Sesto al Reghena: "Le pipe del Riccio" di Manuele Giuseppe Morassut.
Cresciuto nel mondo dell’artigianato con la dedizione al lavoro e al realizzare con le proprie mani cose belle, completati gli studi da Geometra a Pordenone, dopo una breve esperienza universitaria, a 18 anni inizia a lavorare nell’impresa edile del padre. La passione per il legno però è sempre stata una vocazione, e quell’immagine romantica degli uomini di un tempo, con le loro pipe, fa crescere in lui la voglia di saperne di più. Così nel 2018 si dirige in quel di Bolzano, dove un Mastro Pipaio tiene le sue lezioni....
Sesto al Reghena, uno dei borghi medievali più belli della regione Friuli Venezia Giulia. E’ qui che prendono vita "Le Pipe del Riccio" di MG pipes, marchio nato dalla visione "amarcord" del pipemaker Manuele Giuseppe Morassut.
Cresciuto nel mondo dell’artigianato con la dedizione al lavoro e al realizzare con le proprie mani cose belle, completati gli studi da Geometra a Pordenone, dopo una breve esperienza universitaria, all’età di 18 anni inizia a lavorare nell’impresa edile del padre, specializzata in ristrutturazioni e restauri.
La passione per il legno però è sempre stata una vocazione, e quell’immagine romantica degli uomini di un tempo, con le loro pipe, fa crescere in lui la voglia di saperne di più.
Così nel 2018 si dirige in quel di Bolzano, dove un Mastro Pipaio tiene delle lezioni individuali nel suo laboratorio, è qui che il Maestro Bertrand Safferling insegna a Manuele le basi tecniche per realizzare le sue prime pipe.
L’esperienza maturata e la continua voglia di perfezionare la tecnica e l’arte, lo portano ad essere accolto nell’Accademia Italiana della Pipa nel 2020, dove sotto la guida attenta dei maestri Davide Iafisco, Gabriele Dal Fiume, Gioachino Sauro e Mimmo Romeo apprende tecniche sempre più raffinate, impara a riconoscere i migliori materiali e viene spronato a ricercare uno stile sempre più elegante e personale.
A settembre dell’anno scorso finalmente corona uni dei suoi sogni ed inaugura il laboratorio, che ha progettato, e pezzo dopo pezzo, ha assemblato con le sue mani. Così il 23 settembre 2023 nel paese della bassa Pordenonese sono giunti visitatori dal vicino Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e addirittura Sardegna. Sono i membri dell’Accademia Italiana della Pipa, i Maestri e gli allievi si sono mossi, da ogni parte del Bel Paese e sono venuti nell’angolo più estremo in alto a destra, a Nord-Est, per celebrare un traguardo importante, "un traguardo si, ma soprattutto un punto di partenza".
Per realizzare le teste delle sue pipe Manuele utilizza la migliore radica di erica arborea; dopo una stagionatura di almeno tre anni, sceglie i pezzi più adatti alla forma che ha in mente e interpretando gli intrecci della venatura che la natura ha creato, libera la pipa che ha immaginato.
I bocchini anch’essi realizzati interamente a mano, vengono ricavati da barre piene di ebanite tedesca, concepiti in maniera sartoriale appositamente per ogni singola pipa. L’unione di questi due elementi, testa e bocchino, dà la pipa finita.
Il suo obiettivo non è semplicemente realizzare delle pipe, ma creare pezzi unici e irripetibili, realizzati con cura e amore partendo dalle migliori materie prime, pipe con un’anima.
Perché fumare la pipa non è un semplice "vizio", ma una esperienza: "Nel mondo di oggi è tutto veloce, escono tutti di corsa, hanno sempre fretta, la pipa invece è un rito perché bisogna darle il suo tempo, ma ti dà il tempo per fermarti e pensare. Fumare la pipa è un’attività meditativa. Se fumi troppo velocemente, si scalda, scotta e il tabacco assume un cattivo aroma. Se lo fai troppo lentamente, si spegne. Il ritmo giusto è lento ma non troppo, al limite tra i due, e questo ritmo calma corpo e spirito".
S. Simonetti
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento