Hikikomori,adolescenti in ritiro sociale
Si definisce così una tendenza che emerge tra i giovanissimi già intorno ai 14 anni e che sfocia nell’autoisolamento totale. Esiste l'Associazione Nazionale Hikikomori fondata da Marco Crepaldi a supporto dei giovani e delle loro famiglie
Resta sempre una denominazione dal sapore orientaleggiante, data la provenienza dal Giappone: Hikikomori, nella lingua di origine "stare in disparte". Per quale recondito contagio questa forma di isolamento totale o ritiro sociale sia approdata da noi, tra gli adolescenti e i giovanissimi per protarsi a volte anche oltre, resta perlopiù un mistero. E’ così grave e difficile da sostenere al punto di rappresentare un peso devastante per tutta la famiglia di questi giovani autoreclusi (sono soprattutto di sesso maschile): svegli di notte per dormire isolarsi di giorno. Un incubo per chi si trova costantemente di fronte a una porta chiusa. Da noi si è iniziato a occuparsi di questo profondo disagio nel 2013. E’ un tema da specialisti per i nostri psicologi che cercano di approfondire questa particolare tematica soprattutto per offrire sostegno ai genitori e familiari dei soggetti in perenne, volontaria reclusione. Come sta avvenendo per lo psicologo Alessio Pasquini, laureato in epoca precovid (dopo aver conseguito la laurea in lettere e specializzazioni varie) che già in fase di tirocinio e post tirocinio vedeva arrivare in studio alcuni minisegnali quali fobia per la scuola con disturbi psicosomatici di varia tipologia, compresi attacchi di ansia e di panico. Negli ultimi anni i "grandi isolati" sono cresciuti diffusamente, come un’epidemia silenziosa. E poi l’isolamento imposto dal Covid li ha "pervasi" subdolamente, come se la diffusa condizione di ritiro sociale rappresentasse un avallo a situazioni già orientate all’autoreclusione. E’ una tendenza che assume R una connotazione sempre più definita dai 14-15 anni e che sfocia nell’isolamento totale. E’ evidente come nella prolungata fase acuta non sia possibile l’intervento specialistico diretto da parte degli psicologi, ma possa offrirsi quale sostegno e orientamento per i genitori. In questa direzione è molto efficace e attiva la presenza dell’Associazione Nazionale Hikikomori, fondata da Marco Crepaldi, che consente ai genitori interessati la comunicazione tramite facebook. Davvero provvidenziale se si pensa che nella nostra Penisola, secondo le stime dell’Associazione, attualmente i soggetti coinvolti sono circa centomila. Sono poi da considerare i neet ( né studio, né lavoro): tra i quindici e i ventinove anni se ne contano in Italia intorno ai due milioni: numericamente al vertice nel mondo. Ma questi forse continuano a frequentare gli amici. A Pordenone il gruppo dei genitori "Hikikomori" è seguito dallo psicologo Alessio Pasquini che, come è intendimento della citata Associazione, segue i genitori di ragazzi che vivono in isolamento. Come lui stesso sottolinea, spesso mamma e papà non hanno consapevolezza del problema, mentre essi stessi ne sono parte. Di frequente la condizione di isolamento dei ragazzi, che già a nove-dieci anni manifestano fobia scolare e rifiuto delle attività di gruppo e perfino dello sport, è determinata da una componente familiare con genitori iperprotettivi o ipercritici. Se la manifestazione dell’isolamento può avvenire nella prima adolescenza, spesso può manifestarsi anche negli adulti all’inizio dell’università o dell’impegno lavorativo. Ma ci sono anche situazioni molto pesanti che continuano a protrarsi per anni nel tempo. Tutto inizia indubbiamente da una sofferenza profonda determinata dal disagio sociale. Nei familiari si determina una condizione profonda di vergogna anche rispetto alla cerchia dei parenti e amici. Da parte loro, i ragazzi o giovani isolati sono consapevoli di non riuscite più a restare nel contesto sociale di appartenenza, tanto più che a volte si tratta di soggetti plusdotati che non trovano chi li capisca, in particolare rispetto alla incapacità di decifrare il disagio emotivo. A volte l’isolamento è provocato da traumi particolari, quali attacchi di bullismo, oppure atteggiamenti di iperprotettività o ipercriticità. Sullo sfondo potrebbe delinearsi in precedenza qualche forma di depressione? Lo psicologo Pasquini spiega che è importante fare gruppo con i genitori interessati direttamente al tema dell’isolamento totale dei figli sulla linea dell’Associazione Hikikomori Italia, mentre lui stesso si sta formando con altri psicologi anche rispetto a tematiche di grande attualità, quali l’importanza dell’appartenenza a un gruppo, le difficoltà del sistema competitivo molto diffuso, l’esigenza di più ampia socializzazione. Spesso lo Hikikomori trova le radici profonde nel comportamento familiare. Ed ecco la necessità di confrontarsi tra genitori, di mettersi pazientemente in discussione per capire quali siano gli errori da evitare. Sono spesso genitori smarriti che cercano nel gruppo il sostegno di uno spazio protetto.
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