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Martedì 7 aprile: il vescovo celebra per la scuola al Vendramini

Il vescovo Pellegrini: "Docenti e studenti: chiedetevi se la normalità, prima del coronavirus, era vita o no". Ha ricevuto in dono uno zainetto

Parole chiave: Scuola (135), Vescovo (147), Coronavirus (232), Pasqua (36)
Martedì 7 aprile: il vescovo celebra per la scuola al Vendramini

Banchi vuote, sedie rivoltate, lavagne pulite. Aule e corridoi in rigoroso silenzio, solitamente rumorose e chiassose. L’Istituto Vendramini di Pordenone è stato il 2° luogo-simbolo scelto dal Vescovo Giuseppe Pellegrini per vivere la Settimana Santa in tempo di pandemia da coronavirus. 486 studenti, 45 docenti, 4 del personale Ata, 6 ragazzi con disabilità, 8 stranieri (Pakistan, Senegal, Cina) il Vendramini vede all’attivo: scuola Primaria, scuola Secondaria 1° grado, Liceo delle Scienze applicate.

Ad accogliere il Vescovo Mons. Pellegrini, e dargli il benvenuto, la Preside dell’Istituto Vendramini Anna Romano.

Hanno concelebrato il Vicario Generale don Orioldo Marson, il Direttore del Vendramini don Marino Rossi, il diacono Mauro Della Torre direttore dell’Ufficio Scuola. L’animazione del canto è stata curata da don Luca Basaldella e dal docente di musica Antonel Dewis.

Il Prof. Della Torre ha portato saluto iniziale ringraziando il Vescovo per aver scelto il Vendramini, auspicando che l’anno scolastico possa concludersi, seppur rimanendo a casa ivi inclusi gli esami così come si prevede, con profitto e risultati buoni.

 

Nell’omelia il Vescovo ha pronunciato la seguente riflessione:

«Celebrare la Messa del Martedì Santo qui al Vendramini, ha un significato duplice: pregare per tutto il mondo della scuola costretto all’insegnamento da casa e nel contempo riflettere su cosa significhi educare in tempo di pandemia da coronavirus.

Mi lascio provocare dalle letture che abbiamo ascoltato. In questi giorni della Settimana Santa siamo accompagnati dal profeta Isaia e abbiamo appena ascoltato dalle sue parole con quale passione, potremmo dire educativa, il Signore lo ha lavorato nella sua vita.

È proprio la passione della formazione uno dei pilastri della vocazione dell’insegnante: avere passione per gli studenti, prima ancora che per la propria materia. Gli studenti, a distanza di tanti anni, si ricordano del loro insegnante come bella figura appassionata, innamorata della materia e del trasmetterla. Vedo in televisione e nella stampa la macchina organizzativa che la scuola ha messo in campo per continuare le lezioni mediante i video, i cellulari, le piattaforme digitali. Certo, vedersi da uno schermo, non è lo stesso del vedersi in faccia. Ora è il tempo della responsabilità del rimanere a casa e avremo occasione per stare assieme. Vorrei che le forze, le idee, le energie e la fantasia messa in campo in questi mesi nel mondo della scuola, anche qui come Vendramini, non vada persa ma sia capitalizzata per un educare diverso, più stringente alla sostanza dei contenuti, al declinarli nell’esperienza della vita, che questi giorni ci richiedono.

Poi, un secondo aspetto: educare in tempo di pandemia da coronavirus. Sono molto forti le parole di Gesù che abbiamo ascoltato: “Uno di voi mi tradirà”.

Carissimi docenti, e tutti voi che seguite mediante la diretta streaming da casa: Giuda ha tradito per denaro e Gesù non lo ha rinnegato, anzi, ha fatto di tutto per salvarlo dalla fine dolorosa. Anche noi, se non stiamo attenti, possiamo tradire questo tempo di pandemia che viviamo non a causa del denaro, ma a motivo della paura e del disimpegno. Sono convinto che quando i vostri alunni si collegano con voi insegnanti per la lezione sullo schermo, non vedono solo il loro docente, ma oggi hanno bisogno di vedere anche un testimone, un riferimento di solidità in questi giorni sballottati dal vento della morte. Infine, possiamo tradire questo tempo se non raccogliamo l’insegnamento che ci arriva da quanto stiamo vivendo: siamo sicuri che la normalità che prima del virus vivevamo era veramente vita? Siamo sicuri di voler ritornare a quel tempo che Papa Francesco nella piazza vuota in S. Pietro ha definito «a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto, avidi di guadagno, lasciandoci assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta»? Investiamo questi giorni per il futuro educativo».

 

I segni dei 4 luoghi-simbolo il Vescovo li porterà itineranti nelle celebrazioni

 

La Preside del Vendramini, Anna Romano, ha donato al Vescovo uno zainetto con un quaderno e un libro (cfr. foto) «a nome di tutti i docenti, gli studenti, i genitori degli alunni come segno di continuare a camminare (zaino simbolo anche del viaggio) con fiducia e speranza per i prossimi mesi. Con molta probabilità gli esami di stato saranno on line e si rientrerà presumibilmente ai primi di settembre, secondo l’orientamento del Ministero dell’Istruzione».

 

Video sintesi nel canale YouTube

 

I video dell’omelia del Vescovo, i brevi video della celebrazione, dei saluti e ringraziamenti sono on line nel canale YouTube “Comunicare la speranza”: https://www.youtube.com/channel/UCr1NVWyuBwwjkhhARZhs-Ng

 

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