Domenica 5 dicembre: commento di don Renato De Zan
Quando nacque l’Avvento, la comunità cristiana sentì il bisogno di farsi accompagnare in questo tempo di preparazione da una figura significativa: Giovanni Battista. Come il Battista preparò gli Ebrei alla manifestazione del Messia così oggi il Battista accompagna la comunità celebrante nell’attesa della Parusia. Gesù ritornerà come giudice.
Lc 3,1-6
1 Nell'anno quindicesimo dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilene, 2 sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3 Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4 com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! 5 Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. 6 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!
Avvento: attesa e conversione
Tematica biblico-liturgica
1. Quando nacque l’Avvento, la comunità cristiana sentì il bisogno di farsi accompagnare in questo tempo di preparazione da una figura significativa: Giovanni Battista. Come il Battista preparò gli Ebrei alla manifestazione del Messia così oggi il Battista accompagna la comunità celebrante nell’attesa della Parusia. Gesù ritornerà come giudice.
2. La missione del Battista viene illustrata da Luca (vangelo di oggi, Lc 3,1-6) come adempimento della profezia del Deutero-Isaia (Is 40,3-5). Inizialmente la profezia era indirizzata agli Ebrei, esuli a Babilonia, che stavano per essere liberati e tornare a Gerusalemme. Gli esuli erano invitati a preparare la via del ritorno. Alla loro testa ci sarebbe stato il Signore. Luca “rilegge” la profezia e la applica al Battista che annuncia ai suoi correligionari la liberazione che il Messia sta per operare. Gli ascoltatori del Battista, come i loro padri a Babilonia, sono invitati a raddrizzare i sentieri, riempirei burroni, abbassare ogni colle.
3. La prima lettura (Bar 5,1-9) profetizza che “Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni, di colmare le valli livellando il terreno”, perché il suo popolo proceda sicuro. Chi, dunque, deve fare tutto questo lavoro, il popolo credente o Dio ? La Colletta propria offre la risposta sicura: “O Dio grande nell’amore, che chiami gli umili alla luce gloriosa del tuo regno, raddrizza nei nostri cuori i tuoi sentieri, spiana le alture della superbia e preparaci….”. Si tratta di un impegno sinergico: Dio dona al credente la grazia di operare quanto richiesto come preparazione all’avvento di Cristo.
4. La conversione, richiesta dal Battista sia ai suoi contemporanei sia alle nostre attuali comunità, è dunque un impegno dell’uomo, suscitato e accompagnato dalla grazia di Dio. Il credente è chiamato solo ad aprirsi a questo invito perché “all’estrema povertà dei nostri meriti supplisca l’aiuto della tua misericordia” (Orazione sui doni) perché non è facile “valutare con sapienza i beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo” (Orazione dopo la Comunione).
Dimensione letteraria
1. Il testo evangelico e il testo biblico-liturgico sono identici. Gli specialisti ci dicono che originariamente il vangelo di Luca, dopo il prologo (Lc 1,1-4), continuava con il brano odierno (Lc 3,1-6). Solo in fase redazionale venne aggiunto il vangelo dell’infanzia (Lc 1,5-2,52).
2. Il testo di Lc 3,1-6 può essere diviso in tre parti. Nella prima parte (Lc 3,1-2) l’evangelista presenta il quadro storico in cui Giovanni ha iniziato la sua missione profetica di precursore. Nella seconda (Lc 3,3) viene presentato un sommario dell’attività del precursore. Luca ricorre con una certa frequenza ai sommari sia nel vangelo sia negli Atti degli Apostoli. Nella terza parte (Lc 3,4-6) l’evangelista evidenzia come l’attività del Battista corrisponda a quanto era stato profetizzato da Is 40,3-5. La Lettura profetica viene fatta secondo il criterio del midràsh pèsher (ricerca dell’adempimento più ampio, oggi).
Riflessione biblico-liturgica
1. Luca aveva fatto per Teofilo - il personaggio al quale Luca dedica la sua opera - una “ricerca accurata” e una “narrazione ordinata”. Lc 3,1-2 è un esempio indiscutibile di questo metodo. Gesù non è un mito, avulso dal tempo. È un personaggio storico che si colloca in un punto preciso della linea della storia e in un luogo geografico preciso del nostro pianeta. Come nell’Antico Testamento Yhwh ha operato la salvezza nella storia e attraverso la storia, così nel Nuovo Testamento Dio continua il suo stile.
2. Oltre a questo interesse storico, Luca ha anche un interesse teologico. Presentati i “signori di questo mondo”, l’evangelista presenta - per contrasto - il profeta Giovanni Battista, che apparteneva al basso clero ebraico. Dio sceglie ciò che è debole per confondere i forti (cf 1 Cor 1,27). Egli affida la sua Parola
al Battista perché la sua Parola arrivi agli uomini. Un profeta non può trasmettere il “suo” parere, ma è chiamato a trasmettere solo la Parola di Dio.
3. La seconda lettura (Fil 1,4-6.8-11), riprende il tema della Parusia (“siate “integri e irreprensibili per il giorno di Cristo”) e si lega in modo eccellente alla tematica che è scaturita tra vangelo e prima lettura: esiste un’azione interiore sinergica tra Dio e il credente. Così Paolo aggiunge il suo tassello al tema: “Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”.
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