Domenica 16 giugno: angelus di Papa Francesco
Il Congo, l'Ucraina, il Sudan, il Myanmar, la Terrasanta: l'appello perché si fermino le armi
Cari fratelli e sorelle,
ieri, a Cracovia, è stato beatificato Michele Rapacz, sacerdote e martire, pastore secondo il cuore di Cristo, fedele e generoso testimone del Vangelo che ha sperimentato sia la persecuzione nazista sia quella sovietica, e ha risposto con il dono della vita. Un applauso al nuovo Beato!
Continuano a giungere notizie dolorose di scontri e massacri compiuti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Rivolgo il mio appello alle Autorità nazionali e alla Comunità internazionale, affinché si faccia il possibile per la cessazione delle violenze e per la salvaguardia della vita dei civili. Tra le vittime, molti sono cristiani uccisi in odium fidei. Sono martiri. Il loro sacrificio è un seme che germoglia e porta frutto, e ci insegna a testimoniare il Vangelo con coraggio e coerenza.
Non cessiamo di pregare per la pace in Ucraina, in Terra Santa, in Sudan, Myanmar e dovunque si soffre per la guerra.
Saluto tutti voi, romani e pellegrini! In particolare saluto i fedeli provenienti da Libano, Egitto e Spagna; gli studenti della “London Oratory School”; quelli della diocesi di Opole in Polonia e quelli di Budapest-Albertfalva; i partecipanti al Forum Europeo dei Laici, sul tema “Fede, arte e sinodalità”; e il gruppo di mamme della comunità cattolica congolese di Roma. Queste mamme cantano bene! Mi piacerebbe sentirvi cantare un’altra volta.
Saluto i fedeli di Carini, Catania, Siracusa e Messina; i ragazzi della Comunione e della Cresima di Mestrino, i cresimati di Castelsardo (Sassari), di Bolgare (Bergamo) e di Camin (Padova); e infine un pensiero di gratitudine ai donatori di sangue, che hanno appena celebrato la loro Giornata nazionale.
Saluto tutto voi e auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!
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