Associazione apicoltori: “Come salvare le api”
A Ortogiardino, in fiera a Pordenone, domenica 10 marzo alle 9.45
Il 40° convegno dell’apicoltura pordenonese sul tema "Come salvare le api" è inserito nel contesto fieristico di Ortogiardino. E’ in calendario per domenica 10 marzo, a partire dalle 9.45.
L’apertura dei lavori è affidata a Pierbruno Mutton, presidente del Consorzio Apicoltori di Pordenone. Fra i temi in programma, affidati a specialisti, assumono rilievo le esperienze di selezione di api adattate al territorio e la loro alimentazione.
Il presidente Mutton spiega: "Negli ultimi anni la sopravvivenza di questi stupendi insetti è messa in pericolo da moltissimi fattori: fra i più rilevanti, la varroa, acaro parassita, e altre malattie determinate da organismi microbici. Pesa il fatto che il territorio sia sempre meno ospitale a causa della crescente urbanizzazione e attività antropica, per cui stanno venendo meno prati e siepi con le loro varietà floreali. C’è poi da mettere in conto l’inquinamento con fitofarmaci usati senza adeguate cautele. Il Convegno punta su due aspetti : la selezione genetica delle api più adatte a un determinato territorio e la loro nutrizione naturale e artificiale. La prima è legata alla presenza di colture o essenze che garantiscano il necessario approvvigionamento soprattutto per la sopravvivenza dei laboriosi insetti.
Il primo raccolto utile per la produzione di miele si colloca intorno ai primi di aprile con le abbondanti fioriture di tarassaco: se il tempo è favorevole, una parte del nettare è trasformata in miele. Dopo il tarassaco, ai primi di maggio è il turno delle fioriture di acacia che consentono la produzione di miele monoflorale. In certe zone una determinata varietà di miele può essere prevalente sia pure in concomitanza con il millefiori (spesso le stesse acacie sono situate nel contesto di prati in fiore).
Il nostro Convegno in fiera offre suggerimenti agli apicoltori perché possano migliorare il benessere delle api".
Alcuni dati: al Consorzio di Pordenone aderiscono oltre 300 soci su un totale di 400 apicoltori presenti sul territorio. Si contano circa 7.000 alveari; soltanto in due/tre casi l’apicoltura è la sola realtà produttiva, mentre per un piccolo gruppo questa attività rappresenta una integrazione del reddito; nella maggior parte il miele è prodotto per autoconsumo.
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