7 gennaio: ultimo saluto a Don Bernardino Del Col
Stamattina i funerali del noto e amato don Bernardino, cappellano dell'ospedale di Pordenone dal 1973; un ricordo.
Uno degli ultimi pensieri di don Bernardo Del Col, conosciuto da tutti con il diminutivo affettuoso di Bernardino, è stato per la sua "parrocchia dell’ospedale". Con la voce rotta dall’emozione di chi ha appreso di essere positivo all’insidioso Covid-19 si era rivolto nella giornata di mercoledì 30 dicembre alla Curia Vescovile di Pordenone affinché si potesse provvedere all’invio di un sostituto per la celebrazione della S. Messa nelle prossime domeniche in ospedale. Da lì a poche ore proprio l’ospedale "Santa Maria degli Angeli" che lo aveva visto come protagonista di tante visite e parole di conforto agli ammalati è diventato anche il suo capezzale, poiché nel pomeriggio è subentrata inaspettata ed improvvisa la morte.
Nato a Praturlone il 2 novembre 1938 e ordinato presbitero il 30 giugno 1963, don Bernardino fu dal 12 marzo 1973 cappellano dell’ospedale civile di Pordenone, dopo aver svolto il suo ministero pastorale come vicario parrocchiale a Fanna e Bagnarola, e di parroco per alcuni anni ad Andreis. Inoltre, dal 10 marzo 1987, era consulente ecclesiastico del Movimen
Apostolico Ciechi e dal 1° luglio consulente diocesano dell’Associazione Medici Cattolici Italiani.
Si prodigò nel promuovere pellegrinaggi mariani a Fatima, a Medugorje, in Terra Santa e in modo particolare al santuario mariano di Lourdes. Infatti, fu dal dicembre 1991 prima vice assistente della sottosezione diocesana U.N.I.T.A.L.S.I e dal 1 settembre 1996 al 2011 assistente. Per poi divenire in diocesi il primo assistente spirituale dell’associazione "OFTAL" dal 2013 ad oggi. Nel 2001 gli venne conferito il titolo di "Cappellano onorario della Basilica di Lourdes", anche se chi lo conosceva bene in occasione degli innumerevoli pellegrinaggi ai quali egli prese parte (di cui oltre 150 a Lourdes) sa che il luogo che egli preferiva per il raccoglimento e la preghiera era la grotta. Quella stessa grotta nella quale a Lourdes era iniziato un dialogo tra il cielo e la terra con le apparizioni dell’Immacolata. Quel luogo ha visto più e più volte il passaggio di un sacerdote devoto e capace di trasmettere, anche con simpatia, il senso di pietas religiosa che ha animato il cuore di tanti pellegrini pordenonesi.
Ancora don Bernardino ricoprì in diocesi il ruolo di delegato vescovile per la pastorale della salute agli inizi degli anni duemila.
E infine il sacerdote dalla memoria di ferro, ha avuto il delicato compito di assistere i fedeli che si avvalgono della possibilità di prender parte alla liturgia romana anteriore alla riforma, come previsto dal motu proprio del Papa emerito Benedetto XVI "Summorum pontificum". Anche la scorsa domenica aveva celebrato presso la chiesa della Santissima in Pordenone.
Chi lo ha conosciuto fra le corsie degli ospedali sa bene della sua generosità e dedizione per la sua "parrocchia degli ammalati", inoltre la sua simpatia lo facilitava nell’entrare in dialogo con i medici e con il personale del suo ospedale.
In occasione dei pellegrinaggi mariani offriva però il meglio di sé con la sua devozione a Maria.
In questo tempo di pandemia don Bernardino non ha mai smesso, assieme al suo collaboratore don Ezio, di prendersi cura degli ammalati che poteva visitare e di pregare per coloro che era impossibilitato di incontrare.
Il suo ministero speso in ospedale non è mai stato accessorio, ma in linea con quella cura onnicomprensiva della persona che è richiesta a tutti coloro che desiderano prendersi cura della salute dei sofferenti.
La Chiesa di Concordia-Pordenone, assieme al suo Vescovo Mons. Giuseppe Pellegrini, al Vescovo emerito Mons. Ovidio Poletto e al presbiterio, piange la perdita di un infaticabile sacerdote della Chiesa "ospedale da campo".
M.L
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