Pordenone: ultimo week end per le mostre di Rumiz
Non si è ancora spenta in città l'eco del protagonista di Dedica
Ultimo weekend utile per visitare le tre mostre presentate dal festival che ha visto protagonista lo scrittore e giornalista triestino Paolo Rumiz, realizzate intorno alla sua opera, agli orizzonti e ai temi a lui più cari. Con le foto di Ulderica da Pozzo, i disegni di Cosimo Miorelli e inoltre oggetti, disegni, mappe e memorabilia dall’archivio personale dell’Autore.
Luci a Nordest. Immagini e parole dal Friuli Venezia Giulia
mostra fotografica di Ulderica Da Pozzo
Una mostra fotografica che è anche un racconto, una narrazione asciutta di una regione in cui convivono il biancore delle nevi e le tiepide brezze marine, un canto a due voci di quelli che provengono dal passato ma rimangono vivi come un’eco nel presente. In contrappunto alle foto di Ulderica Da Pozzo, che ama visceralmente la sua terra, si dispongono i testi di Paolo Rumiz che di quella stessa terra mette in risalto le tante risorse di bellezza, ma anche le insidiose contraddizioni.
Un infinito narrare
mostra delle illustrazioni di Cosimo Miorelli per i libri di Paolo Rumiz
«In una notte chiara vidi Moby Dick volare con altri capodogli sopra le rive di una moderna città di mare, rigata da scie di aerei di linea. Simili a dirigibili, i leviatani incombevano come presagi. Il mare sovrastava la terra sfinita annunciando diluvi, mentre l’umanità, china sugli schermi del virtuale, non alzava più lo sguardo e non si accorgeva di niente. Quell’immagine si insediò nei miei sogni e vi rimase a lungo, generando altri sogni e altre immagini. Questo fu il mio primo incontro con Cosimo Miorelli, artista visuale onirico dai toni notturni e drammatici, che non si è limitato a illustrare due dei miei libri, ma mi ha regalato immagini nuove che hanno generato a loro volta parole, in un inatteso rapporto di scambio»
(Paolo Rumiz)
Il gerundio inverso
mappe, libri, appunti, disegni, testi e memorabilia di Paolo Rumiz
Con le sue originali rotte e i suoi penetranti reportage Paolo Rumiz in fondo ha dato forma a un autoritratto: esplorando l’uomo prima ancora che le terre, ha descritto per vie indirette e pregnanti il suo io in costante ricerca. L’esposizione dei suoi taccuini e delle sue mappe ci da ora la possibilità di confrontarci con le diverse origini dei meandri fascinosi del suo essere perennemente in viaggio.
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