Pordenone
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Pordenone Docs Fest: da Bucha alla Turchia fino alla crisi climatica

Saranno sei le prime visioni italiane sabato primo aprile al festival del documentario e la sera alle 20.45 in esclusiva per il pubblico del festival la storia di Enes Freedom, giocatore dell’NBA, e la sua lotta per la libertà

Parole chiave: Documentario (3), cinema del reale (3), Cinemazero (104)
The Oil Machine

Sei film in anteprima nazionale e una prima visione assoluta, tutti accompagnati da registi e ospiti: è un programma ricchissimo e vario quello del quarto giorno del Pordenone Docs Fest, sabato 1° aprile a Cinemazero. Si parte al mattino, alle 10.30, con “The Oil Machine” della regista scozzese Emma Davie, per una proiezione e dibattito in collaborazione con ARPA FVG. Viene affrontato il tema, attualissimo, della crisi climatica e della dipendenza dalle fonti fossili: il petrolio è una macchina invisibile, al centro della nostra economia e società, ma scienziati, attivisti e investitori chiedono un cambiamento. Davie ha preso molto sul serio l’impegno del festival per la sostenibilità – declinato nel “Manifesto Green” - e ha scelto di raggiungere Pordenone in treno invece che in aereo, per abbattere le emissioni di CO².

Alle 14.30 ci sarà l’anteprima assoluta di “Reznica” di Davor Marinkovic, giovane regista nato in Serbia e cresciuto in Italia: il cortometraggio narra due generazioni di rifugiati in cerca d’identità, dopo la disgregazione della Yugoslavia. A seguire, “Invoked”, dei registi serbiLuka Papić e Srđa Vučo, ripercorre uno degli eventi storici, tragicomici, che hanno preceduto le guerre in ex Yugoslavia: le prime elezioni libere dopo quarantacinque anni di governo del partito unico, nel 1990 in Serbia. Si presentano quasi cinquanta partiti politici, incluso il Great Rock ‘n Roll Party. Il racconto avviene attraverso estratti di talk show, notiziari e riunioni elettorali, immagini d'archivio che si alternano al ricordo, oggi, di quattro candidati dell'epoca. Il film offre spunti di riflessione sulle radici dell'attuale situazione politica in ex Yugoslavia e sul processo di democratizzazione ancora in corso.

A seguire, viene ripreso uno dei fili conduttori della XVI edizione del festival, quello dell’inclusione delle diversità: “Sexual healing” della regista olandese Elsbeth Fraanje affronta il tema, spesso tabù, dei rapporti sessuali con le persone con disabilità: un racconto delicato che può dire molto a ogni spettatore. A dialogare con la regista sarà Carlo Zoratti autore, tra l’altro del documentario “The Special Need”.

Tra gli eventi più significativi, alle 18, ci sarà l'anteprima nazionale di “When spring came to Bucha”, di Mila Teshaieva e Marcus Lenz. La primavera può tornare anche nelle storie e nei luoghi più bui: il film racconta la forza degli ucraini, la loro capacità di resistere e rigenerarsi dopo la strage di Bucha, in seguito all'invasione russa dell'Ucraina, un anno fa. Sarà presente a Pordenone Mila Teshaieva, artista, fotografa e regista ucraina. Dai primi giorni della guerra, Teshaieva è stata a Kiev e nella regione di Kyiv, scrivendo, fotografando, filmando quello che descrive come "un momento determinante della storia europea". Intervengono inoltre il fotografo friulano Pierpaolo Mittica, che presenta il suo ultimo reportage: And Then the Winter Came con cui ha documentato le condizioni di vita della popolazione civile ucraina negli scorsi mesi, e Olmo Parenti autore del videoclip della canzone Tango di Tananai, presentata all’ultimo festival di Sanremo, storia d’amore a distanza di Olga e Maxim, ucraini separati dal conflitto.

Dall'Ucraina alla Turchia: sabato 1° aprile alle 20:45 il festival torna sui temi della libertà di espressione e i diritti delle donne, con un doppio appuntamento. In apertura di serata interviene, in esclusiva per il pubblico del festival, Enes Freedom (nato Enes Kanter), giocatore dell’NBA, famoso per le sue battaglie in opposizione al premier turco Erdogan e la denuncia della violazione dei diritti in Cina. Per il suo attivismo, è stato vittima di minacce di morte e di un tentativo di rapimento in Indonesia, mentre il padre è stato arrestato e imprigionato per sette anni. Una persecuzione in piena regola, ma come lui stesso ha detto più volte: «La libertà non è gratis». A seguire, proiezione e incontro con i registi del film in anteprima nazionale "My name is Happy", di Nick Read e Ayse Toprak: la storia commovente di Mutlu Kaya, una ragazza con il dono di una voce incredibile. Diventata una star grazie a un talent TV, sopravviverà al tentato femminicidio di un uomo che la vuole in sposa, diventando paladina delle battaglie per i diritti delle donne in un Paese estremamente maschilista.

Come sempre, anche la quarta giornata del festival prevede una serie di eventi che arricchiscono il programma: alle 11, in Mediateca, il regista e montatore Alessandro Redaelli, uno dei nuovi talenti a cui il festival ha scelto di dare spazio, analizzerà in una lezione di cinema le prospettive del documentario in realtà virtuale: l’evento vede protagonisti in particolare i ragazzi del Cinemazero Young Club. Nello spazio del Pordenone Docs Fest in Piazzetta Cavour, intanto, fino a domenica è possibile provare l’esperienza VR, guardando una selezione di documentari in concorso per il nuovo Premio che il festival dedica a questo nuovo modo di intendere e fruire il cinema. Per la sezione Italian Doc Future!, dedicata ai documentari italiani più recenti, da valorizzare, alle 14:30 c’è “Il Posto” di Mattia Colombo e Gianluca Matarrese, film on the road che racconta l’esistenza nomade di chi cerca, oggi, un lavoro stabile nel nostro Paese. Alle 17, una tavola rotonda è dedicata alle scuole di cinema.

Tutto il programma: www.pordenonedocsfest.it

Fonte: Comunicato stampa
Pordenone Docs Fest: da Bucha alla Turchia fino alla crisi climatica
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