi, non si ferma la rivolta delle banlieues. Durante la notte, la polizia francese ha effettuato 120 arresti a Parigi per atti di violenza. Lo ha comunicato la prefettura della capitale francese. Scontri tra la polizia e giovani si sono verificati in serata a Vénissieux e a Villeurbanne, nella periferia di Lione. Gli agenti hanno tratto in arresto 31 persone. Saccheggi sono stati segnalati nel centro di Grenoble e di Saint-Etienne dove sono stati presi di mira negozi di abbigliamento, di ottica e di telefonia, oltre a gioiellerie. A Bondy (Seine-Saint-Denis), nella banlieu parigina, circa cento giovani si sono ritrovati in serata davanti al negozio di arredamento Conforama per saccheggiarlo e la polizia ha effettuato diverse cariche per disperderli. Numerosi furti da parte dei rivoltosi sono stati segnalati. Il presidente Emmanuel Macron non ha dichiarato lo stato d’emergenza, come molti prevedevano, ma ieri si è rivolto alle famiglie dei minorenni che partecipano alle violenze, chiedendo di tenere i giovanissimi a casa. Anche i social, dove i black bloc si coordinano, sono stati chiamati alle loro responsabilità. Intanto però, temendo il peggio, il governo ha ordinato anche l’impiego dei mezzi blindati, ha annullato concerti, eventi pubblici, feste di quartiere e nelle scuole, e ha accorciato alle 21 le corse degli autobus e dei tram.

(M.C.B.)

Fonte: Sir
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