L'Europa e il centro del mondo
L’Italia non ha ancora compreso che i governi dell’Europa, come di tutto il mondo, sono impegnati a salvare prima di tutto i propri interessi: la propria economia, il proprio sistema finanziario, i proprio commerci internazionali, le proprie innovazioni tecnologiche.
Mentre gli italiani e i loro partiti si perdono a chiacchierare molto sulla situazione dei paesi esteri, questi sono preoccupati di allargare sempre di più i loro possedimenti e i loro spazi economici e tecnologici.
L’Italia non ha ancora compreso che i governi dell’Europa, come di tutto il mondo, sono impegnati a salvare prima di tutto i propri interessi: la propria economia, il proprio sistema finanziario, i proprio commerci internazionali, le proprie innovazioni tecnologiche.
Basti pensare alla Russia, ritornante alla propria storia passata, che si sta appropriando di nuove terre e nuovi confini per allargare il suo potere e il suo dominio presso Stati minori e assoggettarli, creando un fronte comune contro il dominio americano come ai tempi della guerra fredda.
La parte economica è solo una parte di queste collaborazioni.
Oggi non si può più continuare a crescere -o calare- economicamente senza l’apporto di altri.
Anche se può sembrare strano, si può vedere la differenza tra i due protagonisti nello scenario del mondo: Trump negli Stati Uniti e Merkel in Germania, anzi in Europa.
Non si tratta di un Trump "burattinaio" e di una signora tedesca stile rottermeier.
Gli Stati Uniti vanno adesso a nuove elezioni e hanno un candidato che a tutto il mondo non appare adatto a governare, come del resto non gli appariva neppure nella precedente tornata elettorale.
Molto spesso quelle che sembrano solo battute ironiche, neppure troppo riuscite, o gaffe, sono di preparazione, di lancio di argomenti seri che saranno presentati con una veste solenne, con una visita ufficiale e un testo preparato dai suoi consiglieri.
Trump non è un caso, non è un politico per caso, incarna la difficoltà di guardare la politica come abbiamo fatto sinora.
D’altra parte, sembra che nessuno attualmente abbia delle idee per porre un tappo intellettuale a una serie di progetti di larga ampiezza e incerta realizzazione.
L’Italia, in questo immenso ambiente mondiale, è piccola cosa, ma nello stesso tempo è anche il sale della cultura della modernità, assieme ai francesi e ai tedeschi.
La modernità non è un nulla, è un’esperienza che i popoli europei già dal medioevo avevano iniziato.
Se quello che abbiamo detto è vero, il mondo odierno non è quello ridanciano di Trump o quello eccessivamente serioso della Merkel, ma è quello di entrambi.
La Merkel porta sicurezza nel mondo, non è mai esagerata o fuori posto, Trump, per certi aspetti, è tutto ciò che non è la Merkel: è ironia, creatività, intuizione.
Gli Stati Uniti si avviano ad allargare il loro potere, nel frattempo gli Europei stanno a guardare e non hanno progetti per proporre una politica a tutto campo.
Che cosa si aspetta l’Europa dalle nuove elezioni americane?
Si aspetta di non essere tagliata fuori dalla grande politica del mondo, anzi correrà per essere la prima.
Trump è indubbiamente un personaggio controverso, ma intanto l’Europa non riesce a far funzionare l’Unione, e l’Inghilterra se ne è andata, convinta di guadagnare di più in questo modo.
L’Europa, nel suo insieme, porta con sé le cicatrici della sua storia gloriosa, fatta di piccole spartizioni, di Paesi e popoli che si dividono in mille pezzetti anziché trovare ciò che li unisce, per contare di più nello scenario del mondo.
La storia ogni tanto costringe gli uomini a camminare insieme, a cercare un’unione per affrontare problemi che ormai vanno ben oltre i confini di un continente, a cercare ragioni di collaborazione in tutti i suoi elementi, dal punto di vista sociale, economico e politico.
Il coronavirus è una dimostrazione che nella divisione sta la moltiplicazione del male, mentre nell’unità potrebbe stare più facilmente la soluzione.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento