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Concordia: celebrato il patrono e premiati i tre insigniti della Medaglia di Santo Stefano

In una cattedrale gremita di fedeli, S.Eminenza card. Marcello Semeraro ha presieduto la solenne celebrazione per il patrono della diocesi, Santo Stefano, affiancato da S.E. il Vescovo Pellegrini e una cinquantina tra sacerdoti e diaconi diocesani. Premiati con la Medaglia di Santo Stefano: Gabriella Sartori, Adriano Ferraro e Sante Rosalen

Concordia: celebrato il patrono e premiati i tre insigniti della Medaglia di Santo Stefano

Nell'aura solenne della cattedrale di Concordia il cardinale S.E. Marcello Semeraro ha fatto rivivere, attualizzandola, la storia di vita, missione e martirio di Santo Stefano protomartire, il primo a dare la vita dopo Gesù e per Gesù. In lui il cardinale ha raccolto il valore di una doppia testimonianza: le letture lo dicono dedicato alla carità nel primo gruppo di cristiani, mentre gli apostoli si dedicavano alla evangelizzazione. Anche oggi l'attenzione ai fratelli ci offre la possibilità di incarnare la fede in operosità aperta e donante. Ma - ha sottolineato il cardinale - il suo fare non era disgiunto dal testimoniare: non perché ha dato ma perché ha detto e proclamato la fede in Cristo è stato ucciso. Testimoniare dunque la fede va in due direzioni: fare e proclamare. Proclamare anche quando costa la morte e il martirio perché, ha concluso il cardinale citando una catechesi di Benedetto XVI, nella nostra fede la fede non è mai disgiunta dalla croce di Cristo, una croce dalla quale nasce sempre nuova vita: davanti al martirio di Stefano c'è un giovane Saulo. Quello che poi diventerà Paolo, san Paolo: la croce di Cristo salva e feconda, anche da quella di Stefano fiorirono conversioni e nuovi cristiani.

Il Vescovo Pellegrini, che lo ha presentato alla comunità concordiese all'inizio della celebrazione come Prefetto della Congregazione delle Cause dei santi, lo ha ringraziato per la doppia presenza la sera del 2 agosto a Bibione per la apertura della Porta santa e per la presenza in occasione del patrono della Diocesi, immagine di una chiesa in cammino e in comunione.

Finita la celebrazione, sostenuta dal canto mirabile della corale, mons. Orioldo Marson, vicario generale, ha omaggiato gli insigniti della Medaglia di santo stefano, di una pergamena e di un distintivo, leggendo per ciascuno e motivazioni del premio ricevuto con tanta emozione da tutti e tre.

GABRIELLA SARTORI

Nata ad Orsago nel 1936, docente al liceo Puiatti di Sacile, ha iniziato a collaborare con il settimanale Il Popolo negli anni ’70, prima sotto la direzione di don Antonio Giacinto, poi con quella di mons. Sante Boscariol. Nel 1986 viene nominata "Responsabile", carica che ricopre per dieci anni. Penna assai apprezzata, ha lasciato editoriali molto letti, approdando anche alle colonne del quotidiano Avvenire, del quale è stata collaboratrice. Oltre a questo impegno nel mondo della comunicazione, Gabriella Sartori ha presieduto per un decennio il Movimento per la Vita diocesano. 
La motivazione del premio: "Per essersi distinta nel campo della comunicazione dando voce alla comunità ecclesiale attraverso l’impegno nel settimanale diocesano "Il Popolo" e nel quotidiano cattolico "Avvenire"; e ancora per essersi distinta nel campo della promozione e difesa della vita attraverso la presidenza del "Movimento per la Vita".

ADRIANO FERRARO
Pordenonese, classe 1940, ha sempre partecipato alla vita della sua parrocchia di San Marco come delegato aspiranti di Azione Cattolica (1958-59), vice presidente associazione Ac "Beato Odorico" (1961-63), membro del Consiglio affari economicii dal 1986. Per quanto riguarda la Diocesi è stato membro del Consiglio diocesano dei giovani Ac (1958-63), del Consiglio di Amministrazione del Seminario per dieci anni, del Consiglio diocesano affari economici per venti, del Cda dell’Opera Beato Odorico dal 1986 al 2021, del Consiglio di amministrazione dell’Oda e nell’Istituto diocesano per il Sostentamento del clero (2010-20). Ha seguito la vita della Casa dello Studente Antonio Zanussi (socio e vicepresidente per un decennio), il Centro di iniziative culturali (socio e vicepresidente per un decennio), l’Irse (socio e Revisore dei conti), l’Ute (Revisore dei conti), Fondazione Concordia Sette (socio fondatore e presidente del Cda), Presenza e cultura (socio).
La motivazione del premio: "Per essersi distinto nel servizio alla comunità civile e religiosa, mettendo a frutto le sue competenze professionali con generoso impegno e con spirito di vera collaborazione all’edificazione del corpo ecclesiale".

SANTE ROSALEN
Pasianese nato nel 1950, residente a Cecchini, fedele sagrestano della parrocchia da oltre cinquant’anni. Una attività di vicinanza alla vita della comunità e della attività dei parroci di lunga carriera. Ha infatti accompagnato l’operato di don Olivo Raffin, don Franco Zanus Fortes, don Antonio Prosdocimo, don Enzo Cigana, don Lelio Grappasonno e continua ancora con don Vittorio Brunello e don Emanuele Fiocchi. 
La motivazione del premio: "Per essersi distinto nel servizio alla comunità religiosa quale valido collaboratore dei Parroci che si sono succeduti nella Parrocchia dei "Santi Antonio di Padova e Nicolò Vescovo" in Cecchini di Pasiano".

Marson ha chiuso auspicando che questo riconoscimento che è alla sua seconda edizione possa continuare anche nel futuro per poter rendere un doveroso grazie a coloro che con generosità si sono spesi per sostenere - nei pur diversi ambiti istituzionali o parrocchiali - la diocesi. 
Simonetta Venturin

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