Le mosse di Papa Francesco
Papa Francesco non sta ad aspettare che la colomba della pace voli sopra piazza San Pietro. La chiama, la incoraggia, la incita. Così in questi giorni, in cui in più occasioni ha manifestato il suo cuore addolorato e angosciato per la guerra tra Russia e Ucraina, non ha atteso: i primi passi li ha mossi lui.
Papa Francesco non sta ad aspettare che la colomba della pace voli sopra piazza San Pietro. La chiama, la incoraggia, la incita. Così in questi giorni, in cui in più occasioni ha manifestato il suo cuore addolorato e angosciato per la guerra tra Russia e Ucraina, non ha atteso: i primi passi li ha mossi lui.
Il 23 febbraio, in occasione dell’udienza generale, ha annunciato per il 2 marzo, giorno delle Ceneri e inizio della quaresima, una giornata di preghiera e digiuno per la pace.
Nella mattinata del 25 febbraio le agenzie di stampa hanno reso noto che papa Francesco si è recato all’ambasciata della Federazione Russa presso la Santa Sede per esprimere personalmente all’ambasciatore russo, Alexander Avdeev, la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina. Un passo, si è detto, "che non ha precedenti".
Sempre il 25 febbraio, nel tardo pomeriggio, Papa Francesco ha telefonato a Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina. Lo ha confermato il segretariato della Chiesa greco cattolica Ucraina: “Durante la telefonata, Papa Francesco si è interessato della situazione nella città di Kyiv e in tutta l’Ucraina. Papa Francesco ha detto a Sua Beatitudine: ‘Farò tutto quello che posso’”. “Il Santo Padre si è informato sulla situazione dei vescovi e dei sacerdoti nelle zone più colpite dall’operazione militare russa e ha ringraziato la Chiesa greco-cattolica ucraina per la sua vicinanza al popolo ucraino. Il Papa ha lodato la scelta di rimanere tra la gente e a servizio dei più bisognosi, mettendo anche a disposizione i sotterranei della cattedrale greco-cattolica della Resurrezione di Kyiv per dare rifugio alle persone. Il Santo Padre ha assicurato Sua Beatitudine Sviatoslav della sua vicinanza, del suo sostegno e delle sue preghiere per la cara Ucraina e ha inviato la sua benedizione per il popolo ucraino sofferente”.
Ma non solo. Sabato 26 febbraio, Francesco ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente dell’Ucraina, Vladimir Zelensky. Ad annunciarlo l’ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede, Andriy Yurash: “Il Santo Padre ha espresso il suo dolore per i tragici eventi che si stanno verificando nel nostro Stato”.
Anche il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, ha parlato, invitando alla ragione e per spiegare che il tempo della diplomazia, nonostante tutto, non è finito: "C’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per l’esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra. Noi credenti non perdiamo la speranza su un barlume di coscienza di coloro che hanno in mano i destini del mondo".
Dal mondo delle chiese d’oriente si è levata, per il momento, la voce del patriarca ortodosso di Mosca, Kirill, col quale Francesco progettava un incontro entro l’estate. Kirill, il 24 febbraio, ha diffuso una dichiarazione: "Esorto tutte le parti in conflitto a fare tutto il possibile per evitare vittime civili. Invito l’intera Chiesa ortodossa russa a offrire una speciale, fervente preghiera per il rapido ripristino della pace". (SV)
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