Francesco Munzi presenta il suo documentario sul disagio mentale
Il regista sarà in Friuli, mercoledì 7 febbraio a Udine e giovedì 8 a Pordenone a Cinemazero per presentare “Kripton” alla vigilia del centenario di Basaglia
Alla vigilia del centenario della nascita di Franco Basaglia, arriva in Friuli-Venezia Giulia Kripton di Francesco Munzi, un documentario che indaga la vita sospesa di sei ragazzi, tra i venti e i trent’anni, volontariamente ricoverati in due comunità psichiatriche della periferia romana, che combattono con disturbi della personalità e stati di alterazione. Il primo appuntamento è a Trieste, martedì 6 febbraio al Teatro dei Fabbri alle ore 20:00, dove l’incontro con il regista sarà moderato da Peppe Dell’Acqua. Mercoledì 7 alle 19:45 Munzi sarà invece al Visionario di Udine e giovedì 8 alle 20:45 a Cinemazero di Pordenone, nell’ambito del programma di anteprime del Pordenone Docs Fest.
Le proiezioni danno anche il via al progetto “Franco Basaglia ha 100 anni”, che prevede – fra le altre iniziative - una retrospettiva itinerante nei cinema della regione e poi in Italia, che ricostruirà molte delle tappe del “viaggio basagliano”, con Trieste e Gorizia come luoghi fondamentali (l’iniziativa, sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia, s’inserisce anche nei percorsi culturali di “Go2025!” – Gorizia / Nova Gorica capitale europea della cultura), riflettendo con vari documentari su quale sia l’eredità e l’attualità della proposta basagliana.
Ecco dunque che Kripton, presentato alla Festa del Cinema di Roma, non poteva che essere il film “inaugurale” di questo percorso. Prodotto da Cinemaundici e Rai Cinema e distribuito da Zalab, attraverso il racconto della quotidianità dei protagonisti, delle relazioni che intrecciano tra di loro e con il mondo “adulto” composto da psichiatri, professionisti e dalle stesse famiglie, porta il pubblico a esplorare in profondità la soggettività umana. La condizione estrema del disturbo mentale diventa la chiave per avvicinarsi all’abisso misterioso della nostra mente e, allo stesso tempo, possibile metafora del nostro tempo, in un momento storico in cui il disagio mentale è in crescita, soprattutto dopo la pandemia, in particolare tra gli adolescenti, per i quali si considera un aumento di circa il 30% dei casi.
«Il mio film nasce da progressivi avvicinamenti, all’interno di due strutture psichiatriche della periferia di Roma, a ragazze e ragazzi, affetti da malattie psichiche. È un film di ricerca e di condivisione, fatto con i pazienti che hanno scelto di raccontarsi. Insieme a loro hanno partecipato i medici e i familiari il cui contributo è stato fondamentale per la completezza del racconto», spiega Munzi. «Tra tutti, il mio desiderio principale, era trovare la voce, la lingua, per rappresentare, con il cinema, modalità estreme di stare al mondo. Esperienze, che sicuramente e specialmente appartengono ai malati, ma con cui il mondo cosiddetto normale condivide, spesso senza ammetterlo, temi, paure e domande diventate oggi sconvenienti, vergognose o proibite. La follia mi sembra la più efficace e la più contemporanea tra le possibili metafore che illuminano il nostro tempo, visto il senso di “irrealtà” che a volte sembra aver inghiottito tutti quanti».
Per maggiori informazioni sulla programmazione e per acquistare i biglietti consultare i siti www.cinemazero.it , www.visionario.movie e www.lacappellaunderground.org .
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