La Nota
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La Democrazia sbriciolata

Italia è un paese democratico? La nostra corale risposta dovrebbe essere affermativa. Che poi una democrazia sia vivace, ricca di un dibattito interno continuo, è più che mai positivo.

    Italia è un paese democratico? La nostra corale risposta dovrebbe essere affermativa. Che poi una democrazia sia vivace, ricca di un dibattito interno continuo, è più che mai positivo. L’atteggiamento del confronto può o deve essere serio, corretto nelle procedure, rispettoso delle minoranze. Sul piano teorico e storico, la democrazia è una conquista. Ce lo dimostrano in abbondanza le crudeltà dei regimi. Per l’Italia basterebbe semplicemente guardare e meditare quanto gravi siano state le dittature, come quella titina delle foibe, che uccisero con una tale ferocia per cui ogni persona, pur per nulla implicata, dovrebbe provare vergogna, indignazione. Non possiamo provare che un profondo ribrezzo per questi eccidi, quasi nascosti dalla fine della seconda guerra mondiale, ed ora finalmente portati alla luce, alla conoscenza della gente.
Per questa ragione, l’Europa è oggi tutta democratica, anche se non possiamo dimenticare ciò che è successo nella ex-jugoslavia, appena al di là dei nostri confini. In sommovimento, però, attualmente sono le democrazie europee. L’Italia dà l’impressione di volersi sbriciolare in piccoli domìni come sono le "autonomie". Nonostante permangano le regioni ordinarie, che chiedono via via maggiori poteri, quelle speciali sono già un decentramento di molte competenze con leggi proprie. Che sta succedendo nel nostro Paese? Il "mito" dell’unità non brilla più. "Sì all’autonomia in parlamento" annuncia il governatore del Veneto, Luca Zaia. Altre forme di autonomie vengono avanti. Giustamente, la stampa scrive a più colonne e a titoli da battaglia: "Le Regioni alla guerra dei soldi. Ecco dove lo Stato spende di più".
Ora, se una democrazia si frantuma significa che i benefici non sono ben distribuiti, in altre parole che invece di un’equa distribuzione di opere, di servizi, di imprese trionfano le diseguaglianze. Il problema in Italia come in altre parti dell’Europa è sempre più sentito. Alcune regioni come quelle del nordest hanno una marcia in più.  Chiedono autonomia e più denaro, più servizi, più efficienza. Nel Veneto, la protesta è pacata perché Zaia è della lega e dunque non si vuol danneggiare il partito a livello nazionale. Da tutto questo risulta che l’Italia è sempre più disunita.
Con queste osservazioni, nessuno pensi che il nostro Paese s’avvia alla dittatura. Si vuole affermare, anzi, il contrario. La democrazia italiana ha troppe divisioni che poi diventano sprechi. Non pensiamo a guerre atroci, a violenze di gruppi armati. Conta però far funzionare le istituzioni, perché mai a qualcuno possa venire in mente di imporre il suo programma politico. L’Italia è una democrazia solida, seppur sbriciolata. Deve però tenere presenti i valori del rispetto di tutti, rafforzando il pilastro della libertà e non della disunione.
La molteplicità dei gruppi e dei centri di potere può effettivamente portare dei benefici, se chi corre di più non esercita il suo potere con dispregio per gli altri. Un noto scrittore tedesco scriveva che tre sono i pilastri della democrazia: moralità, istituzioni e società civile.
Gli italiani hanno il dovere ricordarsi che le persone, i cittadini sono parte di una Patria, hanno una terra con cui identificarsi. In fondo c’è sempre bisogno di patria, e quindi di unità.

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