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Giovedì 12 maggio: La guerra non ha un volto di donna

Un appuntamento di Vicino/Lontano di grande attualità: una conversazione affidata alla studiosa di letteratura comparata Sergia Adamo, in dialogo con la presidente di Giuria del Premio Percoto, Elisabetta Pozzetto. 

Parole chiave: Svetlana Aleksievic (1), Guerra (152), Putin (15)
Giovedì 12 maggio: La guerra non ha un volto di donna

 Il festival vicino/lontano è teatro del primo evento pubblico organizzato nell’ambito della 9^ edizione del Premio Letterario Caterina Percoto, promosso dal Comune di Manzano – Assessorato alla Cultura: appuntamento giovedì 12 maggio, nell’Auditorium Sgorlon alle 19.30, sul tema “La guerra non ha un volto di donna: la sfida al racconto da Percoto a Aleksievic”, una conversazione affidata alla studiosa di letteratura comparata Sergia Adamo, in dialogo con la presidente di Giuria del Premio Percoto, Elisabetta Pozzetto. Interverrà l’Assessore alla Cultura del Comune di Manzano, Silvia Parmiani. L’incontro rientra nel partenariato speciale del Premio Percoto con il festival vicino/lontano.Premio Nobel per la Letteratura 2015, Svetlana Aleksievic così racconta il peso e la solitudine di chi sfida la possibilità di racconto della guerra dichiarato: “sono stata definita scrittrice delle catastrofi, ma non è vero: io cerco continuamente parole d’amore. L’odio non ci salverà, solo l’amore”. «Anche Caterina Percoto ha affrontato in altri tempi questa sfida  – spiega Elisabetta Pozzetto - L’esercizio di ripercorrere un filo che leghi queste due scrittrici dal Friuli dell’Ottocento ad oggi è meno ardito di quanto sembri. Sono entrambe dotate dell’ ”amoroso tocco”, in grado di cambiarci attraverso il racconto». Nelle pagine de “la Coltrice nuziale” Percoto affronta la crudeltà della guerra attraverso le lacerazioni che provoca ai vincoli più naturali, quelli di sangue. Rileggere Caterina Percoto significa confrontarsi con una dei pochi autori del Risorgimento che ha testimoniato in presa diretta gli orrori della guerra sulla gente comune: le novelle in lingua italiana di Caterina Percoto hanno infatti il potere di avvincere anche il lettore odierno, perché sono finestre aperte su una realtà poco documentata in letteratura, il Friuli del medio Ottocento. Caterina Percoto non fu la letterata chiusa in una torre eburnea ma un’intellettuale per cui è irriducibile l’esigenza di farsi testimone, di dar voce a chi ha subito ingiustizia, di scuotere le coscienze dell’opinione pubblica. Di affrontare temi delicati con la vividezza e il coraggio richiesti per realizzare un reportage vero e lacerante. Testi come “La coltrice nuziale” e “La donna di Osopo” porteranno la censura austriaca a vietare la circolazione della sua opera, e per il suo schierarsi apertamente a fianco della causa unitaria l’autrice rischierà anche di farsi arrestare». La partecipazione èall’incontro  libera, info vicinolontano.it

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