Azione Cattolica adultissimi: ripresi i corsi di formazione dopo lo stop della pandemia
Gli Adultissimi di Azione Cattolica Diocesana, grazie al parziale allentamento delle misure restrittive legate al Covid, hanno avuto finalmente, nel corrente anno liturgico, la possibilità di seguire in presenza il percorso di formazione intitolato "Questione di sguardi" guidati da mons. Pietro Cesco.
Gli Adultissimi di Azione Cattolica Diocesana, grazie al parziale allentamento delle misure restrittive legate al Covid, hanno avuto finalmente, nel corrente anno liturgico, la possibilità di seguire in presenza il percorso di formazione intitolato "Questione di sguardi".
Tutti gli incontri sono stati guidati da mons. Pietro Cesco, capace con entusiasmo, di coinvolgere nell’approfondimento di vari brani del Vangelo secondo Luca.
Il primo incontro, tenutosi ad ottobre presso l’Oratorio di San Vito al Tagliamento, ha avuto come tema "Sguardi che rileggono". I due discepoli di Emmaus sono pronti a ritornare sui loro passi verso Gerusalemme per un nuovo inizio di cammino, dopo l’incontro con Gesù’ risorto. E’ necessario rileggere con occhi nuovi sia i bisogni nostri che quelli dei nostri fratelli.
Il secondo incontro "Sguardi che gioiscono", ospiti del Seminario di Pordenone nel mese di dicembre, ha permesso di condividere lo sguardo meravigliato di Maria e Giuseppe di fronte a Gesù nel tempio, in mezzo ai maestri. Un video dell’artista Marina Abramovich ha documentato una esperienza di scambio di sguardi silenziosi con persone sconosciute, all’interno del Museo MOMA di New York. L’inaspettato incrocio di sguardi con l’ex marito aveva risvegliato nell’artista emozioni e ricordi intensi, testimoniati dalle lacrime, nel silenzio più’ assoluto. E’ stata l’occasione per fare memoria anche noi di un incontro emozionante e inatteso con una persona che non vedevamo da molto tempo.
Il terzo incontro presso l’Oratorio di San Vito a marzo, ha avuto come titolo "Sguardi che ridanno dignità". Abbiamo ricordato lo sguardo di Gesù di fronte all’uomo di Gerasa tormentato dal male. Uno sguardo che va oltre il male e vede nel profondo la persona, offrendole dignità. Immagini di accoglienza e di rifiuto di migranti e richiedenti asilo e ospitalità ci hanno invitati ad analizzare il fenomeno e a condividere le nostre emozioni.
Venerdì 13 maggio nel quarto e ultimo incontro "Sguardi che contemplano", è stata organizzata una visita guidata e commentata ad alcune antiche chiese del nostro territorio, situate a San Martino al Tagliamento, Provesano e Valvasone. Lo sguardo di contemplazione ammirata degli affreschi (tra gli altri di Pietro da San Vito e Gianfrancesco da Tolmezzo) ci ha guidato, attraverso il Vangelo di Luca, alla contemplazione della natura e del creato con occhi diversi, liberati dal desiderio di possesso e di bisogno, e rivolti al bene e al sostegno verso tutti i nostri "prossimi".
Il percorso annuale è stato ricco e denso di emozioni, per questo vogliamo dare voce ad una adultissima, che ci dona la sua testimonianza:
Premesso che tutti quattro gli incontri sono stati molto interessanti, mi ha colpito particolarmente il terzo.
Mi ha fatto pensare subito agli immigrati che arrivano in Italia (e non solo), stanno scappando da paesi in guerra, dopo un viaggio estenuante e pieno di pericoli, sanno già in partenza che rischiano la vita eppure lo fanno perché nei loro paesi la loro vita è a rischio.
Li vediamo arrivare spaesati e impauriti, nei loro volti si legge chiaramente che hanno paura e non sanno cosa troveranno in un paese straniero dove non conoscono nessuno e soprattutto non conoscono la lingua. I loro sguardi sono pieni di amarezza.
Dove trovano qualcuno che possa ridare dignità ai loro sguardi?
Nei sacerdoti, suore, laici volontari, che non si preoccupano che siano della loro stessa religione, ma che li aiutano solo perché sanno che hanno bisogno di essere aiutati. E quando ci riescono noteremo che i loro sguardi riacquistano la dignità che avevano perduta.
Ma la dignità si perde anche quando si entra nel mondo delle tentazioni, non dobbiamo aver paura di parlare del demonio che viene a distruggere anche vite giovani. E non è facile, e questo ce lo diceva mons. Cesco, ridare dignità a quelle persone che si rivolgono a lui. In parecchi casi c’è molto da lavorare, il demonio non si lascia scacciare facilmente.
Enrico Camarotto
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