Domenica 13 marzo, commento di don Renato De Zan
Come la Trasfigurazione anche l’alleanza di Dio con Abramo avviene di notte. Come gli Apostoli si abbandonarono al sonno così anche Abramo si abbandonò al torpore. Come gli Apostoli videro la luce della Trasfigurazione, anche Abramo vede la luce di Dio passare in mezzo alle vittime del sacrificio e concludere l’alleanza
13.03.2022 2° domenica di Quaresima - C
Lc 9,28-36
In quel tempo, 28 Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29 Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30 Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32 Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33 Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34 Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. 35 E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!». 36 Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Tematica liturgica
1. Se nella prima domenica di Quaresima, con l’episodio delle tentazioni, la Liturgia propone all’assemblea quali siano le tentazioni che presentano i pericoli maggiori per la fede (concezione materiale dell’uomo, potere e gloria come divinità dell’uomo, la religione come magia), con la seconda domenica la Liturgia propone come credere e come agire attraverso il semplice invito del Padre ad “ascoltare” Gesù.
2. L’ascolto è il tema con cui si apre la colletta generale. Nella amplificazione dell’invocazione e nella petizione troviamo: “O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio, nutri la nostra fede con la tua parola…”. Per la Liturgia, dunque, l’ascolto del Figlio, l’eletto e il trasfigurato, è il perno tematico della liturgia della Parola. Dio aveva detto al popolo d’Israele: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt 6,4-5). Dio aveva chiesto, dunque, di avere molta attenzione (Ascolta) nei confronti di ciò che sono il fondamento della fede (Dio è uno) e il fondamento della morale (ama Dio). Con l’invito “ascoltatelo”, la voce del Padre fa di Gesù tutta la fede del cristiano e tutta la sua morale.
3. Come la Trasfigurazione anche l’alleanza di Dio con Abramo (prima lettura, Gen 15,5-12.17-18) avviene di notte. Come gli Apostoli si abbandonarono al sonno così anche Abramo si abbandonò al torpore. Come gli Apostoli videro la luce della Trasfigurazione, anche Abramo vede la luce di Dio passare in mezzo alle vittime del sacrificio e concludere l’alleanza. Se l’alleanza di Abramo anticipa in qualche modo la Trasfigurazione, questa anticipa il futuro dei credenti. Paolo nella lettera ai Filippesi (seconda lettura, Fil 3,17-4,1) dice chiaramente che il Signore Gesù Cristo “trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso” (v. 21).
Dimensione letteraria
1. Il testo evangelico di Lc 9,28-36 inizia in questo modo: “Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo…”. La formula evangelica liturgica, invece, dice: “In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo…”.Questa scelta non lega più la Trasfigurazione a ciò che letterariamente precede: prima profezia della passione e condizioni per seguire Gesù. Evidenzia, piuttosto, il legame tra Gesù e i suoi discepoli. Il legame con la prima profezia della passione viene ricuperato dall’embolismo del prefazio (“Egli, dopo aver dato ai discepoli l’annunzio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria”).
2. A livello narrativo, il brano è scandito in sei scene: La prima scena (Lc 9,28) presenta il protagonista principale e gli altri personaggi che salgono sul monte a pregare. La seconda (Lc 9,29) descrive Gesù orante e la sua trasfigurazione con un linguaggio apocalittico. Segue la terza scena (Lc 9,30-31) in cui Mosé ed Elia parlano con Gesù del suo esodo. Nella quarta scena (Lc 9,32-33) i discepoli addormentati si risvegliano e contemplano Gesù trasfigurato con Mosé ed Elia. Pietro interviene, ma poco seriamente.
La quinta scena (Lc 9,34-35) presenta la nube, simbolo della vicinanza di Dio, dalla quale esce la voce
che indica Gesù come Servo di Yhwh e che invita i discepoli ad ascoltarlo. Lc 9,36 presenta la conclusione della scena della trasfigurazione e il silenzio dei tre discepoli. Ogni scena meriterebbe un commento.
Riflessione biblico-liturgica
1. La scena più insolita è la seconda (Lc 9,29): l’uso di espressioni apocalittiche ci fa capire che il Gesù trasfigurato non appartiene all’ordine di questo mondo (“il volto cambiò d’aspetto....la sua veste divenne candida e sfolgorante”). Il Gesù Trasfigurato è anticipo del Gesù Risorto. Quando i discepoli vedranno il volto martoriato del Maestro soffrire la Passione, il ricordo della Trasfigurazione farà loro capire che c’è anche l’altro volto glorioso. La Passione non esaurisce il volto del Maestro.
2. Le figure di Mosé (la Torah) e di Elia (i profeti) discutono con Gesù sulla “sua dipartita che avrebbe portato a compimento”. Una visione plastica per indicare come tutto l’Antico Testamento parli del mistero della morte e resurrezione del Messia. Luca annota, nell’episodio di Emmaus, come Gesù stesso
“cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” (Lc 24,27). Gesù farà la stessa cosa poco dopo a Gerusalemme (Lc 24,44).
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