Cultura e Spettacoli
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Magri in mostra a Cordenons

Venerdì 14 giugno alle 18.30 inaugurazione nella chiesetta di San Pietro la mostra "Giancarlo Magri - Tra Pordenone e Cordenons: angoli scomparsi, angoli ritrovati"; presentazione a cura di Angelo Crosato e Roberto Castenetto.

Parole chiave: Magri (4), Cordenons (26), Mostra (89)
Magri in mostra a Cordenons

  In occasione dell’antica Sagra di San Pietro a Cordenons venerdì 14 giugno alle 18.30 sarà inaugurata nella chiesetta di San Pietro la mostra "Giancarlo Magri - Tra Pordenone e Cordenons: angoli scomparsi, angoli ritrovati". La presentazione sarà a cura di Angelo Crosato e Roberto Castenetto.
Giancarlo Magri è pittore e grande restauratore, profondamente legato ai luoghi in cui è vissuto, a Pordenone e al pordenonese tutto, quella Destra Tagliamento della quale immediatamente dopo il 6 maggio 1976, giorno del grande terremoto, Magri ha salvato innumerevoli tesori di cui le nostre chiese sono custodi. Il percorso artistico di Magri è mutato nel tempo, ma le tele in cui nei primi anni ha ritratto luoghi di Pordenone e Cordenons oggi scomparsi o mutati sono per chi avrà l’occasione di ammirarle in mostra dei piccoli gioielli. Noi stessi ci siamo emozionati nel vedere Magri quasi commuoversi davanti a una sua opera giovanile, datata 1956.
Le tele esposte saranno affiancate da immagini dei luoghi come sono oggi. Si potranno fare i confronti e magari provare nostalgici rimpianti.
A Magri pittore e restauratore la nostra gente deve molto. La chiesetta di San Pietro, che ospita la mostra, sorge sui resti di un antico insediamento di origine romana. L’edificio è vicinissimo al primo tratto del Noncello, in area già probabilmente interessata da sepolture. All’interno ai lati dell’arco trionfale due altari in pietra con affreschi floreali, un San Floriano, attribuibile a Gianfrancesco da Tolmezzo.
La chiesa attuale, dopo vari rimaneggiamenti, è conforme a quella che risale al XV secolo. Sopra la porta della sagrestia un’iscrizione ricorda il 23 maggio 1497 come giorno di compimento dei lavori condotti da Pietro Amalteo, padre di Pomponio. Una seconda iscrizione che attesta l’opera di Pietro Amalteo "de Pordenone" si conserva in parte sulla sommità dell’arco trionfale della chiesa stessa.

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