Pordenone, domenica 30 gennaio, Auditorium Concordia: "Dannazione donna"
Uno spettacolo per riflettere sulle disuguaglianze di trattamento economico tra uomo e donna sul luogo di lavoro. inizio ore 16
Atto unico di Marco Ferri, in tre quadri e per una sola protagonista, sul ruolo delle donne nelle aziende. Il focus è la diseguaglianza di trattamento economico, come punto di vista sulle ragioni della differenza di genere. Se il capitalismo è stato la forma economica che ha storicamente assottigliato le differenze tra i due sessi, non ha potuto risolvere quella fondamentale: anche ai vertici di un’azienda multinazionale, una donna guadagna circa il 20% in meno di un uomo, a parità di ruolo e funzione.
“Dannazione donna” è una storia ambientata in una grande azienda raccontata con ironia, forza espressiva, con più colpi di scena.
Scritto prima dell’8 marzo del 2017, cioè prima del primo sciopero internazionale contro le disparità salariali, prima del Rapporto Ocse sulla disparità salariale e prima del Word Economic Forum 2017, secondo cui in Italia il 61,5% delle donne che lavora viene pagato poco, “Dannazione donna” risulta ora un testo di ancora più stringente attualità, vista l’ultima legge finalmente uscita anche in Italia sulla parità salariale, e rimane un esempio efficace di teatro civile.
Una prova attoriale complessa e affascinante. Anch’essa allegoria della difficoltà delle donne nei loro molteplici ruoli. Ben otto personaggi, dalla donna delle pulizie fino alla CEO dell’azienda, attraverso una cadenza narrativa tra la commedia e il thriller, il buffo e il drammatico, mettono in scena la realtà lavorativa e sociale delle donne in Italia …. con un finale assolutamente sorprendente.
L’AUTORE:
Marco Ferri (Roma, 1955), professione copywriter, direttore creativo, consulente di marketing strategico. Svolge attività professionale per agenzie di comunicazione, per istituzioni pubbliche e private, per aziende. È esperto di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.
Si è formato con Fritz Tschirren e Hans-Rudolf Suter, ha lavorato per e con Emanuele Pirella. Ha firmato importanti campagne, ha scritto filmati pubblicitari diretti da famosi registi, tra cui Roman Polansky, Alessandro D’Alatri, Luca Miniero e Paolo Genovese. Sono oltre 200 i premi e le citazioni di suoi lavori, in Italia e all’estero. Ha creato campagne per importanti marchi italiani e stranieri. È stato presidente e direttore creativo esecutivo di TBWA/Italia; è stato direttore creativo dedicato al Gruppo Espresso in Lowe Pirella. È membro del Comitato scientifico di Symbola- Fondazione per le qualità italiane. Ha pubblicato “I consumati” (Massari editore, 2019); “Sono Ancora Vivo” (Società editrice ADC, Milano 2007); ”Beh, buona giornata” (Società editrice ADC, Milano 2005); “Il Naso Fuori” (Società editrice ADC- Milano 2004). È autore teatrale, regista, socio SIAE. Ha scritto e diretto “Dannazione donna” (2017), “Il menù del ghiaccio” (2018), ha scritto “Processo all’Europa” (2019). Pubblica articoli su cultura, società e comunicazione per diverse testate giornalistiche. Ha insegnato scrittura creativa presso IED Milano e Roma, e Belleville, scuola di scrittura di Milano, dà lezioni private di copywriting. Il suo profilo professionale è visibile su: https://www.linkedin.com/in/marcoferri-consorziocreativi-5a559336/
Vive in campagna nei dintorni di Roma.
LA PROTAGONISTA:
Stefania Moras entra nel 2015 nel Gruppo Teatro Pordenone Luciano Rocco, interpretando una piccola parte nello spettacolo in dialetto pordenonese, per bambini, “G’era ‘na volta”. L’anno successivo, con il ruolo di Mariapia, fa parte del cast della commedia di Luciano Rocco “El falò”, che il Gruppo Teatro Pordenone mette in scena per celebrare il ventennale della scomparsa dell’autore, con la regia di Andrea Chiappori. Nel 2017, pur continuando a recitare nelle numerose repliche del Falò, entra nel cast di “Scjapadure 2.0”, la rinnovata edizione della storica lettura scenica che aveva debuttato con successo nel lontano 2003. Grazie alle esperienze maturate, e alla sua verve naturale, che nel frattempo si è andata affinando con opportuni studi formativi, nel 2018 si fa notare nel ruolo brillante di Cesira nell’originale piéce “Mace e Matae”. Segue un lungo periodo di impegni che culmina nel 2019 con l’assegnazione del ruolo di Margherita, nella nuova produzione de “El ponte de la Silvia” di Luciano Rocco, per la regia di Antonio Rocco. La produzione, come ogni altra attività artistica, viene però bloccata dalle note vicissitudini sanitarie. Nel maggio 2020, quando il distanziamento sociale dettato dalla pandemia di COVID19 imponeva presenze contingentate anche in palcoscenico, ha accettato la sfida di portare in scena (coraggiosamente e a tempo di record) il coinvolgente e di forte impatto testo di Marco Ferri “Dannazione donna” – atto unico in tre quadri per una sola protagonista - che ha debuttato, per la regia di Francesco Bressan, il 25 agosto 2021 nella rassegna estiva TEATRO LARGO 2021.
