Commento al Vangelo
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Domenica 8 dicembre, commento di don Renato De Zan

Nata come devozione in Oriente nel sec. VIII e passata in Occidente per merito soprattutto dei francescani, la verità teologica dell’Immacolata divenne dogma nel 1854. Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus (8.12.1854) proclamò il dogma di fede dell’Immacolata Concezione di Maria

Parole chiave: Domenica (46), Vangelo (126), De Zan (47), Immacolata (7)
Domenica 8 dicembre, commento di don Renato De Zan

Lc 1,26-38 (forma riassuntiva)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio a una vergine. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te". A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all’angelo: "Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?". Le rispose l’angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio". Allora Maria disse: "Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola". E l’angelo si allontanò da lei.

Tematica storico-liturgica
Nata come devozione in Oriente nel sec. VIII e passata in Occidente per merito soprattutto dei francescani, la verità teologica dell’Immacolata divenne dogma nel 1854. Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus (8.12.1854) proclamò il dogma di fede dell’Immacolata Concezione di Maria (= Maria è senza peccato originale):  "La Beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, fu preservata da ogni macchia di peccato originale". Maria è senza peccato originale per un dono non meritato (grazia), voluto da Dio come eccezione (privilegio) e riservato solo a lei (singolare). Quattro anni dopo, le apparizioni di Lourdes comprovarono tale verità di fede.
La Colletta della messa lega il dogma dell’Immacolata al mistero della maternità divina di Maria, riprendendo le stesse parole del Pontefice. L’amplificazione dell’invocazione, infatti, prega così: "O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine hai preparato una degna dimora per il tuo figlio, e in previsione della morte di lui l’hai preservata da ogni macchia di peccato…". È chiara, perciò, la scelta della Liturgia: il vangelo per la celebrazione dell’Immacolata non poteva essere che il vangelo della vocazione di Maria, chiamato più semplicemente il vangelo dell’annunciazione (Lc 1,26-38). Si tratta di un testo ricchissimo. L’angelo saluta Maria come la "piena di grazia" (si può anche dire: "la destinataria di tutto ciò che Dio può offrire come dono alla creatura umana" oppure "colei che, già prima che nascesse, è stata trasformata totalmente dalla grazia"). Il testo evangelico è associato al brano veterotestamentario di Gen 3,9-15.20 (racconto del peccato di Adamo ed Eva) e al testo paolino di Ef 1,3-6.11-12 (parte della grande euloghìa d’apertura della lettera). Il legame tra il testo evangelico (Lc 1,26-38) e la prima lettura (Gen 3,9-15.20) è nella linea dell’antitesi: da una parte si legge la disobbedienza alla Parola di Dio (Eva e Adamo scelgono di non attenersi a quanto Dio aveva detto perché hanno scelto di diventare dèi di se stessi), dall’altra si legge la totale obbedienza di Maria alla Parola di Dio ("Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola"); da una parte c’è il peccato, le cui conseguenze ricadono su tutti i figli di Adamo, dall’altra c’è l’assenza del peccato e l’inizio della redenzione dell’umanità dalle conseguenze del peccato di Adamo e di ogni peccato. Il testo di Ef 1,3-6.11-12 presenta la scelta preveggente e amorosa fatta da Dio ancora prima della creazione: i credenti sono stati scelti per essere santi, figli di Dio e salvati. Costoro hanno creduto in Gesù, il Messia annunciato che avrebbe schiacciato la testo al demonio e al peccato (protovangelo di Gen 3,15). All’interno di questa scelta preveggente e amorosa fatta da Dio si colloca il privilegio di Maria perché nel suo "piano" Dio "tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà" (v. 11).

Dimensione letteraria
Testo biblico e testo biblico liturgico di Lc 1,26-38 coincidono (l’espressione originale "Al sesto mese" è sostituita dall’incipit liturgico "In quel tempo"). Il brano è racchiuso dall’inclusione tra l’arrivo dell’angelo ("L’angelo Gabriele fu mandato da Dio") e la sua uscita di scena ("E l’angelo si allontanò da lei"). Il testo è scandito da una introduzione (Lc 1,26-27) e da due blocchi letterari. In ognuno di questi c’è un lungo intervento dell’angelo (Lc 1,28-33.35-37) seguito da un intervento di Maria (Lc 1,34.38)

Riflessione biblico-liturgica
a. Il saluto angelico (Lc 1,28-29) è una sintesi di citazioni profetiche (Sf 3,14.15; Zc 9,9; Gl 2,21) e può essere reso correttamente come segue: "Rallegrati di gioia messianica, Maria, trasformata totalmente dalla grazia". L’espressione "il Signore è con te", colloca Maria tra le grandi figure del progetto salvifico divino (cf Isacco, Giacobbe, Mosé, Gedeone, la Figlia di Sion...). Da queste parole (e non da altro) nasce il turbamento di Maria. L’annuncio della maternità messianica genera la domanda di Maria.
b. L’angelo risponde, svelando l’identità del Figlio e affermando l’onnipotenza di Dio: Dio può tutto. Maria comprende di essere stata scelta per essere totalmente dedita al progetto divino come furono i "servi del Signore" Abramo, Mosé, Davide, i profeti e il Servo di Yhwh.

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