Portogruaro
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Ex Perfosfati, dalla Regione Veneto 3.735.000 euro per completare la bonifica dalle ceneri di pirite

L’assessore all’ambiente Bottacin ha sottolineato che «tutta l’area era interessata da contaminazione diffusa». Il Comune potrà sistemare oltre 11.000 metri quadrati

Ex Perfosfati, dalla Regione Veneto 3.735.000 euro per completare la bonifica dalle ceneri di pirite

La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, ha assegnato al Comune di Portogruaro un finanziamento 3.735.000 euro per il completamento della bonifica della ex fabbrica Perfosfati. Il provvedimento regionale è stato anticipato da un comunicato stampa del 31 maggio scorso, mentre la delibera ufficiale è ancora in corso di pubblicazione. L’assessore Bottacin ha sottolineato che «tutta l’area era interessata da contaminazione diffusa» da ceneri di pirite sia per i terreni che per le acque sotterranee e grazie a questo contributo il Comune potrà completare la bonifica di una superficie di oltre 11.000 metri quadrati, corrispondente al settimo e conclusivo lotto dell’intervento sull’area dei laghetti, che è delimitata dal canale Volpare (a sud) e dal grande capannone industriale (a nord): è l’ultima superficie ancora da bonificare, che corrisponde per estensione alla decima parte dei circa 11 ettari della ex Perfosfati.  
L’INTERVENTO Il comunicato precisa che si prevede la messa in sicurezza mediante «l’asportazione dei terreni contaminati nelle aree con minore profondità di contaminazione», mentre per le aree maggiormente interessate in profondità si prevede «il realizzo di un diaframma plastico verticale in cemento-bentonite ed un capping superficiale». Sono le stesse metodologie dei sei precedenti interventi di bonifica, che il Comune di Portogruaro e la Regione Veneto, in più fasi, hanno realizzato dal 1998 al 2015. «Anche in questo caso - ha concluso l’assessore Bottacin - la Regione ha applicato un approccio altamente scientifico nell’individuazione dell’area oggetto del finanziamento, partendo dall’anagrafe dei siti contaminati» predisposta da Arpav (Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Veneto).
I tempi di realizzazione non sono ancora stati precisati, ma le operazioni dovrebbero procedere celermente con progettazione esecutiva, gara d’appalto e realizzazione dei lavori. La notizia del futuro completamento della bonifica si è diffusa quando è appena stato completato l’intervento della ditta AhRCOS  di Bologna, che sull’immobile dell’ex Perfosfati ha realizzato il "restauro, risanamento conservativo e consolidamento statico" per la sua "rifunzionalizzazione", iniziato il 29 aprile 2020.
Le opere eseguite hanno riguardato le demolizioni interne e lo smaltimento dei relativi materiali, la ripassatura del tetto, l’idrolavaggio delle superfici, la rimozione del calcestruzzo ammalorato, il trattamento dei ferri di armatura, la ricostruzione volumetrica, i trattamenti inibitori della corrosione. L’intervento fu voluto in questi termini dall’Amministrazione comunale guidata nel precedente mandato dall’allora sindaco, Maria Teresa Senatore, che modificò radicalmente un precedente progetto delle amministrazioni di centrosinistra. Gli interventi di restauro eseguiti servono alla conservazione per intero del grande capannone con oltre 6.000 mq di superficie coperta ed arcate in cemento armato alte fino a 28 m. L’opera restaurata però non può ancora essere aperta al pubblico perché mancante dell’adeguamento antisismico e della conseguente certificazione, indispensabili per una sua nuova vita. L’intervento antisismico per una sua utilizzazione, secondo alcune dichiarazioni del sindaco Florio Favero, dovrebbe comportare la spesa di almeno altri 5 milioni di euro.

Fonte: Redazione Online
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