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Salvini sfida la Chiesa

La Lega ha vinto. Anche In Friuli e in Veneto. Anche con l’aiuto di metodi impropri, sfidando la Chiesa.

Vittoria della Lega. In Friuli e in Veneto è un successo.
Anche con l’aiuto di metodi impropri, sfidando la Chiesa, si lamentano sia laici che sacerdoti scandalizzati dall’invocazione alla Madonna, dal crocifisso ostentato durante un comizio da Matteo Salvini. Ecco lo scandalo. Le cose sacre non possono essere strumentalizzate.
Forti critiche sono piovute anzitutto dalla stessa politica, dall’opposizione come dagli alleati di governo.
Il leader azzurro, intervenendo ai microfoni di Orario Continuato su Telelombardia, esprime la sua posizione sul gesto del leader del Carroccio: "Non posso che condividere le critiche della Chiesa al leader della Lega Matteo Salvini, perché non si può usare il rosario per i propri interessi". L’ex premier Berlusconi di fatto non accetta il gesto del titolare del Viminale: "Il rosario è un simbolo della nostra Chiesa e del nostro amore per Dio e non può essere usato in una campagna elettorale per chiedere voti al proprio partito". Dello stesso avviso anche l’alleato di governo Stefano Buffagni, sottosegretario del Movimento 5 Stelle alla Presidenza del Consiglio: "Il bacio al rosario poteva evitarselo, non è una cosa carina, dai".
Il gesto del vicepremier ha raccolto parecchie critiche anche e soprattutto dagli ambienti cattolici. Dure le parole del Vescovo di Mazara del Vallo, Monsignor Mogavero: "È ora di finirla. Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un sempre più arrogante ministro della Repubblica. Non possiamo più permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico. Chi è con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell’amore".
La strumentalizzazione della religione indica povertà culturale. In questo momento rende più difficile il compito della Chiesa.
Per questo il vescovo Mogavero replica con durezza per l’uso del sacro: "Chi è con Salvini non è cristiano".
Lo stesso Papa Francesco ricorda, ad esempio, che quando affrontiamo il tema dell’immigrazione, "non si tratta solo di migranti, si tratta della nostra umanità e del suo futuro".
E’ evidente che l’azione pastorale della Chiesa opera per l’integrazione dei popoli come fece all’inizio del cristianesimo. Certo è che con il comunismo postbellico la sua fu una contrapposizione intelligente e decisa che escluse sempre il richiamo al sacro. Il cristianesimo non può essere ridotto a servizio della politica.
Quello di Salvini potrebbe non restare un caso unico.
C’è un cristianesimo che chiede di essere maggiormente educato secondo il vangelo e non secondo i bisogni politici. Un cristianesimo che recuperi quel "prima gli ultimi", quando invece il motto del mondo è "prima io e poi gli altri".
Non vi è dubbio però che anche cristiani convinti chiedano alla Chiesa una maggiore attenzione.

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