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Figli in vacanza

In estate possono scoppiare le guerre d'indipendenza

Figli in vacanza

Eccoci in giugno, arrivano le vacanze. Quello che molti genitori temono è che i ragazzi non vogliano più stare con loro. Come convincerli a trascorrere le vacanze in famiglia?
L’adolescente non vuole più passare le vacanze con i genitori ed esprime il desiderio di autonomia. E’ una mossa che segna il percorso di un processo di distacco. A volte l’inizio delle vacanze, il desiderio di autonomia può diventare particolarmente forte e accendersi in litigi familiari. Non è detto comunque che il ragazzo che si sta in qualche modo muovendo in cerca di spazi di libertà non resti per primo intrappolato dalle sue velleità.
Per i ragazzi l’estate può diventare un’esperienza, affascinante ma anche pericolosa, di uscita dal nido e una prova di volo libero. Non è più condizionato dai programmi scolastici e dalle lezioni per casa. Lunghe giornate splendenti di sole, con tanto tempo libero. I ragazzi vorrebbero scegliere dove andare e con chi, scegliere cosa fare e con chi, senza il controllo degli adulti.
Questo rappresenta una tappa fondamentale della loro evoluzione ma è anche fonte di grandi e piccole preoccupazioni per i genitori che su internet si scambiano i timori sui rischi che corrono i loro figli che non hanno più sotto gli occhi: a che ora andrà a dormire la notte, come mangerà, non combinerà guai, è sempre lo stesso?
Dovrebbero, e dovremmo anche noi chiederci: le preoccupazioni riguardano solo loro o anche noi nel loro passaggio da una fase all’altra? I genitori vivono spesso sentimenti ambivalenti. Nulla di strano, mamma e papà non possono avere una visione obiettiva dei loro figli. Il coinvolgimento affettivo è troppo grande perchè riescano ad essere imparziali.
Ma che succede? Forse non vogliamo vederli crescere? Certo che no, le mamme e i papà risponderanno, ma su un piano razionale. Al di là di quanto esista all’interno di ciascuno un angolo nel quale hanno spazio i sentimenti per cui pensiamo: "Tu sarai sempre il mio bambino". Non appartiene alla sfera della razionalità ma è naturale. Fra genitori e figli in crescita c’è una fase simbiotica che c’è stata con la mamma durante la gravidanza ma resta a livello inconscio il luogo che custodisce le paure più profonde e i sentimenti più intimi. Cosa fare dunque? L’unica strada percorribile è saper leggere questi sentimenti ambivalenti così come ci appaiono e imparare a non farsi comandare da loro, a superare un atteggiamento cedevole che non aiuta i figli a crescere liberi e reaponsabili e ancor meno l’autoritarismo dei genitori che decidono per i figli e non ammettono discussioni.
Voglia o non voglia i figli crescono e vogliono sentirsi grandi cominciando dall’adolescenza, un’età confusa, a volte ribelle che sbalzi di umore, grandi sogni di libertà ma anche crisi e scoraggiamenti. Non sono più bambini, ma neppure adulti, hanno sbalzi umorali e scontinuità di impegno. Contestano ogni forma di autorità ma hanno bisogno di adulti significativi.
La vacanza via da casa può diventare una prova tecnica di volo libero ma è necessario affrontarla assieme. Chi spicca i primi voli e chi resta, chi magari va incontro alla sindrome del solitudine da nido vuoto, soffre per la lontananza dei figli, li vorrebbe sempre in casa, legati a mamma e papà. E perché non parlarne assieme, genitori e figli, chiarendo assieme alcuni aspetti e stabilendo qualche buona regola come le seguenti.
Decidiamo discutendone con loro. Sostenerli nel loro bisogno di mettersi alla prova non significa lasciarli senza alcun controllo ma condividere la loro ricerca di luoghi di vacanza per la loro età dando loro il necessario sostegno finanziario, trovare soluzioni condivise anziché vietare a priori. Il risultato non è immediato, non arrendetevi. Mostratevi sereni e fiduciosi, stabilite alcune condizoni importanti e non negoziabili. Coinvolgeteli, ad esempio, facendo loro capire che a, anche se lontani, è necessario comunicare, scrivendosi e, magari una volta al giorno, telefonandosi, specie se ci sono imprevisti. Fate sentir loro la vostra fidicia. Al momento della partenza salutateli con serenità soprattutto se è la prima vacanza senza di voi e possono vivere meglio le loro amicizie, organizzare il proprio tempo, occuparsi di se stessi. Voi dovete essere i loro primi alleati. Le vacanze poi vanno come vanno. Evitate i predicozzi, le smancerie affettuose. Imparate ad ascoltarli con attenzione e stima, disponibili a sostenerli nel loro crescere vivendo in prima persona, proponendosi delle mete e, se serve, facendo una costrtuttiva autocritica.

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