La Chiesa diocesana vicina a chi è stato colpito duramente dal passaggio delle violente perturbazioni
Il Vescovo e i suoi collaboratori in questi giorni hanno visitato alcuni luoghi battuti da raffiche di vento, pioggia violenta e grandine, osservando i danni e ascoltando il racconto di molti. “Siamo vicini e testimoniamo con coraggio – ha sottolineato il Vescovo – il nostro essere uomini e donne che sanno darsi coraggio e rialzarsi con dignità, come è stato per altre esperienze tragiche che nel passato hanno conosciuto i nostri territori”. (foto, Vigili del Fuoco)
È pesante il bilancio di questi giorni di maltempo che ha ferito persone, sfregiato case, aziende, automobili, monumenti, paesi interi, ha compromesso attività produttive ben avviate e completamente distrutto coltivazioni, mandando in frantumi il frutto di anni di duro lavoro e sacrificio.
Il Vescovo e i suoi collaboratori in questi giorni hanno visitato alcuni luoghi battuti da raffiche di vento, pioggia violenta e grandine, osservando i danni e ascoltando il racconto di molti.
In particolare domenica 30 luglio mons. Pellegrini presiedendo la celebrazione eucaristica con gli emigranti promossa dall’EFASCE nella parrocchia di Santa Maria Maggiore di Cordenons ha voluto ricordare tutti coloro che sono stati colpiti dal grave maltempo elevando una speciale preghiera al Signore.
Già dalle prime ore molti si sono rimboccati le maniche per riparare danni e ripartire con il proprio lavoro, tra tetti divelti e piante abbattute. Tutto ciò testimonia, ancora una volta, il coraggio e la tenacia della nostra gente.
Il pensiero va specialmente al mondo dell’agricoltura che conta sicuramente i danni più ingenti. Irrinunciabile l’appello: nessuno deve rimanere solo di fronte a questa calamità che in poche ore ha devastato ciò che si era pazientemente costruito e coltivato. Chi è stato colpito sia agevolato nell’attingere ai fondi di emergenza.
“Siamo vicini e testimoniamo con coraggio – ha sottolineato il Vescovo – il nostro essere uomini e donne che sanno darsi coraggio e rialzarsi con dignità, come è stato per altre esperienze tragiche che nel passato hanno conosciuto i nostri territori”.
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