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La Chiesa afona

La freddezza dell’azione politica dei cattolici in Italia suscita un interrogativo importante. Perché i cattolici non si sono impegnati in forma esplicita nelle recenti elezioni?

La freddezza dell’azione politica dei cattolici in Italia suscita un interrogativo importante.
Perché i cattolici non si sono impegnati in forma esplicita nelle recenti elezioni?
La risposta non è facile. Diverse sono le motivazioni.
La prima ragione è una eccessiva prudenza dei cattolici, che non intravvedono un nuovo modo di inserirsi nella politica e nella società.
La seconda sta nell’atteggiamento individualista: in un comportamento che tende a fare ciò che si vuole, ciò che si sente.
Ognuno segue un cattolicesimo "fai da te".
I cattolici si sono ritirati in sacrestia? Non pare, almeno a sentire i leghisti.
Piuttosto, i cattolici si sono pensati come rappresentanti di un disimpegno esplicitamente partitico.
Si tratta in fondo di un’antipolitica, perché di fatto hanno offerto una collaborazione coraggiosa allo Stato, nel caso dei migranti.
A ben vedere, questo suona quale ritorno al passato, in quanto hanno scelto la strada della carità, non la politica con i suoi canoni.
Certamente, oggi non sembra un impegno adeguato alla situazione.
Gli impedimenti sono dati da alcune questioni interne al cattolicesimo italiano.
Innanzitutto, il fatto che i cattolici sono senza un associazionismo politico.
Pur nella diversità delle posizioni, vi sono senza dubbio associazioni capaci di portare avanti un progetto sociopolitico, nel quale la Chiesa non è stata, però, più in prima linea, e forse non deve esserlo.
Ma quanti sono i cattolici?
Certo, nessuno nega che l’associazionismo cattolico sia assai attivo ancora nella comunità italiana, in particolare nel campo della carità.
Non da ultimo, va ricordato che il cattolicesimo italiano non può limitarsi a convegni, a chiacchiere, a raduni estemporanei, occorre che usi con fermezza dei sì o dei no sulle questioni importanti.
Infine, come suggerirebbe il filosofo tedesco, Juergen Habermas, bisogna saper elaborare i progetti con il linguaggio e i parametri della politica.
Le azioni politiche si formano attraverso il dibattito, le norme etiche scaturiscono anche da discussioni pubbliche: è quello che Habermas definisce il carattere dialogico sociale della formazione delle leggi.
Negli ultimi anni, più che qualche intervento sporadico qua e là, c’è stata un’abbondante astenia, come se il cattolicesimo si fosse chiuso fuori dall’ambito politico.
Occorre, al di là di tutto, il coraggio di una nuova profezia, di un parlare alla propria gente al modo di Papa Francesco.
E’ un modo semplice e diretto, che commuove ed emoziona le persone, portando avanti il messaggio cristiano e facendolo passare in modo trasversale a tutte le culture.
C’è bisogno che emerga un nuovo impegno dei cattolici in Italia, attento alle realtà terrene, compresa la politica.

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