IL REGISTA:
Francesco Bressan inizia l’attività teatrale a carattere continuativo nel 1974 con la nascita del Gruppo Teatro Pordenone. Della Compagnia ha condiviso ogni esperienza per quasi 50 anni di vita, frequentando tutti i laboratori degli artisti della Compagnia da Pontesilli, De Maglio, Scaramucci e, più recentemente, Luca Ferri, Andrea Ortis e Roberto Ciufoli.
Ha partecipato a produzioni, sia in dialetto che in lingua, recitando e curando adattamenti e regie, misurandosi con generi teatrali spesso diversi: da Molière e Goldoni al teatro cosiddetto “minore” di Rocca, Palmieri e Pilotto; dal Vaudeville di Labiche al Teatro americano di Williams e Simon; da Cèchov, ad Achille Campanile, fino a Brandon Tomas e a Derek Benfield e ora Marco Ferri. Ha partecipato a quasi tutte le messe in scena dei lavori di Luciano Rocco, fondatore del Gruppo Teatro Pordenone e suo direttore artistico fino alla prematura scomparsa, avvenuta nel 1996. Dal 1989 al 2009 ha curato la direzione artistica della Compagnia Il Teatrozzo di Pasiano di Pordenone, firmandone quasi ininterrottamente le regie. Ha promosso e partecipato attivamente alla produzione di “Il morto per equivoco o sia la vecchia corbellata”, testo di Giuseppe Spelladi (esempio unico di commedia teatrale scritta da un pordenonese nella seconda metà del ‘700) che, per la regia di Ferruccio Merisi, ha debuttato al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone nel Carnevale 2011. Ha sperimentato la “scrittura drammaturgica” realizzando due originali spettacoli in forma di lettura scenica: nel 2003 “Sciapadure” (tutt’ora in repertorio nella versione 2.0), tratto dagli scritti non teatrali di Rocco, e nel 2005 “El conte de le piere” dedicato alla vicenda umana e letteraria di Giuseppe di Ragogna conte di Torre. Sull’onda di quelle esperienze è nato nel 2012 anche “…Andar via pal mondo”, un affresco di “piccole storie di emigrazione nostrana”.
In campo cinematografico, nel 2014, ha curato la scenografia e partecipato come attore al corto “La misura dei salami” dall’omonimo racconto di Luciano Rocco.
Le prime esperienze nel mondo del cinema risalgono però al 2012, con un ruolo marginale nel triller “Lost in devil’s country”, realizzato da una produzione indipendente per la regia del film-maker Matteo Corazza, seguita nel 2017 dalla partecipazione ad altre tre produzioni indipendenti, dirette da Stefano Possenti “La città delle stelle” e da Carlo Pontesilli “Esclusa” e “Notturno in villa”.
Dal 2015 dirige il laboratorio teatrale estivo per i piccoli ospiti del Punto Verde della Storica SOMSI di Pordenone. Da questa esperienza nascono: il testo “Il fantastico libro del cuoco” (2015), la fiaba scritta dai bambini “Animali strani con le ali… ma anche senza” messa poi in scena (2016), il racconto di un fantastico viaggio in pallone intorno al mondo “Il vento soffia dove vuole” (2017), una ironica satira sui condizionamenti della pubblicità nella vita di famiglia, vista attraverso gli occhi dei ragazzi “Spot generation” (2018).
Nell’ambito di un più ampio progetto di recupero della storia e delle tradizioni locali, ha collaborato con varie Scuole primarie del pordenonese per le quali ha curato negli anni i laboratori teatrali e lo studio del dialetto veneto-pordenonese.
Durante la sospensione delle attività per COVID19, dovendo ripensare gli spettacoli in funzione dei protocolli sanitari, ha trovato nel testo “Dannazione donna” di Marco Ferri il testo ideale che prevede in scena una sola interprete per ben otto personaggi. Una prova attoriale e registica difficile, complessa, fortemente impegnativa, ma oltremodo affascinante.
LA COMPAGNIA:
Il Gruppo Teatro Pordenone nasce nel 1974, per iniziativa di un gruppo di appassionati, intorno alla figura di Luciano Rocco, commediografo e scrittore pordenonese che ne ha retto le sorti fino alla sua scomparsa, nel 1996; dal 1998 ne assume il nome, diventando “Gruppo Teatro Pordenone Luciano Rocco”. In quasi 50 anni di attività, il Gruppo si è sempre proposto al pubblico con generi teatrali diversi fra i quali merita un inciso la messinscena dei lavori di Rocco, le cui commedie hanno sempre trovato nella Compagnia una interpretazione particolarmente felice. Negli anni più recenti la Compagnia ha avviato una innovativa collaborazione con altre realtà e ha gettato le basi per una proficua interazione con diverse Compagnie Teatrali ed Associazioni Culturali con cui ha condiviso i progetti artistici. Tra i soci fondatori dell’A.T.F., cura fra l’altro, con la F.I.T.A. e le Istituzioni locali, l’organizzazione della Rassegna Regionale di Teatro Popolare e promuove la Rassegna TEATRO LARGO, nell’ambito di “Estate a Pordenone”. Dal 24/09/2020 è iscritta al nr.1109 del Registro Regionale delle Associazioni di Promozione Sociale.
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