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I sei ordinati diaconi:il 6 settembre nel parco del Seminario

Suggestiva cerimonia all'aperto nel Parco del Seminario per l'ordinazione al tempo del Covid.

I sei ordinati diaconi:il 6 settembre nel parco del Seminario

Nell’omilia, il vescovo Pellegrini, raggiante in volto per l’evento, favorito dalla giornata e dalla folla di presenze, ha proposto una riflessione sul tema del servizio, frutto della "verità della Parola", ponendo in risalto il significato del "ministero ordinato", dedicato ai sei ordinandi diaconi e ai presenti. A partire dal Libro dei Numeri (3,5-9), ha ricordato come si è passati, nel cammino della chiesa, dalla "casta sacerdotale", ad una nuova identità, come racchiuso nella Lettera agli Ebrei: "Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede" (2,17)… "In questo modo Gesù vive e ci offre un’idea nuova della mediazione, del suo porsi tra il Padre e l’umanità. Nel Mistero Pasquale Gesù accetta fino in fondo di essere solidale con l’umanità, realizzando in maniera definitiva quello che i riti antichi e anche tanti altri riti di oggi, non sono capaci di attuare, ovvero l’innalzamento dell’uomo presso Dio, l’unione della natura umana con Dio.
Attingendo poi agli Atti degli Apostoli (6,1-7) e a Matteo (20,25-28), il vescovo ha confidato i tratti della strada tracciata da Gesù: "Portare l’uomo a Dio condividendo l’umanità di ogni persona, solidali con i più bisognosi, seguendo il filo conduttore del servizio, affidandosi all’azione dello Spirito che fa sorgere, all’interno della Chiesa, nuove forme di ministerialità, col denominatore della comunione e della missione, con lo stile della condivisione e del servizio". Ha aggiunto: "Ancora più forte e più esplicita la lettura che Gesù fa della sua missione ’egli non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti’ (Matteo 20,28). Gesù sta parlando ai discepoli, ai quali indica come comportarsi se vogliono veramente seguirlo. Con loro, si rivolge a quanti nella comunità occupano posti di autorità, dicendo che questa dev’essere intesa come servizio. L’autorità del discepolo si deve distanziare visibilmente da quella mondana. Per Gesù servire è dare la vita, da intendersi non solo come morire, ma progettare la propria vita in termini di donazione. Servire è una dimensione dell’intera esistenza; tocca la persona, non solo le sue azioni e le sue cose; è un modo di esistere, uno stile che nasce dal profondo di sé e continua per tutta la vita".
E’ passato a suggerire degli stili di vita da coltivare: "Non chiudetevi nelle canoniche o nelle sacrestie e non siate preoccupati eccessivamente che tutto sia in ordine e funzioni alla perfezione. Siate presenti nella vita quotidiana della gente, vicini a chi è alla ricerca di una parola che dia senso e significato alla vita, in particolare agli adolescenti e giovani. Portate non i vostri progetti e parole, portate la Parola di Dio, forza dirompente della Chiesa. Portate non voi stessi, ma il Signore Gesù, vivo e presente". Ha concluso ricordando che nella frase: "Ite Missa est" è racchiuso l’invito ad andare in tutto il mondo a proclamare il Vangelo ad ogni creatura", come ricorda lo stesso Marco (16,15).
Sintesi a cura di Leo Collin

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