Pordenonelegge il 18 al Vendramini: Il lavoro è donna
L’opinione italiana purtroppo è ancora lontana su questi temi dai Paesi nordici, basti pensare che il 51% degli intervistati italiani ritiene che il principale ruolo della donna sia quello di accudire la famiglia e i figli contro l’11% della Svezia (Eurobarometro).
La nuova serie danese del momento, "Borgen - Il potere," su Netflix, racconta la storia di Birgitte Nyborg, una politica carismatica, che inaspettatamente diventa il Primo Ministro donna in Danimarca.
Quando sarà possibile in Italia?
Certamente non a breve, anche se dopo il Governo Gentiloni giravano i nomi per la carica di Presidente del Consiglio come quello di Lucrezia Reichlin, Economista, ex direttrice generale della Bce, e di Elisabetta Belloni, Diplomatica e ambasciatrice dal 2014, che ha lavorato come Segretaria generale della Farnesina.
L’opinione italiana purtroppo è ancora lontana su questi temi dai Paesi nordici, basti pensare che il 51% degli intervistati italiani ritiene che il principale ruolo della donna sia quello di accudire la famiglia e i figli contro l’11% della Svezia (Eurobarometro).
Nel recente Rapporto Colao, secondo alcuni liquidato troppo velocemente da parte del Governo, c’è una parte dedicata agli stereotipi di genere e al sostegno dell’occupazione femminile molto interessante, soprattutto in tempi di crisi occupazionale legata al Covid, che sta colpendo giovani e soprattutto donne, che sono le più precarie, le più irregolari e le più inserite dei servizi più colpiti.
Ricordiamo che nel nostro Paese il tasso di occupazione femminile è molto basso: sotto il 50%. Minore accesso al lavoro, maggiore interruzione, precarietà, irregolarità del lavoro sono alla base di questa situazione: l’Italia è penultima in Europa dopo la Grecia. Un quarto delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del figlio. Il carico di lavoro familiare è tra i più elevati in Europa, ed espone al rischio di interruzione del lavoro e di abbandono, data anche la scarsità di servizi per la prima infanzia (ISTAT 2020).
Cosa si può fare?
Bisognerebbe prendere in considerazione le azioni specifiche previste dal Rapporto Colao, che vanno dall’avvio della riforma dei congedi parentali, indennizzandoli almeno al 60%, individuando forme di supporto pubblico a potenziare l’occupazione nei settori dell’assistenza sociale, della sanità e dei servizi educativi della prima infanzia, ad alta intensità femminile, puntando nel lungo periodo, ad allinearsi a Paesi europei più avanzati.
D’altra parte, secondo Silvia Zanella, che si occupa e scrive di Futuro del Lavoro con focus su innovazione e digitale ed ha scritto il libro "Il futuro del lavoro è femmina" che verrà presentato da Martina Milia, il 18 settembre a Pordenonelegge, alle ore 21.30, all’Auditorium Vendramini, femminili sono le competenze che saranno sempre più richieste in ambito professionale. Se pensiamo al progresso tecnologico, in futuro, nessun robot sarà in grado di replicare le soft skills, ovvero le capacità emotive e relazionali e domani i modi di organizzare le aziende non potranno più prescindere dal punto di vista delle donne.
Fiorenza Poletto
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