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Veneto Orientale: i coltivatori lamentano l'impennata dei costi di produzione

I rincari delle materie prime fanno quasi raddoppiare la spesa per le semine. Con l’avvio delle operazioni colturali autunnali, le aziende agricole, stando alle stime di Coldiretti Veneto, devono affrontare rincari fino al 50% per il gasolio necessario alle macchine da lavoro.

Veneto Orientale: i coltivatori lamentano l'impennata dei costi di produzione

Gli agricoltori veneti non devono far fronte solo a livelli di produzione sotto la media, ma anche all’impennata dei costi di produzione per effetto dei rincari delle materie prime che fanno quasi raddoppiare la spesa per le semine. Con l’avvio delle operazioni colturali autunnali, le aziende agricole, stando alle stime di Coldiretti Veneto, devono affrontare rincari fino al 50% per il gasolio necessario alle macchine da lavoro.
Salgono anche le spese per l’acquisto di fertilizzanti, di attrezzature e dei pezzi di ricambio, per i quali si stanno verificando preoccupanti ritardi nelle consegne. "L’emergenza Covid ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili anche per l’alimentazione degli animali nelle stalle, dove è necessario adeguare i compensi riconosciuti agli allevatori per il latte e la carne - sostiene Coldiretti Veneto -. Infatti, le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali, dal mais alla soia, sono schizzate su massimi che non si vedevano da anni, con il rischio di perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici". Anche nel Portogruarese, il settore del bestiame è quello più compromesso dagli ultimi rincari. "Molte aziende per poter far fronte alla situazione attuale - spiega Michele Terrin, presidenti di Coldiretti Portogruaro - stanno pensando di ridurre il numero di capi nelle loro stalle o, addirittura, nei casi più estremi, di chiudere. Il costo del latte è fermo da quasi tre anni e diventa sempre più difficile parlare di ricavi. La stessa cosa vale per chi lavora con i cereali, che è costretto a spendere più di ciò che aveva ricavato per comprare le sementi e i concimi a prezzi più elevati rispetto a prima. Gli agricoltori si trovano ad investire un po’ alla cieca: stanno spendendo di più per poter dare il via alla nuova produzione, senza però avere una prospettiva sulla prossima annata e, soprattutto, sui prezzi".
Vincenzo Zollo

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