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La storia di don Eugenio Marin, un sacerdote a Dachau

Quando si fa riferimento ai deportati nei campi di sterminio nazisti difficilmente sono considerati i molti sacerdoti. Nella diocesi di Concordia in due furono deportati a Dachau. Uno, don Giacomo Bellotto, parroco di Meduno; l’altro don Eugenio Marin, parroco di Maron di Brugnera. Sbato 22 giugno alle 19 la parrocchia di Maron lo ricorda

Parole chiave: Don Eugenio Marina (1), Dachau (1), Maron di Brugnera (1)
La storia di don Eugenio Marin, un sacerdote a Dachau

Quando si fa riferimento ai deportati nei campi di sterminio nazisti difficilmente sono considerati i molti sacerdoti - e non solo cattolici - che hanno vissuto quell’orribile esperienza.
Nella diocesi di Concordia in due furono deportati. Entrambi andarono nel campo di concentramento di Dachau, nei pressi di Monaco di Baviera. Uno, don Giacomo Bellotto, parroco di Meduno addirittura dall’estate 1944, e l’altro don Eugenio Marin, parroco di Maron di Brugnera, negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale. Qui, ci occuperemo di quest’ultimo perché ricorre il cinquantenario della sua scomparsa.

Eugenio Marin, la famiglia
Eugenio Marin nacque l’11 ottobre 1901 a Casiacco di Vito d’Asio, paese posto sotto la montagna dove in alto si affaccia Anduins. La sua casa natale è ubicata verso l’Arzino, che a non molta distanza confluisce nel Tagliamento.
I genitori, come tanti in quella zona, erano emigranti. Il padre Agostino Marin a 14 anni partì per la Germania a lavorare in una fornace. Poi, andò in Argentina come muratore. Ritornato, nel 1900 sposò Angelica De Nardo, originaria del comune di Forgaria. La coppia ebbe quattro figli, tre maschi - dei quali Eugenio era il primogenito - e una figlia che morì ancor piccola. Agostino espatriò in seguito per lavorare in Polonia e Francia, dove lo seguirono la moglie e i figli Alberto e Attilio.
Eugenio Marin entrò, invece, nel seminario vescovile, facendo pure da dicembre 1920 ad agosto 1922 il servizio militare nel genio telegrafista

L’ordinazione
L’8 agosto 1926 il vescovo Luigi Paulini ordinò sacerdote Eugenio Marin, nella "sua" Casiacco, con una funzione solenne mai vista prima in Val d’Arzino. La chiesa parrocchiale era affollatissima, nonostante una grande bufera che, inopinatamente, si trascinò dalla notte precedente. Il giorno dopo don Eugenio celebrò la prima messa a Casiacco e, all’incontro conviviale che seguì, il cronista de "Il Popolo" riportò i commossi messaggi del babbo e dei fratelli al lavoro in Francia.
Nel settembre 1926 don Marin fu inviato dal vescovo Paulini cappellano a Casarsa della Delizia e nemmeno due anni dopo economo spirituale a Vito d’Asio, diventando parroco di quella località l’1 luglio 1929. Vi rimarrà per una decina d’anni finché il 12 dicembre 1939 divenne vicario parrocchiale di Maron di Brugnera, dovendo sostituire pressoché in tutto il parroco don Giovanni Brusadini infermo da anni. Morto don Brusadini, il 26 ottobre 1940 don Marin ottenne la nomina a parroco di Maron.

L’arresto e gli interrogatori
Il 10 giugno 1940 Benito Mussolini, accanto alla Germania di Adolf Hitler, precipitò l’Italia nella guerra contro Francia e Gran Bretagna cui seguirono quelle contro Grecia, Jugoslavia, Russia e Stati Uniti. Nel 1943 per l’Italia l’esito del conflitto era disastroso con una parte del territorio occupato. Rovesciato Mussolini da capo del governo, l’8 settembre 1943 il re Vittorio Emanuele III e il nuovo governo presieduto dal generale Pietro Badoglio dovettero accettare l’armistizio "senza condizioni" imposto dalle potenze alleate.

(continua a leggere la storia su IL POPOLO del 23 giugno 2024 a pag. 24)

La parrocchia di Maron ricorda don Marin

Don Eugenio Marin sarà ricordato a Maron sabato 22 giugno 2024, alle 19, con la celebrazione di una messa e poi sarà presentato l’opuscolo, pubblicato dalla parrocchia e scritto da Vannes Chiandotto dal titolo Eugenio Marin da Maron a Dachau.

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