Portogruaro
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Portogruaro e portogruarese in piazza "No alla guerra"

Una piazza affollata si è stretta attorno alla associazione Ucraina Roksolana di Portogruaro e alle tante donne ucraine presenti domenica 27 febbraio in piazza a Portogruaro per un convinto e corale NO alla guerra 

Parole chiave: Russia (36), Badanti (1), Ucraina (124), Guerra (152), Pace (88), Putin (15)
Portogruaro e portogruarese in piazza "No alla guerra"

Si è aperta con l’urlo delle sirene che annunciano un imminente attacco di guerra, è continuata con il canto dell’inno ucraino e si è chiusa con la recita corale del Padre Nostro - condivisa dall’intera piazza della Repubblica di Portogruaro -, la manifestazione "No alla guerra in Europa. No alla invasione dell’Ucraina" indetta dalla associazione culturale Ucraina Roksolana di Portogruaro con il sostegno della Associazione portogruarese Noi migranti e tenutasi la mattina di domenica 27 febbraio. Nel mezzo le voci e i racconti accorati e piangenti di tante donne che lavorano nel portogruarese e non solo (da San Michele a San Stino a Chions) e hanno il cuore straziato per le famiglie che vivono in Ucraina (Kiev, Leopoli, Kharkiv o nel Donbass), dove hanno lasciato figli, genitori anziani, parenti e amici.
Molta anche la partecipazione dei cittadini di ogni età attorno ad una piazza colorata di bandiere Ucraine giallo-blu e di tante bandiere della pace.

ALYONA
Ha aperto il racconto Alyona Poplavska presidente dell’associazione Ucraina Roksolana: "I nostri bambini non hanno i coriandoli di questa piazza ma proiettili che cadono dal cielo. Ora sono cadute anche le maschere: tutto il mondo ha visto chi è l’aggressore, chi l’aggredito. Noi ucraini sparsi nel mondo siamo stati invitati da un ministro del nostro paese a scendere nelle piazze, là dove siamo, per far vivere l’Ucraina e i colori della sua bandiera. Noi vogliamo difendere i valori democratici e cristiani della nostra terra e il diritto alla libertà e alla vita come ogni stato e ogni persona deve avere. Il popolo ucraino si sta difendendo con mezzi impari, chiedendo solo di essere lasciato vivere in pace". A lei sono seguite le testimonianze di altre donne ucraine che lavorano e vivono tra noi.

OXANA
Oxana ha raccontato: "Questo per il nostro popolo è l’inizio di un cammino di croce, di paura, di spari, ma noi lo portiamo con onore. Il 90% della popolazione nel 1991 ha scelto la libertà e ora, trent’anni dopo, Putin non la accetta e manda le bombe sui nostri figli. Per favore, non voltate le spalle alle lacrime ucraine, quelle che vede qui oggi, quelle che sentiamo noi ai telefoni dei nostri cari. Noi siamo come la nostra bandiera: grano e cielo, lavoro e preghiera. Putin ha fame di terre: ha mangiato la Bielorussia, ora vuole mangiare l’Ucraina e non si fermerà con noi. Fermiamo la guerra insieme".

VICTORIA
Victoria, viene da Leopoli e si dice fortunata rispetto ad altre che le piangono accanto e non prendono la parola, perché vengono da zone di aspri combattimenti. Il suo racconto però è duro: sostiene di aver saputo che è stato chiesto l’intervento della Croce Rossa per raccogliere i caduti russi che nessuno vuole neanche da morti. Sarebbero 4mila secondo i suoi contatti. "La sirena che abbiamo sentito qui in piazza e ci ha gelato il sangue, i miei genitori anziani mi hanno detto di averla sentita sei volte la scorsa notte. Ormai non riusciamo quasi più a comunicare: chiediamo con i messaggi ok? e ci rispondono ok o no ok. E’ sempre più dura".

