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XII Settimana sociale diocesana: alla ricerca di strade nuove contro gli egoismi che uccidono il pianeta

Siamo in emergenza sanitaria, ambientale economica e sociale

La distruzione della natura, le guerre, le diseguaglianze e le ingiustizie sociali, oltre alla pandemia che ancora stiamo vivendo, stanno minacciando l’intera umanità.

Viviamo un’emergenza sanitaria, ambientale economica e sociale senza precedenti. Quanto accade, suona da monito per tutti. Dobbiamo e possiamo reagire all’inevitabile, cercando strade e opportunità nuove per "aggiustare" le tante diseguaglianze rinunciando agli egoismi che caratterizzano la nostra epoca, percorrere la via del vero bene comune e della solidarietà. Cambiare mentalità impegnandoci ad orientare le nuove tecnologie verso un modello di sviluppo rispettoso dell’ambiente, un modello economico che rispetti i diritti sociali e politici delle persone.

E’ opinione diffusa che alla globalizzazione dell’economia non è corrisposta analoga globalizzazione dei diritti dei lavoratori e dei diritti civili dei cittadini. le semplificazioni populiste a cui frequentemente politica e società fanno appello, sono il sintomo delle difficoltà che le società contemporanee incontrano nell’adattarsi ai nuovi modelli produttivi e sociali che si stanno affermando. La nuova ideologia che considera le persone semplicemente come consumatori, ha progressivamente messo da parte la centralità del lavoro, nella sua dimensione economica con la riduzione della quota di valore distribuito allo stesso. L’idea di una crescita infinita e illimitata che tanto ha entusiasmato economisti, teorici della finanza e della tecnologia, rende lampante a tutti le sue contraddizioni. Coloro che hanno postulato e praticato una disponibilità infinita di risorse, in realtà hanno deteriorato, forse irreversibilmente, il destino del pianeta.

Si impongono quindi scelte strutturali, oramai non più rinviabili.

Gli imprenditori più pragmatici hanno già iniziato ad adottare metodi di produzione che attraverso rigenerazione di beni e prodotti e l’attuazione di politiche di economia circolare, maggiormente si conciliano con le esigenze della persona. Siamo entrati in una nuova era, in cui la potenza tecnologica ci pone di fronte a un bivio, dalla macchina a vapore siamo passati alla rivoluzione digitale. L’umanità, almeno nella parte di mondo in cui viviamo, si è liberata dalla fatica del lavoro creando prodotti meravigliosi. Quando tecnologia e scienza, sono a servizio dell’uomo producono cose preziose che hanno via via migliorato la qualità della nostra vita. Tuttavia è innegabile che le conoscenze negli ambiti dell’energia nucleare, della biotecnologia, dell’informatica e della conoscenza del Dna offrono un grande potere a coloro che le detengono sia sul versante economico che su quello sociale.

Dietro la spinta alla digitalizzazione sempre più profonda e capillare, si accentua l’aumento di contenuto cognitivo di cui molte delle nuove attività lavorative necessitano.

Le professioni stanno cambiando; alcune spariscono e altre nascono e il bisogno di competenze tecniche elevate è ormai condizione necessaria. Alcuni ricercatori sostengono che solo una quota limitata di lavori sarà completamente sostituita, ma oltre il 60% delle attuali attività professionali è destinato a subire profonde trasformazioni. Tutto questo determinerà un impatto molto forte, perché i lavori a più elevata competenza tenderanno a concentrarsi in grandi aree metropolitane o nelle regioni a elevata integrazione.

Accanto alla fitta rete di piccole e medie imprese che il mondo ci invidia, accanto ai campioni del made in Italy, continuiamo ad avere realtà che si limitano a mera strategia di sopravvivenza con scarsa innovazione e pochi investimenti.

Il modello di sviluppo in molte zone del paese è ancora caratterizzato dal solito paradigma dello sfruttamento, del lavoro e dell’ambiente. Il lavoro cambia, e con esso cambia la sua geografia, la dimensione sociale e umana. All’interno di questa prospettiva alcune riflessioni sono opportune per l’impatto che l’innovazione tecnologica sta determinando.

Produzione, consumi, trasporti, sistemi di comunicazioni, società, questi sono i temi urgenti a cui dare risposte nuove. I problemi vanno affrontati nella loro globalità, come ci indica papa Francesco nella sua "Laudato Si’".

Un’ecologia che non parla solo di ambiente, ovvero della cura della casa comune. Papa Francesco pone al centro la persona e il suo ruolo in questo mondo, richiamandoci a "coltivare e custodire" in equilibrio con la nostra natura di esseri umani. Invitandoci a un impegno "rivoluzionario" e a porre una svolta nella storia dell’uomo. Riflettere su tutto ciò, soffermarsi a ragionare oggi sul senso del lavoro è dunque un modo per ricostruire la necessità tra dovere di scegliere e libertà delle persone, accrescere le competenze per consentirci di stare al passo con le trasformazioni tecnologiche garantendo un lavoro dignitoso per tutti.

Fonte: Redazione Online
XII Settimana sociale diocesana: alla ricerca di strade nuove contro gli egoismi che uccidono il pianeta
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