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Ordinazioni sacerdotali: sabato 20 cinque nuovi sacerdoti

Cinque fiori per la chiesa di domani: (nella foto da sx) Riccardo Forniz, Diego Toffoletti (il Vescovo Pellegrini), Ricardo Moro, Luca Toffolon e Alex Didonè. Ordinati sabato 20 aprile, cattedrale di Santo Stefano in Concordia Sagittaria, ore 15

Ordinazioni sacerdotali: sabato 20 cinque nuovi sacerdoti

Dopo le ultime piogge la primavera è definitivamente sbocciata e i prati, non solo gli alberi da frutto, si sono rivestiti di fiori multicolori. Ogni fiore ha la sua radice, il suo terreno, la sua stagione... come i nostri cinque fiori che stanno sbocciando in questa primavera con la loro ricchezza, originalità e peculiarità.
Leggendo le loro interviste emergeranno costanti e differenze, tutte unificate dalla donazione a Cristo e alla Chiesa nel ministero presbiterale che, dopo l’ordinazione diaconale ricevuta il 10 settembre ’23, inizieranno a vivere dal 20 aprile.
Le vocazioni sono dono di Dio, ma credo abbiano bisogno anche di un terreno e di un clima adeguato ed emergerà da quanto leggerete come diverse esperienze familiari, parrocchiali, scolastiche, associative... sono state humus positivo per il seme che il Signore ha voluto piante, affinché - deinde feraces - potessero germogliare, crescere e portare frutto.
Ma poichè siamo in un cambiamento d’epoca i fiori saranno diversi da una volta e i frutti avranno il gusto, sempre saporito e nutriente, del tempo presente e futuro della Chiesa. Non possiamo infatti negare che anche il ministero presbiterale sia in cambiamento, in una Chiesa che muta, affrontando nuove sfide, forse più stimolanti nel cogliere l’essenziale.
Papa Francesco ci ha aiutati a cogliere alcune linee di continuità, che abbiamo sondato insieme ai cinque candidati nella formazione annuale, per vivere quattro vicinanze (a Dio, al Vescovo, tra presbiteri, al popolo). Possono dare il senso del cammino che stanno intraprendendo, perchè, anche sulla linea dell’assemblea sinodale diocesana, vivano e assaporino la "vicinanza" come dono da ricevere e da offrire.
Tra le tante interessanti indicazioni emerse dall’assise diocesana, infatti, mi sento di richiamarne due che possono dar corso alla "vicinanza" di papa Francesco: la fraternità tra presbiteri e la priorità della dimensione spirituale.
Il modo di svolgere il ministero sta diventando sempre più collaborativo e integrato con laici e tra preti, per prendersi cura non di una parrocchia in rapporto uno a uno, ma di comunità pastorali (evoluzione delle unità pastorali), anche con la possibilità graduata e diversifica della vita fraterna (confronto, collaborazione, preghiera insieme, condivisione dei pasti, fino alla coabitazione). Recentemente il Vescovo lo ha sottolineato nell’assemblea straordinaria del clero, in vista di una migliore comunione nel Presbiterio e di una maggiore efficacia nella pastorale ormai di missione.
Il passaggio, dal parroco stabile in una parrocchia al prete a servizio in fraternità nella Comunità pastorale, attraversa inevitabilmente la ridefinizione di compiti del presbitero, chiamato a lasciare diverse funzioni alla cura dei laici, per ritrovare il suo proprium: un’attenzione particolare alla spiritualità e all’accompagnamento delle persone, senza correre il rischio di essere un agente di servizi sacramentali ed educativi.
Alcuni anni fa don Giovanni Moioli fondava la spiritualità del prete diocesano sull’incardinazione nella Chiesa locale perchè sia dentro la storia e la cultura di un territorio, a contatto diretto con le persone. Nella stessa direzione la carità pastorale, che Giovanni Paolo II richiama come cardine del ministero, si eserciterà concretamente conformandosi a Cristo capo, buon pastore, servo e sposo.
Ai nuovi ordinandi e a tutti noi presbiteri, auguriamo di guardare con fiducia e coraggio a questi cambiamenti in atto, perché, nelle nuove sfide che si presentano, siamo consapevoli di avere la presenza del Padre amante dell’uomo, di Gesù il Risorto sempre con noi e dello Spirito Santo che muove la comunità cristiana: Essi conducono la Chiesa nel domani per una sempre nuova e diversa fioritura.
Don Marino Rossi
Rettore del Seminario diocesan

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