1 gennaio: omelia del Vescovo S.E. mons. Giuseppe Pellegrini
Per volontà del Papa Paolo VI oggi celebriamo anche la 57ma Giornata Mondiale della Pace, voluta nel 1963, per rinnovare l’adorazione al neonato Principe della pace. Il tema che papa Francesco ci ha donato per la Giornata della Pace di quest’anno è: Intelligenze artificiali e pace.
Diocesi Concordia-Pordenone
Omelia Solennità Maria Madre di Dio e Giornata Mondiale della Pace
Pordenone, 1°gennaio 2024
La Parola di Dio, all’inizio del nuovo Anno, nella solennità di Maria Madre di Dio ci accoglie tutti con una benedizione speciale, la benedizione di Dio al suo popolo Israele, mentre vagava nel deserto per giungere nella Terra promessa. “Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (Numeri 6,25-26). Dio ci benedice facendo risplendere il suo volto su di noi, perché possiamo portare in ogni giorno del nuovo anno ai fratelli e alle sorelle che incontriamo il volto amorevole e misericordioso di Dio Padre, così che il suo volto possa essere riconosciuto attraverso il nostro stile di vita e il nostro amore verso tutti. È il più bel auguri che possiamo farci all'inizio del nuovo anno!
In questo giorno la Chiesa celebra Maria Madre di Dio, Theothòkos, la chiamano i nostri fratelli e sorelle ortodossi. Affermare che una creatura umana possa diventare Madre di Dio, può sembrare paradossale. Ma questa è la sorpresa del cristianesimo: l’uomo e Dio si sono incontrati nel grembo di Maria. Gesù, come affermiamo nel credo, è vero Dio e vero uomo, permettendo che la carne umana accolga la presenza di Dio. Questa è la forza che la Parola di Dio oggi ci offre, chiedendoci un’autentica sinergia tra la povertà umana e la forza di Dio. Ognuno di noi può diventare portatore di questo messaggio non con le parole ma con la stessa vita, acconsentendo che la volontà di Dio si compia dentro di noi. È l’esperienza, come narra l’evangelista Luca, che hanno fatto i pastori “glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto” (2,20), e Maria che “custodiva tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (2,19). Maria è la donna dell’ascolto che sa fermarsi e riflettere su quello che gli è capitato, interpretando ogni parola e gesto alla luce della volontà di Dio, pervasa della presenza dello Spirito e accogliendo le novità di Dio. Non un ascolto solo dei sensi, ma con il cuore, un ascolto fatto di tenerezza che la porta a ‘prendersi cura’ di Gesù per tutta la vita, fino ai piedi della croce. Gesù è il volto della tenerezza del Padre. Si è fatto carne per risvegliare in noi il sentimento vivo della tenerezza di Dio, che ci ama, ci ama per primo ed è immensamente innamorato di noi, nonostante i nostri difetti, peccati e infedeltà.
Per volontà del Papa Paolo VI oggi celebriamo anche la 57ma Giornata Mondiale della Pace, voluta nel 1963, per rinnovare l’adorazione al neonato Principe della pace, per riascoltare il lieto annuncio evangelico e per implorare da Dio, mediante la Regina della pace, il dono supremo della pace. Mai come in questi tempi di guerra e di paura, sentiamo vera l’intuizione del papa: pregare per la pace nel mondo. La pace, diceva don Tonino Bello, non è solo frutto della prudenza o del calcolo umano, della saggezza della carne, dei sillogismi della ragione, perché si fonda su Cristo, sulla stoltezza della croce. Una croce da prendere per il braccio lungo, come fece Gesù e non da impugnare per il braccio corto, come abbiamo fatto noi usandola a guisa di spada. La pace è giustizia, libertà, dialogo, crescita, uguaglianza, rispetto e accoglienza delle diversità. Pace è solidarietà e amore.
Il tema che papa Francesco ci ha donato per la Giornata della Pace di quest’anno è: Intelligenze artificiali e pace, ricordando le sfide che le nuove tecnologie pongono per la costruzione di un mondo più giusto e più fraterno, sollecitando un dialogo più aperto sul loro significato, dotate come sono di potenzialità dirompenti ma anche di effetti ambivalenti. Egli richiama la necessità di vigilare e di operare affinché l'utilizzo dell’intelligenza artificiale non favorisca una logica di violenza e di discriminazione, a scapito dei più deboli, fragili ed esclusi, alimentando antagonismi e conflitti. La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana, sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo. “La Sacra Scrittura - si legge nel messaggio - attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché ‘abbiano saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro’ (Esodo 35,31). L’intelligenza è espressione della dignità donataci del Creatore che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza. … Ma allo stesso tempo i progressi tecnico-scientifici, rendendo possibile l’esercizio di un controllo finora inedito della realtà, stanno mettendo nelle mani dell’uomo una vasta gamma di possibilità, alcune delle quali rappresentano un rischio per la sopravvivenza e un pericolo per la casa comune”. Non è l'intelligenza artificiale in sé a far paura, ma il suo utilizzo, consapevoli che è capace soltanto di studiare correlazioni, priva della capacità di distinguere il vero dal falso, senza ricercare nessi di causalità tra i fenomeni.
Ecco perché nel messaggio papa Francesco invoca controlli e supervisioni da parte della Comunità internazionale, invitando “a lavorare uniti al fine di adottare un trattato internazionale vincolante”, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme, tenendo conto di tutte le parti interessate. Ciò che più spaventa è l’uso ai fini della guerra. Le guerre di oggi, oltre ad essere più sofisticate e distruttive, tolgono la responsabilità umana dalla scena della battaglia, perché chi preme il grilletto o lancia una bomba è solamente un algoritmo. Scrive papa Francesco: “La possibilità di condurre operazioni militari attraverso sistemi di controllo remoto ha portato ad una minore percezione della devastazione da essi causata e delle responsabilità del loro utilizzo, contribuendo ad un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra”. Una macchina, per quanto intelligente, rimane sempre una macchina, priva di coscienza, di etica e di morale, e di capacità di perdonare e di amare. Invece, le nuove capacità e opportunità dell’intelligenza artificiale andrebbero impiegate per trovare nuove vie di pace, per promuovere lo sviluppo umano integrale, introducendo nuove tecniche rispettose dell'ambiente e del creato nell’agricoltura, nelle culture e nella cura delle malattie. Strade che sicuramente porteranno alla pace tra i popoli.
Concludo con la preghiera di papa Francesco alla fine del suo messaggio: “Che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana”.
Buon anno 2024 a tutte e a tutti.
+ Giuseppe Pellegrini
vescovo
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