LIUBA
Liuba è affranta, la sua città attuale è Kharkiv, seconda città ucraina, sede di violenti scontri, bombardata. I suoi figli sono riusciti a fuggire ma si osno fatti difficili i contatti. Lei è originaria del Donbass, ha sposato nel ’90 un russo, Victor. Racconta: "Per 34 anni abbiamo vissuto insieme, in pace, facendo una famiglia, con amici ucraini e amici russi. Tutto bene fino al 2014, quando la Russia è venuta. Io e i miei figli siamo andati via. Putin dice di essere venuto per salvare i russi da noi, ma noi vivevamo insieme. La mia famiglia è ucraina e russa insieme".

IRINA
Irina, moldava, ha ricordato che anche la Moldavia nel 2012 ha affrontato una guerra, per questo: "Ospiteremo gli ucraini perché sono fratelli e solidali. Tanti moldavi vivono in Ucraina e viceversa. La peggior cosa che può capitare a una popolazione è la guerra. Ora il nemico è forte e potente. Ma io dico al popolo russo e ai militari: fermate questa offensiva".

ROBERTO
Roberto Soncin che guida l’Associazione Noi migranti che, venerdì 4 marzo a Concordia tiene un incontro di approfondimento (vedi SOTTO), ha dato lettura della sua lettera aperta a Putin: "vladimiro putin, ti scrivo con le minuscole, non posso metterti le maiuscole perché tu non sei grande; non ti chiamo caro perché non lo sei; non ti chiamo presidente perché non ti comporti da tale; non so quanti morti farai ma hai perso perché un popolo che tu nemmeno consideri ti sta resistendo, perché hai unito l’Europa contro di te, hai unito l’Italia più della pandemia, perché il mondo parla di te come Hitler e folle, perché i giovani russi, pur rischiando il carcere, sono scesi in piazza contro la guerra".

APPELLO FINALE
Hanno chiuso l’intensa mattinata le parole-appello della presidente Alyona: "Ringraziando tutti per la solidarietà verso il nostro popolo che è sotto le bombe, chiedo:
- Di chiudere il cielo sopra l’Ucraina.
- Chiedo ai sindaci - so che qui ci sono sindaci dal territorio - di mettere all’ordine del giorno dei consigli comunali il "No alla guerra" e il sostegno all’Ucraina e poi di inviare questi ordini del giorno al Consolato ucraino a Milano e all’ambasciata a Roma perché possano avere un peso tutte le vostre azioni per l’Ucraina.
- Chiedo anche ai sindaci che nel prossimo fine settimana nei municipi, accanto alle bandiere di Italia ed Europa ci sia anche quella Ucraina.
- Chiedo ai dirigenti scolastici di trovare un’ora per parlare ai ragazzi del "No alla guerra" e dell’importanza per tutti della pace.

PADRE NOSTRO
- Infine chiedo a noi tutti qui oggi, in questa piazza, di chiedere aiuto insieme a Dio, di rimetterci tutti sotto la sua protezione recitando insieme, in italiano, il Padre nostro.
E la piazza lo ha fatto, unita, mentre le campane del mezzogiorno accompagnavano - dolce casuale provvidenza - la recita all’unisono la preghiera a Dio Padre.
Simonetta Venturin

IL 4 MARZO A CONCORDIA

Venerdì 4 marzo alle 21 in Sala Rufino a Concordia Sagittaria si tiene un incontro di approfondimento con esperti di storia e cultura ucraina: il prof Andrea Franco dell’Univ. di Macerata e il prof. Oleg Rumjancev dell’Univ. di Palermo. Con loro Alyona Poplavska, presidente della sezione portogruarese dell’Associazione Ucraina Roksolana, che ha dichiarato: "L’Ucraina è una nazione con una grande storia e cultura, dove sono sempre convissute etnie diverse, non siamo una semplice "espressione geografica". Coordina Alessio Alessandrini presidente Ute. L’iniziativa ha tra i promotori Noi Migranti e il Centro Mori. L’incontro viene trasmesso in streaming sui social di Noi Migranti (facebook ). Nel Portogruarese la comunità ucraina, composta per l’85% da donne, conta su circa 450 persone (sv)

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