Don Bruno Cescon: un ricordo del direttore de Il Popolo, del professore e dell'editorialista
Mancato la notte tra il 3 e il 4 dicembre, i funerali si tengono giovedì 7 dicembre alle ore 15 in concattedrale San Marco in Pordenone, il rosario la sera prima alle 19 sempre in San Marco.
Don Bruno Cescon è tornato alla Casa del Padre
Direttore de “Il Popolo” per venti anni
Vicepresidente Fisc e delegato per il Triveneto
E’ tornato alla casa del Padre don Bruno Cescon (classe 1948), giornalista e filosofo, direttore de Il Popolo per vent’anni (1996-2016). Licenziato in Teologia e filosofia, laurea in Pedagogia e dottorato in Liturgia, era sacerdote dal 24 giugno 1973; da poco aveva festeggiato, circondato da parenti e amici, il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione.
Professore a tempo pieno aveva insegnato al Seminario diocesano di Pordenone Filosofia e Comunicazioni sociali, quindi all’Istituto superiore di Scienze religiose di Portogruaro, a quello di Santa Giustina di Padova e all’Università Sant’Anselmo di Roma.
Era arrivato alla direzione del settimanale diocesano pratico del mestiere di giornalista: aveva scritto per vari quotidiani, per l’agenzia Adn Kronos di Roma ma era a Il Gazzettino che si era fatto le ossa: ricordava con piacere il lavoro svolto accanto a Giorgio Lago di cui aveva una grande stima. L’esperienza aveva acuito in lui il senso per la notiziabilità degli eventi: i suoi articoli ed editoriali cominciarono presto a diffondersi tra i quotidiani dal Nordest alla Sicilia, con una presenza spiccata su L’Arena di Verona, oltre che sul Sir (Servizio Informazione Religiosa).
Era stato vicepresidente della Fisc (Federazione dei settimanali cattolici d’Italia), delegato della stessa per il Trivento e presidente del Premio giornalistico nazionale Ucsi.
Nei vent’anni di direzione de Il Popolo aveva affrontato la sfida tecnologica del giornalismo: si devono a lui il passaggio dal grande formato cartaceo al tabloid (2004), il full color (2009), il primo sito del settimanale diocesano(2008). De Il Popolo aveva stima e amava ricordare come il suo primo pensiero – una volta assunta la direzione – fosse stato quello di creare un comitato di redazione nutrito, variegato nelle capacità e passioni, capace di fotografare i cambiamenti che andavano assumendo nuove velocità; una squadra composita di sacerdoti, laici, professionisti e no.
In Diocesi di Concordia - Pordenone è stato impegnato prima come cappellano a Zoppola, poi nelle parrocchie di San Giorgio, Sant’Agostino e da ultimo anche in concattedrale San Marco in Pordenone. Era stato assistente di Azione Cattolica, assistente dell’Ucid diocesana, presidente della Comunità educante del Vendramini, direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali.
Don Bruno è stato autore di vari volumi: “Liturgia, grande sistema di comunicazione. Il potere comunicativo della liturgia nella modernità” (Edizioni liturgiche), “La liturgia nel contemporaneo” (Libreria Editrice Vaticana). Per la pordenonese Biblioteca dell’Immagine aveva scritto “La chiesa di Padova” a quattro mani con mons. Mattiazzo; “Arrivederci” a colloquio con il vescovo di Verona padre Roberto Carraro; “La nostra Chiesa” a colloquio con l’allora vescovo di Concordia-Pordenone S.E. mons. Ovidio Poletto; “Io sono un papa amabile” dedicato alla figura di Papa Giovanni Paolo II e nato dai colloqui con mons. Piero Marini, Maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie.
Esequie. Mancato la notte tra il 3 e il 4 dicembre, i funerali si tengono giovedì 7 dicembre alle ore 15 in concattedrale San Marco in Pordenone, il rosario la sera prima alle 19 sempre in San Marco.
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