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Budoia: parrocchia, comune e comunità tutta insieme per l'accoglienza

Due canoniche che si aprono ai profughi, segno profetico e di carità operosa che si apre all’accoglienza" parole forti, pronunciate da don Davide Gambato (sacerdote diocesano, 6 parrocchie su due comuni) per descriverci l’essenza dell’accoglienza degli abitanti di Budoia e Dardago nei confronti dei profughi ucraini giunti in questi giorni tra loro. Un parroco, don Davide, e un sindaco, Ivo Angelin, non intendiamo dare a nessuno dei due il primato di questa operazione di accoglienza, ma sottolineare come là dove esiste un cuore unito al pensiero razionale tutto diventa possibile.

Parole chiave: Profugh (19), Don Davide Gambato (1), Ivo Angelin (1), Guerra (149), Ucraina (122), Budoia (6), Accoglienza (15)
Budoia: parrocchia, comune e comunità tutta insieme per l'accoglienza

Due canoniche che si aprono ai profughi, segno profetico e di carità operosa che si apre all’accoglienza" parole forti, pronunciate da don Davide Gambato (sacerdote diocesano, 6 parrocchie su due comuni) per descriverci l’essenza dell’accoglienza degli abitanti di Budoia e Dardago nei confronti dei profughi ucraini giunti in questi giorni tra loro.
Un parroco, don Davide, e un sindaco, Ivo Angelin, non intendiamo dare a nessuno dei due il primato di questa operazione di accoglienza, ma sottolineare come là dove esiste un cuore unito al pensiero razionale tutto diventa possibile.
A Budoia vivono due signore ucraine, una psicologa, che si occupano di integrazione. Si rivolgono al Sindaco Angelin, che conoscono bene, per permettere a dei conoscenti ucraini di fuggire dal proprio paese in guerra e trovare ospitalità in Italia.
Due canoniche disabitate, una a Budoia l’altra a Dardago. Il sindaco parla con il parroco don Davide. Nasce una perfetta sinergia che si allarga all’Associazione Nazionale Alpini, alla scuola, ai volontari, agli abitanti.
Tutti fanno qualcosa nel proprio ambito di competenza. Si prepara prima la canonica di Budoia, dove arrivano 9 persone. Un solo uomo, al quale è stato permesso di lasciare il suo paese, non lontano da Kiev, perché una delle figlie è disabile. All’uomo il Sindaco trova anche lavoro.
Nel frattempo il Sindaco ospita nella porzione di abitazione "dove viveva la sua mamma un’altra mamma ucraina con tre bambine". Il marito le ha accompagnate al confine. E’ rimasto in Ucraina anche per permettere di lavorare alla gente nella sua azienda agricola.
Venerdì 18 marzo arriva un altro gruppo, 2 mamme e 4 figli. Sono in genere tutti ricongiungimenti familiari. Di questo gruppo a Dardago vive e lavora una nonna. Si prepara la canonica, si aggiungono due letti. Si organizza un po’ di festa per i nuovi arrivati. Dopo una settimana di viaggio sono a Dardago. "Sono stati per ore, per giorni in fila in attesa di poter prendere un pullman. Hanno visto le bombe. La bambina più piccola è traumatizzata e vuole dormire con la mamma. Mentre mangiano attorno alla tavola i più piccoli crollano per il sonno - ci racconta un amico alpino Mario Povoledo". Sono le 20 della sera e Mario mi dice: "Penso che la luce sarà già spenta nella canonica di Dardago!". Il sindaco Angelin mi comuica l’arrivo per la prossima settimana di altre 12 persone a Montereale. Saranno probabilmente divise in due gruppi. "Intendo questa accoglienza come un piccolo albergo diffuso".
Tutti hanno fatto e fanno qualcosa: l’integrazione scolastica, la scuola offre risorse educative, le assistenti sociali, presso la sede degli alpini c’è il centro di raccolta viveri mirata. E’ stato aperto un conto corrente intestato per questioni pratiche alla parrocchia di Santa Maria Maggiore. Servirà per tutti i casi di emergenza, per le famiglie indigenti anche locali. L’ANA, capogruppo Mirco Andreazza, l’ha aperto con un versamento per le prime necessità. La gente è contenta, i profughi sono rispettosi, sono nuclei familiari. Il Parroco e il Sindaco sono concordi. Don Davide parla di "accoglienza diffusa" spera nei "segnali di apertura del cuore per accogliere il diverso, al di là delle etnie. Bisogna andare oltre la paura di accogliere la sfida dell’integrazione. Questi profughi forse vorranno tornare a casa se hanno lasciato gli uomini in Ucraina, ma anche la famiglia dove c’è il papà non sa cosa farà. Resterà? Tornerà? Lascia una finestra aperta". Il Sindaco accogliente è un uomo pratico, dinamico. Mi dice: "Passata l’onda emozionale resta un punto interrogativo nell’accoglienza dei privati, perché ci saranno per loro delle spese da affrontare per la vita quotidiana, ma anche bollette ecc". Ci lasciamo con queste riflessioni e con la consapevolezza che questa comunità attiva e coesa saprà trovare risposte concrete.
In paese accanto alla bandiera italiana sventolano quella Ucraina ed Europea. Un volantino riporta le informazioni utili, i nomi dei referenti e tanto altro.
Conto corrente "Parrocchia Santa Maria Maggiore" Filiale Aviano Friuladria/ Cod IBAN IT56Z0533664770000030670195 Causale "Emergenza Ucraina".
Maria Luisa Gaspardo Ago

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