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Sabato 11 febbraio: Giornata del malato

Il vescovo Giuseppe sabato 11 febbraio, nel santuario della Madonna delle Grazie, nella Santa messa delle 15.00, programmata dall’ Oftal non mancherà di ricordare quanto sia significativa nella vita della Chiesa diocesana, la festa della Beata Vergine di Luordes, un momento di spiritualità irrinunciabile nel cuore dei credenti.

Sabato 11 febbraio: Giornata del malato

11 febbraio, ricorre la giornata mondiale del Malato, istituita da Papa Giovanni Paolo II nel 1992 in memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes. Quest’anno l’evento si celebra in un contesto particolarmente difficile a causa della pandemia e della guerra che sta interessando l’Europa. Certamente il mondo della sofferenza fisica e psichica ha particolarmente sofferto per il protrarsi degli effetti restrittivi per il contenimento della diffusione del virus. Come dimenticare le tante morti in assoluto isolamento che hanno moltiplicato il dolore di chi stava affrontando l’ultimo viaggio, e di familiari che avrebbero voluto essere accanto ai propri cari?
La condizione di malato non è più riferibile quindi al singolo individuo colpito dal male, ma allarga ad un vissuto che diviene famiglia, cerchia di amici e comunità.
L’esperienza della malattia fa sentire vulnerabili e al contempo bisognosi dell’altro. Quando si è malati, paura, incertezza e terrore diventano compagni "ci troviamo in una situazione di impotenza, perché la nostra salute non dipende dalle nostre capacità o dal nostro affannarci". E’ allora necessario ritagliarsi un momento di riflessione e preghiera per cogliere appieno l’opportunità che ci viene offerta dalla celebrazione di questa giornata, che ormai si ripete da decenni.
Nel suo messaggio, di quest’anno, papa Francesco ricorda che: "La malattia fa parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione. Quando si cammina insieme, è normale che qualcuno si senta male, debba fermarsi per la stanchezza o per qualche incidente di percorso. È lì, in quei momenti, che si vede come stiamo camminando. [……] Perciò, in questa XXXI Giornata Mondiale del Malato, nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza".
"La Giornata Mondiale del Malato, - ricorda ancora il papa - non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme".
Il papa ci richiama dunque a considerare che la sofferenza non è qualcosa che riguarda solo gli ammalati e i loro familiari e gli addetti ai lavori come medici e personale sanitario, ma ci riguarda tutti.
I familiari delle persone aggredite dalla malattia, non sempre riescono a gestire tale carico, divenendo a loro volta preda della sofferenza e dell’angoscia.
Da parte di papa Francesco non manca anche il coraggio della denuncia: "L’attuale pandemia ha fatto emergere tante inadeguatezze dei sistemi sanitari e di rimando tutte le carenze nell’assistenza alle persone malate." ha fatto risuonare in un suo intervento.
Il papa, d’altro canto, non manca di sottolineare quanto di bello e buono è in grado di mettere in campo la comunità cristiana. Penso, in particolare, a quanti esprimono la condivisione della Chiesa alle persone che sono vicine ai sofferenti: i Cappellani, i Diaconi, i Ministri straordinari della comunione i volontari. Mediante la loro testimonianza spiritule e fraterna, e’ tutta la comunità dei credenti che assiste e consola, diventando comunità sanante che rende concreto il desiderio di Gesù. perché tutti siano una sola carne, una sola persona, a partire dai più deboli e vulnerabili. Gesù sta in mezzo all’umanità per cambiare lo sguardo di ognuno, su se stesso, sugli altri, sul mondo. Il suo sguardo d’amore pasquale è l’unico che risana, perché fa del dolore di ognuno il proprio.

IN DIOCESI
Anche la Chiesa diocesana dovrà tenere conto nel suo cammino sinodale di quanto rilevante sia nell’annuncio evangelico, l’attenzione ai sofferenti nel corpo e nello spirito. Quanto sia importante che una Chiesa veramente "in uscita" testimoni Gesù che soffre insieme a coloro che soffrono.
Il vescovo Giuseppe sabato 11 febbraio, nel santuario della Madonna delle Grazie, nella Santa messa delle 15.00, programmata dall’ Oftal non mancherà di ricordare quanto sia significativa nella vita della Chiesa diocesana, la festa della Beata Vergine di Luordes, un momento di spiritualità irrinunciabile nel cuore dei credenti.
diacono Paolo Zanet
Delegato episcopale
per la prossimità

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