L’operetta Al Cavallino Bianco apre la stagione a Maniago
Sarà messa in scena nell’allestimento di Corrado Abbati il 9 novembre nel Teatro Verdi di Maniago, il giorno successivo a Grado, per poi tornare il 21 febbraio a Casarsa
Uno dei generi maggiormente amati dal pubblico regionale è senza dubbio l’operetta. Il Circuito ERT per la stagione 2023/2024 ha inserito nella programmazione Al Cavallino Bianco. L’operetta di Ralph Benatsky, nell’allestimento di un maestro come Corrado Abbati per Inscena, aprirà giovedì 9 novembre la stagione del Teatro Verdi di Maniago e venerdì 10 novembre quella dell’Auditorium Biagio Marin di Grado. Entrambe le serate avranno inizio alle 20.45; Al Cavallino Bianco ritornerà anche nel 2024 per una data, mercoledì 21 febbraio, a Casarsa.
Frutto della fortunata vena creativa di Ralph Benatzky e della coppia di librettisti Erick Charell e Hans Müller, Al Cavallino Bianco è una divertente commedia musicale, anello di congiunzione fra operetta, rivista e musical d’oltreoceano, ed è stato concepito dagli autori con inusuale modernità per un pubblico cosmopolita preso dalla voglia di viaggiare. Sul palco si alternano famosissime arie quali Al Cavallino Bianco, Mi pare un sogno un’illusion, Valzer d’Amor agli scatenati ritmi di tango, boogie e foxtrot di Sigismondo e Occhioni blu.
Un albergo immerso nelle montagne austriache fa da sfondo alle vicende amorose della locandiera Gioseffa e del suo primo cameriere Leopoldo, del seducente Avvocato Bellati e di Ottilia, ospite dell’albergo insieme al padre Commendator Pesamenole, del simpatico rubacuori Sigismondo e dalla sgraziata Claretta, giunta al Cavallino Bianco insieme al padre, Professor Hinzelmann, sfortunato e improbabile scienziato e inventore tedesco.
Si apre il sipario e ci sono le montagne per lo jodel, il lago per i tuffi e l’azzurro del cielo.
Corrado Abbati ha scelto mondi visivi a volte sorprendenti o bizzarri, che suggeriscono le immagini di un rifugio, una bolla d’illusione che si fa realtà così come gli spettatori si aspettano da una moderna produzione del Cavallino. L’idea di rendere una serata di piacere spensierato passa dai dialoghi arguti, dalle musiche immortali e dai giochi coreografici sostenuti da un ritmo veloce, quello che ormai molti definiscono: “alla Abbati”.
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